Ritorno alla vita

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I ragazzi lasciarono la riva del Rio de la Plata e si addentrarono nel bosco vicino. Ben presto però poterono toccare con mano (e non solo) che la loro nudità era un problema: si ferirono i piedi e le braccia con i rovi, per non parlare  dei glutei e di tutto quello che ci stava lì sotto.
Per fortuna, dopo un po', sbucarono in una distesa di mais che sembrava non avere fine per quanto era grande. Raccolsero delle foglie per farsi dei perizomi improvvisati, anche se le foglie facevano un po' il solletico, specialmente in quelle zone. Poi provarono anche a fare dei sandali intrecciando le foglie. Non erano bellissimi, ma almeno i piedi non venivano più feriti dalle fastidiose spine dei rovi.
Per essere una mattina di fine novembre e fosse ancora primavera, quel giorno il sole era più caldo del solito, tanto che i ragazzi facevano fatica a camminare sotto quel sole cocente, che sembrava bruciare tutto ciò che incontrava.
Finalmente videro un anziano uomo, con una lunga barba bianca, che arava i campi aiutandosi con un bue. Dante d'istinto corse ad aiutarlo. Dapprima il vecchio lo guardò sbigottito per via del suo abbigliamento poco ortodosso, ma poi lo ringraziò, anche se dentro di sé continuava a pensare: "Madre de Dios, dove andremo a finire? Povera Argentina!"
Dopo aver finito di arare il vecchio si sedette sotto un grande albero di ciliegie per riposarsi un momento, e i ragazzi, per aiutarlo, decisero di alternarsi ad arare il grande campo, tranne Vito, che era ancora troppo debole per lavorare.
Quando giunse l'ora di pranzo il vecchio li invitò a mangiare a casa sua; non era una casa grandissima, ma era molto accogliente. La moglie del vecchio diede a tutti dei vecchi vestiti che erano appartenuti ai suoi figli, che ora se ne erano andati tutti via di casa per vivere altrove, e dei sandali di cuoio, così che non potessero ferirsi i piedi.
Inoltre, appena prima che partissero di nuovo, i due anziani coniugi donarono ai ragazzi un sacco pieno di pannocchie: "Non è molto, ma credo che per arrivare a Buenos Aires dovrebbero bastare" dissero in coro. I ragazzi non sapevano più come ringraziarli per quell'offerta così generosa. Poi ripartirono, sotto un sole che bruciava più che mai.
La settimana che ci volle per arrivare a Buenos Aires sembrò volare in un lampo per i nostri coraggiosi eroi. Erano così euforici di ritornare finalmente a casa che la stanchezza sembrava avere il peso di una piuma. Durante il tragitto, mangiarono i deliziosi frutti che trovarono, come ciliegie, pere e mele. Una sera Felipe propose di cucinare i popcorn: con tutto quel mais che avevano avrebbero potuto fare una bella scorpacciata di popcorn! Ne furono tutti entusiasti.
Finalmente arrivarono alla periferia di Buenos Aires. Ce l'avevano fatta. Erano tornati a casa.
Si sedettero sul ciglio della strada esausti per la fatica, ma anche consapevoli che avrebbero dovuto salutarsi. Avevano trascorso tanti mesi insieme, avevano condiviso tanto dolore, tante esperienze, ma adesso era giunto il momento per ognuno di loro di tornare alla loro vita di sempre.
Tutti avevano gli occhi lucidi dall'emozione: "Mi mancherete tutti molto" disse Vito, che fu il primo ad alzarsi. "Anche se non vi ho praticamente quasi mai visto, vi sono grato per avermi tirato fuori da quell'inferno. Grazie a tutti." Erano tutti commossi, specialmente Oliver. Poi Vito corse via, pronto più che mai a riabbracciare Rosalia e le sue bambine.
Oliver e Felipe si offrirono volontari per riaccompnare a casa il piccolo Onesimo, visto che era ancora minorenne. Nonostante avesse solo quattordici anni la vita lo aveva piegato parecchio. Ma ora era felicissimo di riabbracciare la sua famiglia, dopo undici lunghissimi mesi senza vederli.
Dante domandò a Cristobal di accompagnarlo a casa sua, e per finire tutti gli altri si dispersero, correndo felici dalle loro famiglie.

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