XV

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12 GIUGNO 1996 

Quando aprii gli occhi, non riuscii ad intravedere nemmeno un filo di luce. Sembrava quasi fossi ancora nel mondo dei sogni per quanto era buio. Mi rigirai sulla superficie dura sul quale ero sdraiata, mugugnando qualcosa di insensato, mente sentivo il corpo completamente indolenzito. Mossi prima le braccia, cercando di riprendere sensibilità, e poi mi tirai lentamente in piedi barcollando. Mi guardai le mani, con le dita arrossate alle estremità a causa del freddo intenso, ma se non altro riuscivo ancora a muoverle. Alzai poi lo sguardo, osservando il luogo dove mi trovavo, senza apparentemente riconoscerlo. La stanza era completamente vuota, priva di qualsiasi tipo di mobile o decorazione. I soffitti in pietra e candelabri accesi con fiamme verdi adornavano le pareti scure. L'unica fonte d'illuminazione, oltre alle candele, era una grata posta a sinistra, che filtrava quel poco di chiaro necessario per poter vedere. Mi sistemai i vestiti stropicciati, facendo qualche passo verso l'uscita. Mi fermai poco prima della soglia della porta, guardando fuori. La stanza si affacciava su un lunghissimo corridoio, composto da porte in legno chiuse a destra e a sinistra, mentre alla fine di esso vi era una scala che portava al piano superiore. La luce che vedevo in fondo al corridoio mi spinse ad attraversare la soglia. Nel momento esatto in cui ci provai, fui immediatamente scaraventata contro la parete opposta. Crollai a terra, tossendo per la botta che avevo preso. Mi massaggiai il capo, sbuffando frustrata. Il motivo per cui mancava la porta della stanza, era proprio perché la porta era la magia. Potevo vedere fuori, ma non potevo attraversarla. Ero bloccata chissà dove, chissà con chi, e chissà se fossi mai riuscita a vedere di nuovo la luce del sole.
Ero troppo stanca per fare qualsiasi cosa. Era come se mi fossi svegliata dopo un coma interminabile, e forse era proprio quella la sensazione che si provava ad essere cruciati. Mi mancava Kendra, e non sapevo se l'avrei mai più rivista, ma ero felice di averle salvato la vita. Non era giusto che per colpa mia la pagasse anche lei. Mi ero assunta le mie responsabilità ed avevo dato a Voldemort quello che voleva, in modo che smettesse di tormentare tutte le persone che mi stavano attorno. Mi sarei fatta coraggio ed avrei combattuto contro il signore oscuro, se necessario, e lo avrei anche ucciso.

Sentii dei passi ripetitivi provenienti dalle scale, qualcuno stava scendendo nel seminterrato dov'ero rinchiusa. Fissai il fondo del corridoio, quasi spaventata da chi mi sarei trovata davanti. Quando la figura scusa giunse alla fine delle scale, avanzò lentamente verso di me. Finalmente la luce verde dei candelabri lo illuminarono. Mattheo Riddle era vestito di tutto punto, con abiti scuri e concisi, perfettamente pettinato.
Deglutii quando giunse fuori dalla stanza. Mi guardò qualche secondo, con un ghigno maligno in viso, prima di prendere a parlare.

"y/n, y/n

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"y/n, y/n..." ridacchiò poggiandosi allo stipite della porta, a lui la magia protettiva non faceva effetto "finalmente ho modo di averti come ospite a casa mia"

Ingoiai un boccone d'aria, sforzandomi di non rispondergli. Lui, dal canto suo, entrò nella stanza avvicinandosi lentamente a me, mentre io indietreggiavo. Non riuscivo a reggere il suo sguardo crudele su di me. Era troppo.

"ti hanno mai insegnato a guardare negli occhi qualcuno quando ti parla?" ghignò, mentre toccai con la schiena la parete, deglutii. Il suo corpo slanciato e muscoloso torreggiò sul mio, e mi portò una mano fredda sotto al mento, alzandomi lo sguardo sul suo. Quando incontrai i suoi occhi scuri mi chiesi com'era possibile che fossero così di marmo. Non riuscivo ad entrarci, e non riuscivo a vederci nulla che non fosse un muro alto un metro.
"giusto, nessuno te l'ha insegnato perché tu non hai mai avuto una famiglia" soffiò freddo sul mio viso, come se volesse ferirmi il più possibile. Ma io non provai niente. Non sentivo nulla, perché non sapevo neanche cosa significasse avere una famiglia. Come poteva farmi del male una cosa che non sapevo neanche di avere? Non avevo una madre, perché non sapevo chi fosse, ed avevo la mente così annebbiata che se pensavo ai miei genitori riuscivo solamente ad interfacciare un grande punto di domanda.

"tu invece hai una famiglia migliore, vero?" mi morsi il labbro inferiore, guardandolo seriamente, e sentendolo irrigidirsi.

Si scostò da me, afferrandomi un polso tra la mano e stringendolo. Delle lacrime mi colarono sul viso per il dolore che provavo. Mattheo premeva le dita sulla cicatrice che avevo incisa per causa sua, e godeva vedendomi piangere inerme davanti a lui. Mi spinse a terra, dove finii in ginocchio. Mi asciugai il viso con il dorso delle mani. Theo mi puntò la sua bacchetta contro, e quando alzai lo sguardo sul suo lo trovai palesemente incazzato. Dovevo imparare a starmene zitta.

"non ti conviene fare la simpatica con me, bambina" ringhiò. Di colpo mi tirò un calcio nello stomaco, e mi ritrovai dolorante a terra. Tossii cercando di riprendere fiato. Mattheo si chinò su di me, prendendomi per i capelli e forzandomi a guardarlo di nuovo.

"domani duellerai con me, voglio vederti strisciare a terra chiedendomi pietà"

"Draco, mi insegnerai a diventare ambiziosa come una vera serpeverde?" risi puntandoli la bacchetta contro, simulando un duello.
Scosse il viso divertito, stando al gioco e puntandomi a sua volta la bacchetta addosso.

"expelliarmus" la mia bacchetta volò dall'altro lato della stanza "accio".

Di colpo mi ritrovai il biondo con in mano due bacchette. Lo guardai stranita, e lui si sciolse in un sorriso caldo.

"prima regola, amore, un serpeverde saprà sempre anticipare ogni tua mossa"

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"prima regola, amore, un serpeverde saprà sempre anticipare ogni tua mossa"

Draco mi mancava come l'aria.

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N.A.: ciao ragazze! scusatemi per la lunga attesa, ma sono stata molto impegnata.
Questo capitolo è diverso dagli altri, ma è perché ho bisogno di scrivere capitoli più brevi per raccontare diverse vicende, quindi penso proprio che ne pubblicherò uno al giorno.

A domani!

M

VIRAGO - Draco Malfoy or Mattheo riddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora