CAPITOLO 19

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KRYSTAL'S POV

Inutile dire che non ho più chiuso occhio la scorsa notte.
Sono le 6:30, decido di alzarmi e senza fare rumore mi infilo sotto la doccia cercando di far scivolare via insieme all'acqua, la pessima nottata appena trascorsa.
Un'ora dopo scrivo un biglietto a Jess ringraziandola per ieri sera e spiegandole che sono uscita presto quindi ho preferito non svegliarla.
Esco di casa e mi dirigo ad una caffetteria dove solitamente prendo il caffè.
Il profumo di cornetti, ciambelle e dolci vari mi provoca la nausea e dopo aver preso il mio caffè esco dirigendomi al mio ufficio.
So che è dannatamente presto, dovrei attaccare tra un'ora e mezzo ma quando mi sento così triste e vuota mi rifugio nel nuoto e nel lavoro, non potendo nuotare al momento, mi tengo occupata con i miei amati caratteri e il mio amato russo. Il palazzo è praticamente vuoto, ci sono solo gli inservienti e gli uomini della sicurezza.
Esco dall'ascensore ed entro nel mio piccolo rifugio, questo grazioso ufficio dall'adoro di vaniglia che il deodorante ambiente sprigiona.
Mi metto subito a lavoro terminando il lavoro per il signor Cooper in circa 20 minuti.
Purtroppo o per fortuna, nei momenti "no" sono incredibilmente produttiva. Raggruppo i fogli e non trovando la mia spillatrice, mi reco nell'archivio
<<Krystal, che ci fai qui? Sono appena le 8:00 chica>>
Agatha.
Stamattina non ho voglia di socializzare, con nessuno.
<<Buongiorno Agatha. Sono arrivata in anticipo, non ho dormito molto. Vado in archivio, mi serve una spillatrice. A dopo>> sorrido forzatamente e fuggo da una sua sicura risposta.
Ecco fatto, richiudo tutto in una cartellina e li poggio sulla scrivania.
Sono indecisa, manca ancora un giorno alla scadenza ma dato che ho finito potrei già consegnarli.
Meglio di no, non mi va di rendere conto di quanto tempo impiego nel portare a termine un lavoro.
Per me leggere e tradurre è una cosa abituale, adoro quello che faccio quindi non mi pesa stare ore su quei documenti.
Leggo un messaggio di Jess in cui mi rimprovera di non averla svegliata e mi dice che dopo il lavoro sarebbe venuta da me per una delle nostre serate pizza e Netflix.
Mi rincuora sapere che lo fa per farmi sentire meglio e se l'avessi qui con me le riempirei la faccia di baci.
Si, sono molto affettuosa anche se è da un bel po' che lo sono solo con Jess, Alex e  i miei genitori.
Inizio a sentire un chiacchiericcio provenire da fuori e capisco che gli altri dipendenti stanno iniziando il loro turno. Per lo più sono economisti e commercialisti, noi interpreti siamo solo otto ma soltanto io e Tara partecipiamo ai meeting mentre gli altri traducono documenti e raramente qualcuno sostituisce me o Tara quando non possiamo essere presenti alle riunioni. Qui a lavoro conosco molte persone ma mi limito a qualche chiacchierata ed un caffè.
Scrivo un messaggio a mia madre avvisandola che sarei andata a pranzo da lei, oggi ho bisogno di stare con la mia mamma.
Comincio a leggere le ultime e-mail e a scaricare i file da tradurre, ma un messaggio mi distrae.
Leggo il mittente e sento una morsa allo stomaco e un brivido attraversarmi il corpo

TREVOR: Hey, buongiorno. Come stai?

Questa proprio non me l'aspettavo. L'ansia mi assale.
Che faccio?
Rispondo ora o più tardi?
Sembri una ragazzina con gli ormoni in subbuglio.
Non è giornata quindi risparmiami le tue battutine.
Zittisco la vocina nella mia testa e decido di rispondere tra cinque minuti. Giusto un po' di suspense..
Trascorsi cinque minuti rispondo

KRYSTAL: Ciao, bene grazie. Ieri non ti ho ringraziato per avermi aiutata fuori al bar, conta molto per me e francamente sono anche un po' imbarazzata ma il danno è fatto quindi.. grazie.

Invio e aspetto un risposta che non tarda ad arrivare.
A quanto pare aspettava con ansia una tua risposta.
O semplicemente aveva il telefono a portata di mano.
Ma zitta non ci credi neanche tu!
Taci.

TREVOR: Non devi ringraziarmi, mi ha fatto piacere aiutarti e non sentirti in imbarazzo, ogni tanto capita a tutti un attimo di smarrimento. Comunque sono felice di sapere che stai bene. Ora ti devo lasciare, il lavoro mi chiama. Ciao piccoletta.

E all'improvviso arrivi tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora