XXXII

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NOVEMBRE 1996

"y/n" mi corse dietro il giovane Riddle "ti prego, lascia che ti spieghi" aveva il fiato corto e il corpo tremante. Non l'avevo mai visto in quelle condizioni, ma avevo la mente troppo offuscata dalle nubi per notarlo. Avevo avuto un fratello, era vero. Ma malgrado ci provassi e riprovassi, non riuscivo ad associarlo a niente. La sua figura era un enorme punto interrogativo vagante nella mia mente come una mina inesplosa, proprio come l'immagine di mia madre. Non sapevo niente di loro, di quello che amavano, dei loro volti, dei loro comportamenti, delle loro scelte. Niente. L'obliavate mi aveva portato via tutto quello che avevo, soprattutto i ricordi. Aveva raso al suolo in pochi secondi tutto quello che mi ero costruita, lasciandomi da sola. Vivevo una vita nel presente del mio tempo e non potevo concedermi altro se non rimembrare quelle poche cose che mi erano state concesse. In quel momento, non c'era guerra che tenesse contro me stessa. Mi odiavo per non riuscire a ricordare, ed ogni fottuto giorno cercavo di camuffare i miei sentimenti. Ma a chi? A chi cercavo di nasconderli? e perché a nessuno se non a me stessa? Perché ero sempre io che mi sforzavo di non pensarci, e di non cedere all'oblio. Ma mi era impossibile. Era inevitabile che il buco nero mi avrebbe trascinata sul fondo, ed in quel momento non potevo fare altro che ammettere una volta per tutte a me stessa che no, non stava andando tutto bene. Affatto. Ed ero stanca di fingere che fosse così. Avevo sacrificato la mia stessa vita per salvare quella delle persone che amavo, come Draco, e lo avrei sempre fatto. In qualsiasi altra vita parallela esistente, y/n avrebbe sempre pronunciato il voto infrangibile per proteggere gli altri, ma cosa ne sarebbe stato di me? era giunto il momento di essere felice. Mi fermai in mezzo al corridoio, squadrando dalla testa ai piedi il riccio, che si era fermato a sua volta.

"tu mi hai mentito per tutto questo tempo..." sussurrai. Le lacrime mi bagnavano insistenti le gote arrossare, mentre il labbro inferiore tremava violentemente. Cercavo sollievo nell'aria fredda, che però non riuscivo a trovare. Mattheo aveva il respiro mozzato e il viso pallido. Mi fissava negli occhi senza dire una parola, perché non ne aveva. Si sentiva perso dietro ai suoi stessi passi, si era tradito da solo ed aveva tradito me. Non se lo sarebbe mai perdonato. E io non avrei mai perdonato lui per quello che mi aveva fatto. Per come aveva avuto anche solo il coraggio di avvicinarsi, ed addirittura di fare l'amore con me dopo l'atto che aveva compiuto. Di guardarmi negli occhi e lasciarsi amare. Mattheo era colpevole per aver distrutto la mia famiglia, e io lo avevo lasciato entrare, servendogli la vittoria su un piatto d'argento.

"io mi fidavo di te" con un filo di voce, mi passai il palmo delle mani ad asciugare le lacrime che continuavano la loro ascesa imperterrite. Le mani mi tremavano insistentemente. "tu mi hai rovinata" continuai, con spasmi e singhiozzi. Guardavo il ragazzo di fronte a me e non riuscivo a vere altro che un'ammasso di macerie. Mattheo Riddle era maledetto. Lo sapevo, e l'avevo sempre saputo. Eppure mi ero lasciata andare, pensando che forse una possibilità avrei potuto concedergliela, ma mi sbagliavo. Si era preso tutto di me. Il mio onore, il mio corpo, la mia anima e il mio amore. Ero più sua di quanto potessi immaginare, ed ora, guardandolo in volto, riuscivo finalmente ad odiarlo come avrei dovuto fare molto prima. Tutto ciò che volevo, in quel momento, era maledirlo così tanto da lasciarlo agonizzante a terra. Gli occhi mi bruciavano avvelenati d'odio e di rabbia nei suoi confronti. L'amore che mi aveva resa debole per lui, e che mi aveva resa sua a tutti gli effetti, ormai era stato spazzato via dal sentimento di abominio che provavo anche solo pensandolo.

"y/n" fece un passo in avanti. Gli occhi rossi ed estremamente feriti. Sembravano squarciati dal dolore che stava provando, ma non m'importava. Avrebbe dovuto bruciare nella vergogna d'essere stato un codardo. Avrebbe dovuto rimanere solo con se stesso e con la sua coscienza fino alla fine dei tempi. Nessuno avrebbe dovuto permettersi di rivolgergli la parola né tanto meno di stargli accanto. Mattheo Riddle si meritava di morire solo come un cane, nel pozzo infinito del suo orgoglio. Di marcire sotto ad un albero di baobab fin quando questo non l'avrebbe inglobato in se stesso. O forse, ancora meglio, la maledizione più grande di tutte sarebbe stata vivere in eterno con la consapevolezza di essere la causa di tanta sofferenza nel cuore degli altri, fino a quando non si sarebbe strappato il suo dalla disperazione.

VIRAGO - Draco Malfoy or Mattheo riddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora