Libertad

15 3 2
                                    

Il viaggio in camion fino all'aeroporto sembrava non finire mai per Oliver. Tra l'altro faceva anche fatica a respirare, perché Dante lo stava schiacciando con il suo peso. Più passava il tempo, più Oliver veniva assalito dalla paura di essere scoperto.
Finalmente il camion si fermò: erano arrivati. Oliver venne sollevato di peso e sbattuto contro una superficie dura, che gli fece male. Senti' un forte bruciore alla testa e perse i sensi.
Quando si riprese senti' la voce di padre Fernando che diceva: "Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti." "Ci siamo" pensò Oliver con la pelle d'oca dall'emozione.
Tutto stava per finire. Stava per tornare alla vita normale.
Poi avvenne. Oliver si senti' cadere nel vuoto; allora aprì gli occhi e vide l'acqua del Rio de la Plata avvicinarsi sempre di più. D'istinto si mise in posizione di tuffo, com'era solito fare quando si tuffava nella sua piscina privata; prese un bel respiro, chiuse gli occhi e l'acqua gelida lo avvolse totalmente. Ma Oliver non sentiva freddo, anzi, era come se qualcuno lo avesse abbracciato e lo avesse avvolto del suo calore.
Dopo qualche secondo sommerso Oliver risali' in superficie e, una volta emerso, ancora incredulo e pieno di euforia, gridò a pieni polmoni: "Estoy libre!"
"Oliveeer! Sono quiii!"
Una voce familiare gli rispose sempre gridando. Oliver si girò e vide Felipe che lo stava salutando freneticamente con il braccio destro. Oliver lo raggiunse velocemente e i due nuotarono insieme fino alla riva del fiume. Appena usciti si abbracciarono; Oliver senti' il desiderio di Felipe premere sul suo ventre e si staccò di colpo dall'abbraccio, mentre Felipe si mise a ridere divertito dalla sua reazione. "Dove sono gli altri?" domandò Oliver preoccupato. I due ragazzi si girarono e videro una cosa incredibile: videro Dante che sorreggeva Cristobal, che camminava a piccoli passi, sorridendo. Oliver e Felipe rimasero di sasso. "E zio Vito?!" Oliver guardò nel fiume, ma non lo vide. Vide più a monte gli altri ragazzi che erano con loro, tranne Vito e il piccolo Onesimo. Deve aver preso lui la fiala difettosa, pensò Oliver.
Il giovane Castro si tuffo' di nuovo in acqua. "Dove vai?!" gli gridò dietro Felipe. "Devo provare a cercarlo" gli gridò Oliver di rimando.
In quel momento i ragazzi videro in mezzo al fiume, più a valle, riemergere Vito, che sosteneva Onesimo a fatica. Oliver si lanciò verso di loro. Nuotava più veloce che poteva; non si sentiva più le gambe con tutta l'energia che ci stava mettendo. Ma resistette. Il suo unico pensiero in quel momento era: "Devo farcela, devo salvarli prima che la corrente li trascini verso l'oceano."
Sembrava sul punto di collassare quando vide lo zio e Onesimo a meno di due metri di distanza. Con un ultimo sforzo li raggiunse, e afferrò Onesimo. "Vai verso riva, io vi seguo" disse Vito al nipote. Oliver iniziò a nuotare lentamente verso la riva del fiume: temeva che lo zio non ce la facesse. Erano quasi arrivati quando Oliver vide due braccia magroline ma potenti sollevare il piccolo Onesimo. Era Felipe, e con lui c'era anche Dante, che aiutò Vito a uscire dall'acqua.
Si stesero tutti a riva esausti da quella fuga folle e rocambolesca, poi si guardarono negli occhi e gridarono pieni di euforia: "Libertad!!!" Sì, perché è questo che avevano riottenuto: la libertà. Una libertà che niente e nessuno avrebbe più potuto togliergli.

NakedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora