37 Hospital like a second home

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SAMANTHA'S POV

Continuavo a battere su quella dannata porta,suonavo il campanello come una forsennata.
Cazzo Corinne,ti avevo detto di non fare cazzate,perché non scendi e vieni ad aprire questa dannata porta alla tua migliore amica?
Lo avevi promesso a me,a Daniel e anche a te stessa che non avresti fatto più cazzate,non voglio perderti,non un'altra volta.
Ma è possibile che tu sia così egoista da non curarti del fatto che dietro alle cazzate che fai,ci sono persone che stanno male?

Cerco di prendere aria,dopo che continuo imperterrita a picchiare sulla porta,quando un pensiero veloce mi passa per la mente.
Certo,le chiavi!
Conosco Corinne da tanto e so che ne tiene un paio di riserva sotto lo zerbino,per le emergenze appunto.

Ho sempre pensato fosse una pessima idea,anche perché qualsiasi maniaco avrebbe potuto trovare le chiavi ed entrare senza problemi in casa,ma ora ringraziavo tutti i Santi del Paradiso che avesse avuto quest'idea.

Alzai il tappetino e con mani tremanti presi le chiavi e le feci girare nella toppa della porta.
Non sapevo cosa avrei trovato dentro quella casa,ma sono sicura che non sarebbe stato niente di buono.

"Corinne,Corinne ci sei?" urlai il più forte che potei quando entrai in quella dannata casa.

Nessuna risposta.

Cercai prima al piano di sotto:in cucina non c'era nessuno e sembrava che non ci fosse neanche entrata,il salotto era allo stesso punto,come la camera di sua madre.
Rimaneva solo il piano di sopra dove c'era la sua camera e il suo bagno personale,insieme alla camera degli ospiti.

Un lungo brivido mi attraversò la schiena,no Corinne no,non farlo un'altra volta,non puoi farlo.
Mi strinsi nella mia felpa grigia e salì velocemente le scale cercando di non inciamparmi grazie alla mia poca grazia.

Quando aprì la porta di camera sua,c'era il disastro più totale.
Libri gettati a terra,mensole totalmente sgombre di roba che ora giaceva sul pavimento.

No,no,no,no.
Avevo paura ad aprire quella dannata porta del bagno e quando lo feci mi sentì mancare l'aria.

Corinne era lì accasciata dentro la doccia,con un mare di sangue che colava dal suo misero corpicino.
Mi avvicinai a lei e chiusi l'acqua che ancora scorreva sul suo corpo.

"Corinne cazzo svegliati,svegliati!" Urlavo disperata mentre le schiaffeggiavo la faccia.
C'era bisogno di un'ambulanza,ma non avevo il telefono con me,l'avevo lasciato al piano di sotto e non volevo lasciarla qui in queste condizioni ora che l'avevo vista.

Notai sul lavandino poggiato il suo i-Phone,così con le mani tremanti e sporche di sangue digitai il numero dell'ambulanza.
Gli avevo spiegato la situazione meglio che potevo,la voce mi tremava e non riuscivo a fare una frasi di senso compiuto.

Sarebbero arrivati tra poco e l'avrebbero aiutata,ne sono certa.
Lei è forte e avrebbe superato anche questa,ancora una volta.
Non potevano portarmela via,non potevano cercare di portala via da me ancora una volta.
Corinne morirà di vecchiaia,insieme alla sua famiglia,insieme a suo marito ed ai suoi splendidi figli,con me al suo fianco.
O forse morirò prima io,ma non ora,non a diciassette anni.

L'ambulanza non tardò molto ad arrivare e quando la caricarono su quella dannata barella le lacrime iniziarono ad uscire a fiumi,non riuscivo a fermarle.

"E lei chi è,un famigliare?" Mi chiese la voce dell'uomo che era alla guida dell'ambulanza.

"No,io sono..son..-non riuscivo a parlare,le lacrime non smettevano di sgorgare dai miei occhi,non riuscivo a fare un discorso di senso compiuto,non riuscivo a parlare,le parole mi erano morte in gola- sono la sua migliore amica" riuscì finalmente a dire.

Fall in love [in correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora