Felipe si diresse verso un tavolo situato in un angolo della mensa al quale erano seduti due ragazzi. Uno di loro era piuttosto robusto; aveva i capelli mossi lunghi fino alle spalle di un castano molto scuro, quasi nero, e gli occhi azzurri come il mare che facevano un bel contrasto con la sua carnagione olivastra. Il suo sguardo limpido trasmetteva tanta serenità e pace, almeno secondo Oliver.
L'altro ragazzo invece era più snello, ma il suo corpo diceva comunque che aveva passato tanto tempo in palestra. Aveva i capelli biondo scuro corti e gli occhi scuri; in essi Oliver lesse una grande forza di carattere, che però era nascosta sotto una calma apparente.
"Ciaoo!" li salutò Felipe tutto allegro. Il ragazzo biondo però smorzo' subito il suo entusiasmo: "Fossi in te non riderei così tanto Felipe." "Dai Cris, non essere così serio!" esclamò Felipe sedendosi di fronte al ragazzo con i capelli mossi. "Diamo il buon esempio ai nuovi arrivati. A proposito, lui è Oliver, il mio nuovo compagno di stanza." "Ciao Oliver" lo salutò il ragazzo con i capelli mossi. "Benvenuto alla Esma. Io sono Dante" si presentò porgendogli la mano. Oliver la strinse: "Piacere." Poi porse la mano al ragazzo biondo: "E piacere anche a te... Cris." "Cristobal" lo corresse il biondo leggermente infastidito. "Ma tu puoi chiamarlo Cris" si intromise Felipe. Cristobal lo fulmino' con lo sguardo. "E va bene, la smetto... permaloso."
Felipe e Oliver si sedettero. "Devi stare molto attento alla lingua Felipe, perché ti sei già cacciato in molti guai. Troppi." I rimproveri di Cristobal continuarono. "Questa è la quindicesima volta che hai provato a scappare, e Alfonso è riuscito a scoprirti anche questa volta. Perché non puoi semplicemente lasciar perdere?" "Lasciar perdere?" ripeté Felipe mettendosi una mano sul petto come scioccato. "Mai! Preferisco morire piuttosto che arrendermi. La mia famiglia mi sta aspettando da sei mesi. Ti rendi conto?! Sei mesi! Alfonso, suo fratello Ramiro e gli altri possono torturarmi all'infinito, non m'importa. Ma io non mi arrendero' MAI!"
Cristobal sospirò rassegnato: parlare con Felipe a volte era come parlare al muro. Oliver invece gli chiese sorpreso: "Fratello? Ramiro è davvero il fratello di Alfonso?" "Eh già" confermò Felipe. "Cattivo sangue non mente, eh?" "Già..." disse Oliver passandosi una mano tra i capelli. Poi tornò a guardare il suo piatto con una smorfia. "Non ti piace vero?" gli chiese Felipe. "Diciamo che non sono abituato a mangiare queste cose..." sospirò Oliver. Sì, quel cibo era decisamente diverso da quello che mangiava di solito.
"Ti conviene mangiare finché è calda" lo ammoni' Cristobal. "Questa sarà la tua cena." Oliver sgrano' gli occhi: "Che cosa?! Stai dicendo che... questo è il nostro unico pasto serale?" "Purtroppo sì" sospirò tristemente Dante. "Io faccio così: puccio il pane nella crema e la mangio così, così il sapore si sente di meno. Prova." Oliver prese una fetta di pane dal cestino posto al centro del tavolo, lo tuffo' nella crema di carciofi e gli diede un morso. "Mmh... è vero, il gusto si sente di meno" constato' Oliver sorpreso e felice insieme. "Grazie Dante. Lo terrò a mente." "Figurati" rispose Dante sorridendo. "Sai, anch'io ho pensato "Oddio, che schifo!" la prima volta che ho mangiato qui" confessò ad Oliver il ragazzo con i capelli mossi. "Ma poi con il tempo ho imparato ad adattarmi... e alla fine anche qualche trucchetto, come hai potuto vedere. Credimi, non è stato facile, ma è meglio mettere qualcosa sotto i denti piuttosto che andare a letto senza cena." Oliver annuì. Dante aveva ragione: anche se il cibo lasciava a desiderare doveva mangiare per forza qualcosa, per non rimanere troppo tempo a stomaco vuoto.
"Ti hanno già spiegato come funzionano le cose qui Oliver?" domandò Cristobal dopo qualche istante di silenzio. Oliver si girò verso di lui: "No, non ancora. Sono arrivato stamattina e Guillermo e Alfonso mi hanno mentito. Mi hanno detto che questo posto era una scuola militare, invece è un carcere. Non capisco più niente" sospirò.
Felipe, Cristobal e Dante si guardarono per un momento, poi Dante esordì: "Be', questa è una scuola militare in effetti..." "Ma quella che hai visto tu è solo una facciata" proseguì Cristobal. "Quello che ti hanno fatto vedere Alfonso e Guillermo sono dei locali fatti apposta per ingannare i genitori delle famiglie più ricche della città, che così portano qui i loro figli." "E poi Guillermo si intasca i loro soldi" concluse Felipe con voce indignata.
Oliver era allibito. "Non ci posso credere" mormorò. Felipe gli mise una mano sulla spalla: "Non ti devi sentire in colpa, la colpa è di quel truffatore di Guillermo!" "Ssh! Abbassa la voce!" lo rimproverò Cristobal. "Ho detto solo la verità" si giustifico' Felipe facendo spallucce.
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Naked
General FictionBuenos Aires, 1979. Oliver Castro è un giovane ragazzo di diciotto anni molto viziato, essendo cresciuto in un ambiente pieno di comfort. I suoi genitori, resisi conto di aver cresciuto il loro figlio male, decidono quindi di portarlo in una scuola...