XLIV

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N.A. perdonatemi per l'attesa, sto cercando di fare del mio meglio per portarvi una buona conclusione, ma non è facile conciliare tutti gli impegni e la scrittura richiede molto tempo! Buona lettura🫶🏼

GENNAIO 1997

Giorno secondo - Rabbia.

Harry Potter picchiettava nervosamente la suola della scarpa contro il pavimento. Il flusso sconnesso di pensieri che gli inondava la mente lo aveva portato inconsapevolmente ad arricciare le labbra in una smorfia. Ma lui non era l'unico ad essere perso in se stesso. 

Dall'altro capo della stanza, Piton rimaneva in serrato silenzio. Si accarezzava il mento con la punta delle dita, e il suo sguardo sembrava privo di vita. Non che lo biasimassi. Non restava molto in cui credere. E le uniche speranze su cui tutti ci appigliavamo sembravano esser state spazzate via dalla perseveranza di Voldemort. 

Il Signore Oscuro non ci avrebbe di certo lasciato vincere la guerra facilmente. 

Vagai con lo sguardo fino alla figura di Mattheo. Le sue spalle muscolose erano leggermente curve su se stesse, mentre era concentrato a osservare qualcosa fuori dalla vetrata sottile della finestra. Non riuscivo a vederlo in faccia, ma potevo ben immaginarmi la sua espressione corrucciata e pensierosa. Lo conoscevo come il palmo della mia mano. Volendo, avrei persino potuto indovinare a cosa stava pensando. E sono sicura che non fosse niente di buono. 

Se avessi in qualche modo potuto, mi sarei presa carico di tutto il suo dolore. 

"Per quale motivo Voldemort avrebbe dovuto inviarci una lettera vuota?" Ruppe il silenzio il giovane Potter, afferrando nuovamente il foglio di carta tra le sue mani esili e portandolo in contro-luce. Il risultato fu lo stesso dei precedenti tentativi. La lettera era vuota. Bianca. Un bianco quasi fastidioso alla vista, oserei dire. Sembrava... immacolata, come se nessuno l'avesse mai sfiorata neanche con una soffice piuma. 

"Un modo c'è" tagliò corto Mattheo, rigirandosi sui suoi stessi piedi e incrociando le braccia al petto. Le sue cicatrici si adattarono al movimento della sua pelle. "Solo che ancora non sappiamo quale" continuò. 

La sua espressione era proprio come me l'ero precedentemente immaginata: cupa, spenta. In un secondo, tutto ciò che avrei voluto fare era prenderlo per mano e trascinarlo tra le mie braccia. Avrei voluto sussurrargli all'orecchio che sarebbe andato tutto bene, che saremmo andati nello chalet nel Sussex e ci saremmo rimasti per un periodo indefinito di tempo. Ma la realtà era che non potevamo. Non potevamo perché non c'eravamo solo io e lui, ma anche tutti gli altri. Saremmo quindi dovuti restare ad Hogwarts per assicurarci di metterli in salvo. 

E allora nel Sussex non ci saremmo mai andati, perché Mattheo non aveva più tempo e mi avrebbe lasciata prima. 

Un nodo mi strinse dolorosamente la gola e dovetti lottare con tutte le mie forze per mandarlo giù senza versare nemmeno una lacrima. 

Sbuffai, scuotendo via i miei pensieri e avvicinandomi frettolosamente ad Harry. Gli sottrassi velocemente la lettera dalle mani, lasciandolo con uno sguardo confuso, ma non me ne curai. Puntai la bacchetta contro la pagina candida e sussurrai un flebile: "Revelio". 

"Y/n, ti darei ragione, se solo non fosse che ci abbiamo già provato un'infinità di volte" Borbottò Piton dall'angolo della stanza. 

La sua voce non mi toccò minimamente. Certo, loro avevano già provato con l'incantesimo, ma io no. Sulla pagina bianca, di fatto, era comparsa una scritta. 

Il respiro mi si mozzò in gola, e i battiti del mio cuore si aizzarono all'impazzata quando la lessi. Parole taglienti su carta bianca. Avrei quasi preferito che il foglio restasse immacolato. 

VIRAGO - Draco Malfoy or Mattheo riddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora