Il vaccino

16 3 0
                                    

Come tutti i martedì, Alfonso comunicò l'elenco dei ragazzi che sarebbero stati "trasladados" il giorno successivo. Come tutti i martedì i ragazzi erano schierati in fila per cinque in palestra, in attesa di essere chiamati. Alfonso stava in piedi su una specie di piedistallo rialzato mentre leggeva i vari cognomi:  "Martinez, Iglesias, Pereyra, Ortiz, Domininguez, Guitierres, Silva, Paz, Herrera, Castro, Aguirre..." si fermò per guardare Felipe compiaciuto prima di continuare: "Godoy, Ponce, Vazquez... e..." Alfonso fece una pausa prima di pronunciare anche l'ultimo nome, non sapendo se leggerlo o meno. Ma poi pronunciò: "E Rossi."
I ragazzi si guardarono perplessi e iniziarono a bisbigliare tra di loro: "Rossi?" "Ma chi è questo?" "Ah non lo so! Mai sentito nominare!" "Sarà uno di noi..." "Ma perché noi non sappiamo chi è se è un detenuto come noi?"
Mentre Alfonso cercava di riportare il silenzio, Oliver dentro di sé esulto': "Le foto hanno dato i loro frutti. Zio Vito verrà con noi."

Quella sera padre Fernando diede una messa per tutti i ragazzi che sarebbero partiti l'indomani. Quando la messa fini' il cappellano prese da parte Dante e gli disse: "Sostituirò le siringhe con il farmaco con con delle siringhe piene d'acqua. Dovrete far finta di svenire. Mi raccomando, cercate di essere il più credibili possibile." Dante annuì.
La mattina seguente i ragazzi erano molto emozionati ma anche molto agitati; Felipe ovviamente era l'eccezione. Lui sembrava l'incarnazione della felicità.
Prima che i ragazzi passassero in infermeria per il vaccino Guillermo venne a dargli l'ultimo saluto. Si avvicinò a Felipe, gli mise una mano sulla spalla e gli disse sorridendo: "E così sei riuscito a ottenere ciò che volevi, eh Aguirre? Finalmente te ne andrai da qui!" Ma dentro di sé pensava: "Ridi pure Aguirre, tanto questa volta il tuo viaggio sarà senza ritorno." Felipe non gli rispose neppure: era così felice di andarsene che niente sembrava scalfirlo, a differenza delle altre volte in cui avrebbe sicuramente risposto a tono.
In quel momento i ragazzi videro arrivare una figura incappucciata che camminava a fatica, sostenuta da Alfonso, che in confronto sembrava un gigante rispetto alla figura, che invece era molto più minuta. I ragazzi iniziarono a bisbigliare tra di loro su chi fosse quella figura, ma Guillermo li fece tacere ordinando loro: "Muovetevi, dovete andare a fare il vaccino." Vedendo che i ragazzi non si muovevano il direttore della Esma gridò: "Muovetevi prima che cambi idea e decida di lasciarvi qui!" A quelle parole tutti i ragazzi si misero a correre.
Intanto padre Fernando era riuscito a sostituire tutte le siringhe, tranne una, a causa dell'arrivo dell'infermiere. Pregò con tutto il suo cuore che quella siringa non fosse destinata al suo amato Dante, e che a qualsiasi ragazzo fosse toccata gli altri avessero potuto aiutarlo.
I quattordici ragazzi e la figura incappucciata vennero portati in un piccolo corridoio e chiamati uno ad uno per entrare in un locale con le pareti nere a fare il vaccino. Alfonso disse loro che dopo la vaccinazione sarebbero stati caricati sui camion per andare all'aeroporto.
Il primo a essere chiamato fu Felipe; entrò nella stanza tutto baldanzoso, ma non appena l'infermiere infilò l'ago nel suo braccio Felipe smise di colpo di sorridere, i suoi occhi si chiusero lentamente e cadde dalla sedia privo di sensi. Due ufficiali lo portarono fuori dalla stanza, lo spogliarono e lo gettarono dentro uno dei camion. Non appena i due aguzzini se ne furono andati Felipe aprì gli occhi e mormorò tra sé e sé: "Sono un attore nato! Speriamo che anche gli altri saranno bravi quanto me, ma dall'altronde non è difficile fregare questi babbei... eh eh."

NakedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora