VIRAGO - Draco Malfoy or Mattheo riddle

XXXVI

GENNAIO 1997 

Avevo deciso di non portare niente con me. Tutto quello che era presente nel manor doveva morire con lui. Avevo aperto per l'ultima volta le ante dei miei armadi, passando la punta delle dita su ogni vestito che era presente al suo interno. Avevo lascito le lenzuola del mio letto sfatte ed avevo tirato le tende. Avevo detto addio anche all'enorme biblioteca stracolma. Probabilmente era l'unica cosa che mi dava il crepacuore. Avrei visto tutti quei libri antichissimi bruciare sotto lo scheletro del maniero. Sarei stata totalmente impotente. 

Era così che dovevano andare le cose. 

Ero stata ancora nella stanza di Mattheo. Avrei detto addio anche a quella. Avevo tracciato con le dita ogni angolo. Poi mi ero seduta a terra con la schiena al muro e mi ero avvolta in una sua felpa. Il suo profumo mi aveva pizzicato il naso e mi aveva cullata fin quando non avevo sentito la voce lontana di Draco chiamarmi dal piano inferiore. Mi ero quindi alzata di fretta, dando un'ultimo sguardo all'ambiente. Avrei lasciato il diario di Mattheo sotto al letto. Sarebbe bruciato insieme al resto. Indossai la felpa chiudendomi poi la porta alle spalle. Se lui fosse davvero morto, avrei avuto bisogno di un ricordo. Avrei fatto in modo che il suo profumo restasse per sempre impregnato in quella felpa, così anche quando avrei iniziato a dimenticare le sfumature della sua voce, o i lineamenti del suo viso, quell'abito mi avrebbe sempre ricordato che lui era comunque lì. Al momento, però, la sola speranza di trovarlo e di poterlo ancora stringere tra le braccia mi bastava per andare avanti. Davvero, mi bastava appigliarmi all'unico barlume di luce che vedevo in una distesa di tenebre. Se avevo qualcosa che mi impediva di annegare definitivamente, era proprio la speranza. Il sole picchiava alto nel cielo, circondato dalle nuvole, ed era tipico di un clima insolito nei primi di gennaio. L'anno nuovo ci aveva colpiti con l'ebrezza di poter iniziare a far quadrare le cose. Forse eravamo convinti che avremmo potuto lasciarci tutto alle spalle e riniziare da capo. Un po' ci speravo.

 Draco mi aspettava nel salone principale. La bacchetta stretta tra le dita e il viso serio. Anche lui non aveva nessun bagaglio. Doveva aver deciso di lasciarsi tutto indietro, come me. L'unica cosa che non avrei mai lasciato era la nostra fotografia da bambini, ma tutto il resto sarebbe diventato macerie. E si sarebbero sparse guidate dal vento fino a scomparire insieme al ricordo che questo posto fosse mai esistito. Perché il ricordo sarebbe durato fin quando noi saremmo stati in vita, ma una volta andati, il cielo si sarebbe finalmente liberato dalle nuvole. 

Raggiunsi il biondo senza dire una parola. Il suo sguardo non incontrò il mio neanche per pochi secondi. Era troppo impegnato a fissare l'ambiente circostante con gli occhi cupi, perché malgrado io avessi pochi ricordi risalenti all'anno prima, lui ne aveva di una vita. Una vita passata tra le mura di questo posto oscuro. Una vita passata tra le tenebre. E forse non ero in grado di decifrare i suoi sentimenti. Non riuscivo a capire se fosse sollevato per andare finalmente avanti, o triste per ciò che si stava lasciando indietro. Tutto ciò che sapevo era che ormai non ci importava più. La guerra ci aveva colpiti come proiettili d'argento e noi dovevamo reagire se non volevamo restare ancorati in un universo a cui non appartenevamo. 

"dobbiamo andare" sussurrai, ma lui mi ignorò "Draco" ritentai, poggiando una mano sulla sua spalla. Si voltò verso di me, annuendo  prima di uscire dalla vetrata che dava sul giardino. Le scarpe producevano un rumore continuo sulla ghiaia mentre si allontanava a debita distanza. Io, ancora dentro al salone, impugnai la bacchetta tra le mani e la strinsi così forte da farmi male con le unghie nel palmo. 

Mi voltai verso di lui, incontrando il suo sguardo assente e tirando le labbra in un mezzo sorriso malinconico. Fallo. 

Presi un respiro profondo prima di pronunciare le parole fatali "Ardemonio"