Disgusto e strafottenza

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La mensa non era quello che Oliver si sarebbe aspettato di vedere: era una sala molto grande, con almeno una trentina di tavoli di legno e due panche per ogni tavolo, anch'esse di legno. Sul lato sinistro della stanza c'erano delle finestre con delle sbarre di ferro davanti. Sul lato destro invece c'era una specie di self-service, dal quale proveniva un odore che fece subito tappare il naso ad Oliver. "Ma che cos'è questa puzza?" bofonchio' con voce nasale. Felipe ridacchio': "Oh, è solo la nostra cena. Buonissima, come puoi vedere. O sentire. Dai vieni, mettiamoci in fila."
Oliver lo seguì. Si chiedeva cosa poteva essere quella pietanza avente quell'odore nauseabondo. Lo scoprì poco dopo, quando un cameriere gli porse un vassoio con un piatto fondo pieno di una crema verde chiaro. "Ma... che cos'è questa roba?" chiese Oliver rivolto al cameriere. "Crema di carciofi" rispose quest'ultimo molto tranquillamente.
Oliver inorridi': "Crema di carciofi?! In primavera?! Ma voi state s..." Non riuscì a finire la frase perché un ufficiale, che aveva sentito tutto, gli si avvicinò e gli chiese con voce minacciosa: "C'è qualche problema Castro? Forse il cibo non è di tuo gradimento?" Oliver impallidi' e degluti', ma rispose: "Oh no no! Lo adoro! Sa, la verdura è così... come dire... nutriente!" Ridacchio' nervosamente. L'ufficiale lo squadro' da capo a piedi, poi annuì anche se poco convinto e si allontanò.
Oliver tirò un enorme sospiro di sollievo: "C'è mancato un soffio..." Poi aspettò che venisse servito anche Felipe.
Quando il cameriere gli porse il vassoio lo stesso ufficiale che poco prima aveva minacciato Oliver gli si avvicinò. "Allora Aguirre, com'è andata la fuga questa volta?" gli chiese in tono canzonatorio. "Vedo che sei ancora qui, quindi vuol dire che Alfonso è riuscito di nuovo a sgamarti. Che peccato... E pensare che ce l'avevi quasi fatta questa volta. O sbaglio?" Vedendo che Felipe non gli rispondeva, limitandosi ad annuire o a scuotere la testa, l'ufficiale continuò: "Oh, che c'è, Aguirre? Hai perso la lingua? Strano, perché tu di solito la usi tanto. Anche troppo per i miei gusti. Dovresti imparare a tacere una buona volta, lo sai?"
Oliver non capiva: perché Felipe non reagiva?
Quando il suo compagno di stanza parlò, però, si dovette ricredere: "Prima di tutto non ho nessuna intenzione di stare zitto. Mi dispiace per te Ramiro, ma ho ancora una voce per esprimere la mia opinione. Tutti dovrebbero avere il diritto di farlo."
Oliver lo guardava con grande ammirazione: Felipe era un ragazzo pieno di coraggio, più di quanto lo fosse lui.
"Per quanto riguarda la mia fuga sì, sono ancora qui, vivo e vegeto" continuò Felipe. "Che sfortuna, vero? So bene quanto mi amate" e qui fece una piccola risata. Poi diventò di colpo serio e aggiunse: "Ma se non fosse stato per quei maledetti pomodori a quest'ora sarei a casa mia a mangiare un vero piatto di pasta, invece di quella specie di colla per manifesti che ci avete dato ieri!"
A quelle parole alcuni ragazzi seduti ai vari tavoli si misero a ridere di gusto. Oliver invece aveva capito due cose: la prima era che il suo compagno di stanza era davvero incredibile. La seconda era che il cibo lì faceva schifo.
Ramiro fulmino' con lo sguardo i ragazzi che avevano riso per poi ringhiare contro Felipe: "Come ti permetti, brutto insolente?! La pasta di ieri era buonissima!" Felipe fece una risata soffocata, facendo infuriare ancora di più Ramiro, poi gli disse: "Certo come no. Era così buona che non riuscivi neanche a staccarla dal piatto! Forse perché non voleva separarsi dal suo amato, non lo so." "Aguirre..." ringhio' di nuovo l'ufficiale. Quel ragazzo sapeva essere davvero estenuante.
Ma Felipe non lo ascoltò neppure e continuò imperterrito: "Perché non possiamo fare cambio per una volta? Noi mangiamo il cibo squisito che mangiate voi ufficiali e voi mangiate questo schifo che ci date tutti i giorni." Salì sul tavolo più vicino a lui e gridò: "Chi sta con me?" Tutti gli uomini e i ragazzi presenti nella mensa alzarono la mano: "Io!" risposero quasi all'unisono. "AGUIRRE!" strillo' a quel punto Ramiro, facendo zittire tutti.
Finalmente anche Felipe sembrò prenderlo in considerazione: "Che c'è?" chiese, come se lo vedesse per la prima volta. "Io... tu..." Ramiro era talmente arrabbiato che non riusciva nemmeno a parlare. "Come dici?" domandò Felipe confuso. Scese dal tavolo e riprese in mano il vassoio, che aveva appoggiato su una panca. "Se farfugli non riesco a capire, spiegati meglio."
A quelle parole Ramiro non ce la fece più; trattenendo un urlo di frustrazione, si diresse a passo di marcia verso Felipe e gli diede uno schiaffo talmente forte da farlo cadere a terra. Di conseguenza cadde anche il vassoio e la crema di carciofi si rovesciò sul pavimento.
Tutti gli ufficiali presenti nella mensa scoppiarono a ridere, mentre il povero Felipe tastava freneticamente il pavimento alla ricerca dei suoi occhiali.
Ramiro gli si avvicinò e gli diede un calcio nello stinco. "Ahia!" gridò Felipe dal dolore.
Oliver fissava la scena ad occhi sbarrati, totalmente paralizzato dalla paura. Sapeva che avrebbe dovuto aiutare Felipe, ma le sue gambe sembravano essere diventate di piombo.
"La prossima volta che rifarai una cosa del genere non mi limiterò a darti un calcio nello stinco" sibilo' Ramiro fumante di rabbia. Fece per andarsene ma poi si voltò e aggiunse: "Ah, e se stasera vai a letto senza cena... sono cazzi tuoi." Si voltò di nuovo e se ne andò. Mentre Ramiro andava via però si senti' comunque la sua voce, che mormorò a uno dei suoi compagni ufficiali: "Questo ragazzo mi farà venire l'esaurimento prima o poi..."
Nella mensa era calato il silenzio più totale, interrotto solo dalle posate che ogni tanto si scontravano con i piatti.
Fu in quel silenzio di tomba che Oliver si riscosse e si precipitò da Felipe, che stava ancora cercando i suoi occhiali. "Tieni" disse Oliver porgendoglieli. "Grazie. Ah, molto meglio" sospirò Felipe dopo averli indossati. "Stai bene?" gli chiese Oliver preoccupato. Felipe si sforzo' di sorridere: "Sì, sto bene. Tranquillo, ci sono abituato." "Ti è caduto il vassoio..." gli fece notare Oliver. Felipe abbassò lo sguardo sulla crema di carciofi tutta sparsa sul pavimento: "Oh..." disse solo. "Ti do il mio piatto se vuoi, io vado a prenderne un altro." Prima che Felipe potesse ribattere Ramiro ammoni' Oliver dicendo: "Tu non vai da nessuna parte Castro. Aguirre ha esagerato, e adesso deve pagare le conseguenze del suo comportamento." "Ho capito" ubbidi' Oliver abbassando gli occhi. Poi si rivolse a Felipe: "Andiamo dai tuoi amici?" Il suo compagno di stanza si illuminò in viso: "Certo. Vieni, seguimi." Oliver si affrettò a seguirlo e sperò con tutto il suo cuore che non succedessero altri guai.

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