Capitolo 51

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"Signorina prego,si accomodi" mi disse con tono professionale il dottore indicandomi la sedia di pelle nera vicino alla sua scrivania.
Mi sedetti con cautela attenta a non fare nessuno dei miei soliti danni. Fremevo dalla voglia di uscire da quello studio,perché era come se una strana sensazione dentro di me mi stesse dicendo di stare attenta. C'era qualcosa che non andava,l'avevo capito dal primo sguardo che il dottore mi aveva rivolto.

"Come si sente?" Mi chiede premuroso mentre io stringo il bracciolo della sedia con troppa forza.

"Se stessi bene non sarei qui" gli ricordo in preda all'ansia. Volevo Daniel,vicino a me.
In questo momento mi avrebbe già preso una mano tra le sue e mi avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene.
Mi avrebbe rassicurata ed io sarei stata tranquilla per tutto il resto della visita.
Ma lui ora è dietro uno stupido muro che ci divide,non posso sentire i suoi occhi puntati nei miei e mi manca già terribilmente.

"Mi può descrivere i sintomi?" Mi chiede cortesemente.

"Sono alcuni giorni che vomito ininterrottamente,ho spesso alcuni giramenti di testa e sento che dentro di me qualcosa non va" ammetto tutto d'un fiato cercando di non fare scendere le lacrime sul mio viso.

"Ha avuto rapporti sessuali ravvicinati?" Chiede con tranquillità il medico di fronte a me. Benché sia ormai grande abbastanza,e quindi è scontato e normale fare certe cose,mi imbarazza moltissimo parlarne davanti ad altre persone.

"S-si,non recentemente" dico velocemente guardandomi la punta delle scarpe.

"Ha usato precauzioni?" Chiede disinvolto scarabocchiando qualcosa su un foglio di carta.

"Prendo la pillola. Mi vuole dire che pensa che io sia incinta?" Quasi mi strozzo con le mie stesse parole. Non posso stare aspettando un bambino,sono una donna e lo sentirei,ne sono sicura. Inoltre io e Daniel facciamo sesso sicuro da sempre,prendo regolarmente la pillola e qualche volta usiamo anche il preservativo.

"Erano solo domande di prassi signorina,la prego di non agitarsi. Ora per favore si sdrai,vorrei farle un'ecografia" cautamente mi accomodai sul lettino distendendo le gambe.
Il dottore mi tirò su la maglia e passo su di essa un gel freddo. Ci appoggiò poi un piccolo aggeggio che fece accendere uno dei tanti monitor.
Il medico guardava attentamente la figura astratta rappresentata,scrivendo cose incomprensibili.
Mentre io continuavo a fissare il display,pensando a quanto sarebbe strano se mi rivelasse la presenza di un bambino.
Sicuramente non lo terrei,mia madre mi ucciderebbe e quasi sicuramente mi rovinerei la vita,l'adolescenza,la spensieratezza di questo periodo.
Voglio diventare madre,ma questo non è il momento giusto.

"Da quello che vedo lei ha avuto un aborto spontaneo"

Il mio cervello si disconnette un secondo ed il mio cuore smette di battere.
La pressione inizia a calarmi,vedo nero.
Non posso avere perso mio figlio.
Non posso avere tenuto in grembo un bambino morto.
È impossibile.

"Sta mentendo,io non sono mai stata incinta,glielo posso assicurare. Non sono neanche ingrassata" inizio a parlare a vanvera cercando di calmare i miei nervi visibilmente tesi.

"Dai riscontri che ho ottenuto con l'ecografia invece le posso affermare il contrario. Diciamo che il suo corpo non era pronto ad accogliere un bambino,la natura ha fatto tutto per lei" continua con tono dispiaciuto.

"Ne è sicuro?" Chiedo ansiosa.

"Penso che questa sia l'unica risposta. Ma vorrei tenerla sotto controllo,quindi le segnerò un altro appuntamento il più presto possibile per monitorare la situazione" se quello che sta dicendo è realmente vero,vuole dire che stavo per diventare madre senza nemmeno saperlo.
Avrei rovinato la mia vita,quella di Daniel e di ogni persona vicino a noi.
Non poteva essere vero.
Doveva esserci uno sbaglio,io non avevo perso un bambino.
Ero forte,il mio corpo lo era.

"Mi sta dicendo che non potrò mai rimanere incinta?" Chiesi mentre ormai le lacrime salate mi rigavano il viso.

"Non le sto dicendo nulla di certo per ora. È per questo che voglio incontrarla tra qualche giorno,per vedere se la situazione è migliorata o meno" la sua tranquillità mi dava il voltastomaco.
Mi stava dando la notizia più brutta ed inaspettata della mia vita con uno stupido sorriso professionale stampato in faccia.

"È tutto?" Chiesi disperata.

"Per ora sì,le va bene un appuntamento per giovedì prossimo alle 16?" Mi domandò mettendosi a posto gli occhiali che gli erano notevolmente scesi sul naso.

"Certo,ma la prego mi dica che si è sbagliato" cosa avrei fatto? Lo avrei detto a Daniel? Sarebbe potuto diventare padre anche se certo,non era programmato.
Non posso affrontare tutto questo ancora una volta.
Non sono pronta alla battaglia.
Voglio la tranquillità e la serenità per vivere felice.

"Stia tranquilla,c'e sempre una soluzione" cercò di rassicurarmi il medico mentre io avevo sempre più domande in testa.

Non era nei miei programmi diventare madre.
Da una parte sono sollevata di non essere rimasta incinta,ma allo stesso tempo sento dentro di me un vuoto immenso.
Ho sempre sognato di vedere una piccola bambina dai capelli rossi giocare al parco.
Ma se questa possibilità fosse svanita? Non so se riuscirei ad accettarlo.

Il dottore mi accompagnò gentilmente fuori dallo studio,mentre io cercavo di non scoppiare a piangere alla vista di quegli occhi marroni ignari di tutto quello che era successo in quelle quattro mura.

"Com'è andata?" Mi chiede abbracciandomi da dietro dopo aver lasciato un bacio sulla mia testa.

"B-bene" biascico poco convinta.

"Corinne,non è andata bene,ti conosco. Dimmi cos'è successo" istruisce.

"Non posso" riesco a dire. Non posso confessargli qualcosa che vorrei non esistesse,lo renderebbe troppo reale.

"Perché non puoi piccola?" Si avvicinò a me guardandomi dritta negli occhi. Il suo profumo misto a tabacco mi fece perdere la poca sicurezza che avevo acquistato.

"Perché non voglio che sia vero. Sono fottutamente sbagliata!" Urlo sbattendo le mani contro il suo petto e lasciando che le lacrime cadano senza sosta sul mio viso.

"Cosa stai dicendo!Calmati Ci,calmati" prende le mie mani tra le sue e mi lascia dolci baci su una spalla. Il suo tocco riesce a tranquillizzarmi in qualche modo a me sconosciuto. Il respiro torna ad essere regolare,mentre la testa inizia a farmi male.

"Non mi vorrai più dopo che te l'avrò detto,lo so" confesso.

"Lo sai che ti amo,non ti lascerei mai" cerca di rassicurarmi,ma io so benissimo che sarà distrutto forse più di me.

"Meriti di essere felice e con me non potrai mai esserlo" sputo tristemente. Non potrà mai avere una famiglia,non potrà vedere suo figlio crescere.
Perché sono una donna sbagliata che dovrebbe essere buttata via,non servo a niente.
Continuo a ripetermi.

"Stai delirando. Smettila di dire cazzate porca puttana" impreca e lancia un calcio ad un sasso che si trovava per strada facendolo andare a sbattere contro il paraurti di una macchina.

"Sto dicendo la verità,lasciami perdere. Non siamo destinati a stare insieme" fa male,fa fottutamente male dirlo. Lo amo con tutta me stessa,ma non posso dargli quello di cui ha bisogno ed è proprio per questo che devo lasciarlo andare.

"Io non vado da nessuna parte finché non mi dirai cos'è successo" continua imperterrito bloccandomi per un polso.

"Sono malata cazzo. Non potrò mai avere figli. E sai qual è la cosa più bella? Che stavamo per averne uno ed è morto cazzo,è morto dentro di me è non me ne sono neanche accorta. Che schifo di donna sono?" Sbraito urlando e agitandomi forse troppo per il mio esile corpo.
La testa gira sempre più forte e a mala pena mi reggo in piedi,per questo mi accascio per terra con la testa tra le gambe.

"Andiamo a casa" dice solamente prendendomi per un braccio e caricandomi sulla moto. Mi concedo qualche secondo per analizzare il suo volto visibilmente triste e deluso da me.
Lo perderò,ne sono sicura.
Il nostro amore morirà insieme al figlio che ho ucciso.

Fall in love [in correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora