Il passato di Dante

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"Bene, questo è l'ultimo" disse l'ufficiale rivolto al padre cappellano. Padre Fernando annuì e, cercando di nascondere le lacrime, benedi' il ragazzo. Subito dopo l'ufficiale lo gettò nel Rio de la Plata. Padre Fernando voltò il viso per nascondere la tristezza e il dolore immensi che stava provando.
Ogni mercoledì era costretto a dare l'estrema unzione a dei poveri ragazzi che venivano narcotizzati, caricati su un aereo e buttati nel fiume, o in alcuni casi addirittura nel mare, per essere eliminati per sempre. Queste operazioni alla Esma erano meglio conosciute come i "voli della morte".
Una volta tornato alla Esma, Padre Fernando stava per ritirarsi nella sua cella di preghiera quando la sua attenzione fu attirata da un paio di occhi azzurri come il mare... Il suo primo pensiero fu: "José Ponce... ma no, non può essere, José è morto!" Poi però guardò più attentamente e si accorse che non era José. Era...
"Dante!"
Dante, che stava parlando con Oliver, si girò di scatto e quando vide il padre cappellano corse da lui: "Padre!" esclamò. "Tu conosci quest'uomo?" chiese Oliver sorpreso. "Sì, è il parroco che ha sposato i miei genitori" rispose Dante. "Non sapevo che tu fossi qui!" esclamò il padre cappellano rivolto a Dante. "Sì padre, ormai è da più di un anno che sono qui." "Un anno?!" esclamarono in coro Oliver e Padre Fernando. "Ti hanno rapito anche a te?" aggiunse il padre cappellano. Dante annuì: "Mi hanno preso mentre stavo dormendo, quando mi sono svegliato ero qui. Come sta mia nonna? Dimmi di lei, ti prego." Padre Fernando sospirò: "Tua nonna, per quanto ne so, ti sta cercando. È molto preoccupata, pensa di averti perso per sempre." "E i tuoi genitori?" si intromise Oliver. "Perché non ti stanno cercando?" Dante abbassò lo sguardo: "Ecco... come posso dire..." "I genitori di Dante sono morti." Oliver sgrano' gli occhi: "Cosa?" Si girò verso il suo amico per chiedere spiegazioni, e così lui iniziò a raccontare: " I miei genitori sono morti in un incidente d'auto quando ero bambino. Avevo circa sette o otto anni, ma per me il dolore è stato difficile da superare. Padre Fernando mi ha aiutato molto in quel periodo buio. Poi i miei nonni materni, appena hanno saputo dell'incidente, mi hanno accolto in casa loro come se fossi il loro figlio e mi hanno cresciuto."
Oliver era senza parole dopo aver ascoltato la triste storia di Dante. "Mi dispiace. Non volevo riaprirti una vecchia ferita" balbetto' mortificato. "Non ti preoccupare" lo rassicuro' Dante. "Ormai è acqua passata."
In quel momento il suono della campanella squarcio' l'aria. "Oh, noi dobbiamo andare, altrimenti chi lo sente Alfonso! Arrivederci padre" lo salutò Dante. Poi lui è Oliver corsero via.

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