I gemelli

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"Ma si può sapere che cosa state facend... oh." La voce del capo ufficiale si spense non appena vide Oliver e Felipe vestiti uguali.
Oliver diventò tutto rosso dalla vergogna, mentre Felipe disse tranquillo sorridendo ad Alfonso: "Sì, oggi abbiamo deciso di giocare ai gemelli. Siamo fichissimi, non è vero Alfonso?" Alfonso non riusciva a parlare, continuava a passare lo sguardo dall'uno all'altro a bocca aperta. "Sbrigatevi, la colazione è pronta" fu tutto quello che riuscì a dire dopo una manciata di secondi. Oliver e Felipe lo seguirono senza controbattere.
Quando entrarono nella mensa tutti smisero di mangiare e li fissarono. Per un attimo ci fu il silenzio più assoluto, poi la mensa si riempì di commenti e risatine. Oliver avrebbe voluto sotterrarsi, ma Felipe lo prese per mano e lo trascinò fino al tavolo al quale erano seduti i loro amici.
"Wow!" fu la prima cosa che esclamò Dante non appena li vide. Cristobal invece si limitò a sgranare gli occhi per lo stupore. "Sì, stamattina Oliver ha avuto la brillante idea di vestirsi così e io ho subito seguito il suo esempio" spiegò Felipe tutto contento. "State molto bene" disse Dante sorridendo. "Sembrate fratelli!" Oliver era sorpreso: "Aspettate un attimo, volete dire che noi vi piacciamo davvero?" "Ma certo" annuì Dante. "Siete stati molto originali. Sai, qui non si vedono molte persone con i vestiti colorati" aggiunse accennando agli altri detenuti. In effetti la maggior parte di essi indossava vestiti sul marrone, sul nero o, più raramente, sul bianco. "Già, è una noia mortale" concordo' Felipe con fervore. "Meno male che ci siamo noi, vero Oliver?" chiese poi attirandolo a sé. Oliver diventò tutto rosso e riuscì a mormorare un "si" a mezza voce per poi iniziare a mangiare per nascondere quanto si sentisse imbarazzato.
Quando finirono la colazione, mentre salivano le scale per andare al lavoro, Oliver disse a Felipe: "Ehi, grazie per avermi aiutato. Sei stato molto gentile." Era sincero, anche se ammetterlo non era stato per niente facile per lui. Felipe gli sorrise e lo attirò di nuovo a sé: "Figurati, è stato un piacere. A cosa servono gli amici sennò?" Oliver arrossì di nuovo; il suo corpo si irrigidi' alla vicinanza con Felipe, ma non si staccò. Le sue parole furono comunque la cosa che lo colpì di più: lui non aveva mai avuto degli amici. O almeno, degli amici veri. Oliver si sentiva colpito, ma felice.
Un'altra giornata d'inferno alla Esma era appena cominciata.

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