Il giorno seguente Felipe si alzò con un sorriso radioso sul viso, come non gli capitava da tempo. Non vedeva l'ora di raccontare ai suoi amici del suo piano di fuga. Oliver invece rimase taciturno per tutta la mattina: voleva evitare eventuali rogne.
Poco prima della pausa pranzo i quattro amici si trovarono in palestra. Come aveva previsto Felipe, Mauricio uscì poco dopo averli riuniti tutti, lasciandoli soli e liberi di parlare o farsi i cavoli propri.
Felipe raccontò a Dante e Cristobal ciò che aveva scoperto Oliver il giorno precedente. Alla fine del racconto Cristobal sbotto': "Ed è solo per questo che ci hai riuniti qui oggi? Per dirci di uno stupido fantasma, che tra l'altro non esiste neppure?"
Felipe fece una leggera risata; a volte Cris sapeva essere davvero insopportabile. Poi gli rispose: "No, ho trovato il modo per uscire da qui!" esclamò tutto felice. Sia Dante che Cristobal sgranarono gli occhi dallo stupore. Il primo gli chiese preoccupato: "Vuoi davvero scappare un'altra volta? Questa è la quindicesima volta che ci provi!" "Sedicesima" lo corresse Felipe. Il secondo a quel punto esclamò: "Appunto, è meglio che lasci perdere, Felipe. Tanto è inutile, ti beccheranno sicuramente anche questa volta."
A quelle parole Felipe si fece estremamente serio in volto; i suoi amici non lo avevano mai visto così serio prima di allora. "Questa volta ci riuscirò e voi verrete con me!" proclamò con decisione. Cristobal si batté una mano sulla fronte sospirando rassegnato, mentre Dante domandò a Felipe dubbioso: "E come pensi di fare questa volta? Non avrai intenzione di nasconderti di nuovo nel cassonetto dell'immondizia vero?" Felipe scoppiò a ridere al ricordo; sì, in effetti quella era stata una pessima idea. "Farò di meglio: mi farò trasferire!" Cristobal si mise a ridere, ma non era divertito come Felipe poco prima. "Che idea assurda! Tu fai sempre casino, non ti trasferiranno mai in Cile o in Patagonia o quello che sia!"
In quel momento Oliver decise che era arrivato il momento di dire agli amici la verità su quei voli che loro credevano liberatori.
"In realtà quei voli non sono belli come voi credete che siano" disse con una leggera nota di tristezza nella voce. A quelle parole Dante e Cristobal si fecero attenti. "Perché dici questo?" gli chiese Dante dolcemente. Oliver capitolo': "Zio Vito mi ha spiegato che i prigionieri che vendono scelti vengono narcotizzati, caricati sull'aereo e gettati nel mare o nel fiume. E muoiono così, senza neanche accorgersene."
Dante e Cristobal rimasero scioccati da quell'orrenda verità. Mai avrebbero pensato che dietro quei voli apparentemente innocui si nascondesse un simile destino. "Lo so che è ripugnante, ma se vogliamo andarcene senza venire torturati poi è l'unico modo" disse Oliver. Felipe rimase per un momento colpito dal coraggio dell'amico, poi gli diede man forte: "Ha ragione, questa è l'unica soluzione. Dante" aggiunse rivolgendosi all'amico, "potresti chiedere a padre Fernando se può aiutarci in questa missione? Lui è l'unico che sappia come funzionano questi voli. Ti prego!"
Dante ci pensò su un momento: era vero, quel piano era molto rischioso, ne andava delle loro vite. Però anche lui avrebbe tanto voluto riabbracciare i suoi nonni; ormai era più di un anno che non li vedeva. "In fondo, che cos'ho da perdere?" pensò. "Padre Fernando è una brava persona, non mi tradirebbe mai."
Alla fine rispose a Felipe: "Va bene, proverò a parlargli." "Ah-ah! Sapevo che non mi avresti deluso amico mio!" esulto' Felipe abbracciandolo.
In quel momento Cristobal perse la pazienza: "Il vostro piano è un suicidio. Se quello che dice Oliver è la verità non ne uscirete vivi! Volete farvi ammazzare? Va bene, fatelo pure! Ma sappiate che io non verrò con voi." Cristobal aveva il viso rosso dalla rabbia. A quel punto Oliver gli chiese confuso: "Non capisco. Perché sei così contrario al nostro piano?" Gli occhi di Cristobal sembravano mandare fiamme, ma in fondo a tutto quel fuoco che bruciava c'era anche un dolore immenso. "Io voglio restare qui" disse con la voce che tremava. "A differenza vostra non ho un futuro da cui tornare là fuori" concluse lapidario e se andò facendo ruotare la sua carrozzina, lasciando i suoi amici da soli con le loro domande.
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Naked
General FictionBuenos Aires, 1979. Oliver Castro è un giovane ragazzo di diciotto anni molto viziato, essendo cresciuto in un ambiente pieno di comfort. I suoi genitori, resisi conto di aver cresciuto il loro figlio male, decidono quindi di portarlo in una scuola...