Pepa si annodo' il fazzoletto bianco sulla testa e prese la borsa. "Ciao tesoro, io vado!" Suo marito alzò la testa dal giornale che stava leggendo per guardarla. Quando si accorse del fazzoletto bianco che indossava la moglie i suoi occhi si spalancarono: "Perché stai andando là? Oggi non è giovedì!"
"Là" stava per la Plaza de Mayo, il luogo dove le madri si riunivano ogni giovedì per rivendicare la scomparsa dei loro figli.
Pepa sospirò spazientita: "Quante volte te lo devo dire, Hipolito? Io non mi arrendero' fino a quando non avrò ritrovato mio figlio, dovessi perdere la vita!"
Pepa Aguirre non aveva mai mandato giù il fatto che il suo amato figlio Felipe fosse stato rapito. Si ricordava ancora di quel pomeriggio di aprile in cui gli amici di suo figlio erano piombati in casa sua, gridando che Felipe, mentre stavano tornando a casa dall'università, era stato preso all'improvviso da una squadra di militari e caricato su una Ford Falcon verde scuro. Loro avevano provato a inseguirla, ma la macchina era troppo veloce e alla fine l'avevano persa di vista. Pepa non aveva voluto sentire altro: dopo aver ringraziato frettolosamente gli amici di Felipe si era precipitata alla Casa Rosada per chiedere informazioni al riguardo. A nulla erano valse le proteste di suo marito e della figlia Paula.
Alla Casa Rosada, però, le avevano detto di non sapere nulla, inoltre la macchina era senza targa.
Ma Pepa non si era arresa: ogni giorno, per sei mesi, era andata alla Plaza de Mayo per ricevere informazioni su suo figlio. Più volte gli ufficiali l'avevano minacciata di non farsi più vedere, ma lei aveva continuato per la sua strada. Suo figlio era scomparso, e lei doveva ritrovarlo a qualunque costo.
"Dici questa frase da sei mesi, eppure non l'hai ancora ritrovato" ribatté Hipolito. "Forse dovresti lasciar perdere."
A quelle parole Pepa si arrabbio' moltissimo: possibile che nessuno capisse la gravità di quella situazione?! Suo marito era troppo fifone per provare a cercare suo figlio, mentre Paula... beh, era preoccupata per suo fratello, sì, ma neanche lei non aveva fatto niente per ritrovarlo.
"Lasciar perdere? Stai scherzando? Mio figlio, anzi nostro figlio, è stato RAPITO, Hipolito. RAPITO. Io non posso starmene qui con le mani in mano mentre mio figlio potrebbe essere chissà dove. E adesso, se vuoi scusarmi, devo andare."
E detto questo, uscì, lasciando il marito da solo con i suoi pensieri.
Hipolito sospirò: sua moglie non sarebbe mai cambiata. Era testarda e determinata, proprio come suo figlio. E lui ammirava molto queste sue qualità. Avesse avuto anche solo la metà del coraggio della moglie, avrebbe cercato anche lui suo figlio, come un vero padre avrebbe fatto. "Perdonami Felipe. Perdonami se puoi. E Pepa, alma mia... fa attenzione."
STAI LEGGENDO
Naked
General FictionBuenos Aires, 1979. Oliver Castro è un giovane ragazzo di diciotto anni molto viziato, essendo cresciuto in un ambiente pieno di comfort. I suoi genitori, resisi conto di aver cresciuto il loro figlio male, decidono quindi di portarlo in una scuola...