CAPITOLO 23

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TREVOR'S POV

Sono nel mio locale, Jason e Tony stanno ballando da qualche parte mentre io sono su un divanetto con Samantha che mi sta appiccicata da tutta la sera.
Ci conosciamo da un po' e ogni tanto ci divertiamo insieme ma nulla di più.
Di solito le sue attenzioni non mi dispiacciono ma stasera ho la testa altrove.
<<Ma che hai?>> mi lascia un bacio dietro l'orecchio mentre con le mani inizia a toccarmi il petto e gli addominali.
<<Niente, sono un po' stanco stasera>> si avvicina ancora di più con fare sensuale
<<Se vuoi conosco un modo per farti rilassare>> le sorrido cortesemente <<Sam mi dispiace ma stasera non ho proprio la testa. Sono qui perché Tony e Jason mi hanno costretto. Sarà per un'altra volta>> mi guarda un po' delusa prima di stamparmi un bacio.
<<Va bene, ci si vede>>.
Finalmente è andata via.
Mi sta bene quello che facciamo ma a volte è troppo appiccicosa.
Faccio segno a Derek e ordino un altro drink che arriva dopo poco.
<<Amico tutto bene?>> Tony e Jason si avvicinano e prima di continuare una conversazione per me sconveniente, mi alzo per andare
<<Si, sono stanco. Ci vediamo domani ragazzi>> senza aspettare una risposta vado via.

Tornato a casa mi butto sul letto nella vana speranza di prendere sonno.
Le parole di Krystal risuonano nella mia testa "Le relazioni non sono così male". Cosa voleva dire?
Non si riferiva certo a noi due. Ovviamente no, anche perché non c'è nessun noi.
Siamo solo due persone che lavorano insieme e ultimamente sono diventate amici, niente di più.
Devo smetterla di pensare.
Chiudo gli occhi e provo a dormire.

Entro nel mio ufficio sorseggiando un caffè doppio e chiudo la porta.
Stanotte ho dormito poco e male.
Apro i cassetti della scrivania e prendo le planimetrie che sto preparando per Wang Cheng.
Sono contento di come sta venendo l'hotel.
E' un progetto molto importante e ce la sto mettendo davvero tutta per fare un lavoro ottimale.
Non ho fatto vedere ancora nulla a mio padre, voglio che veda il progetto una volta finito e se opportuno faremo insieme delle modifiche.
La parte del mio lavoro che più preferisco, è creare una riproduzione 3D delle planimetrie; veder prendere vita, seppur in piccole dimensioni, quei fogli è davvero gratificante.
Ovviamente lo è ancora di più quando quel modellino 3D diventa un reale edificio di cemento.
Sento bussare alla porta.
Non ricordo di aver un appuntamento stamattina.
<<Avanti>> la porta si apre rivelando la figura minuta di Krystal
<<Buongiorno, disturbo?>> la sua voce dolce e sottile mi arriva alle orecchie come una piacevole melodia.
Mi ero dimenticato del nostro incontro, oggi non è proprio giornata. <<B-buongiorno Krystal>>
Ma che fai balbetti?
Dio mi sento uno sfigato.
Riprenditi Trevor!
Mi schiarisco la voce
<<Vieni, entra pure>>.
Il pantalone del tailleur blu che indossa le fascia alla perfezione i fianchi mettendo in mostra il suo bel culetto e la camicetta rosa cipria indossata da sotto la giacca, le conferisce un'aria da maestrina che mi fa venire in mente molti giochetti poco casti.
Mi schiaffeggio mentalmente cercando di capire cosa sta dicendo.
Merda sembro davvero uno sfigato. <<Scusa potresti ripetere>> inclina la testa di lato facendo muovere quei capelli dall'aria così morbida e setosa. <<Trev ti senti bene? Se stai male passo più tardi o domani. Hai una faccia.. strana>>
Sei proprio un imbecille.
Lo so! Ora fammi rimediare.
<<Sto bene, ho solo dormito poco stanotte. Un bel caffè e tutto passa>> sorrido nervoso sperando non si sia accorta di nulla.
<<Oh ti capisco, anch'io ho dormito poco. Infatti ho già preso due caffè per non addormentarmi sulla scrivania. A proposito, non posso tradurre nient'altro per te?>>
Oh piccola Krystal, magari mi capissi!
Ho passato tutta la notte con la tua voce nella testa che mi parlava di relazioni e tradimenti, non credo che questo sia lo stesso motivo della tua insonnia.
<<Per ora solo il discorso di presentazione del progetto.Te l'avrei dato prima ma non c'è stato modo>> tiro fuori una cartellina e gliela consegno
<<Fai con calma, ci serve lunedì>> apre la cartellina e le spunta un sorrisetto beffardo che cerca subito di nascondere.
<<Perché sorridi?>> alza la testa di scatto e diventa rossa in volto. Probabilmente non aveva intenzione di fare quel sorrisetto.
<<N-non sto sorridendo. Guardavo solo quante pagine sono>>
<<Sono 30 pagine. E' un discorso introduttivo con una descrizione generale della struttura, poi più avanti ne tradurrai un altro su una descrizione più dettagliata>> annuisce
<<Perfetto, ora però dimmi perché sorridevi>> ruota gli occhi e si alza avvicinandosi al plastico del mio locale.
<<Uh ma questo è il tuo locale>> la raggiungo affiancandola
<<Si, proprio lui. E' il primo progetto che ho sviluppato interamente da solo, vederlo mi ricorda cosa sono capace di fare. Per questo non l'ho ancora portato via >> mi sorride
<<E' una cosa molto bella. E a dirla tutta, anche il locale è davvero bello>> mi avvicino a lei, tanto da sentirla deglutire e renderla nervosa.
Il suo profumo dolce mi pervade le narici e mi ritrovo a pensare che sia l'odore più buono che abbia mai sentito.
<<E' un complimento Johns?>> il mio tono roco non le è indifferente, lo capisco dai brividi appena nati sul suo collo che mi tenta dal nostro primo incontro.
<<Può darsi>> la sua voce ora suadente mi provoca una scintilla d'eccitazione. Faccio un altro passo verso di lei. Adesso i nostri visi sono così vicini da sfiorare le labbra.
<<Grazie, ma tu sei molto più bella>> continuiamo a guardarci negli occhi, i nostri respiri si fanno più pesanti ed il mio cuore, e probabilmente anche il suo, accelera i battiti
<<E' un complimento Cooper?>> alterno lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra e anche lei fa lo stesso scatenando una tensione passionale potentissima.
<<Mh, può darsi>> sussurro e mi sporgo per baciarla.
Appena percepisco un contatto minimo con la sua bocca rosea, la porta si spalanca e le voci di mio padre e di mio fratello ci fanno allontanare come se ci fossimo scottati.
<<Oh s-scusate, non volevamo interromp..>>
<<Non si preoccupi s-signor Cooper, sto andando v-via, si sto andando via, in ufficio esattamente, devo lavorare. Ho tanti documenti da tradurre in.. qualche lingua. Si, devo proprio andare in ufficio per..>> freneticamente prende la borsa e il cappotto continuando a parlare a raffica. Saluta tutti con un "Arrivederci" ed esce velocemente dal mio ufficio. Proprio quando mio padre sta per dire qualcosa, ritorna indietro
<<Ho dimenticato il discorso, scusate>> prende subito la cartellina e con la stessa velocità con cui è entrata, va via.
Mi siedo sulla mia sieda, butto la testa indietro e chiudo gli occhi.
Cosa stava per accadere?
Te lo dico io, la stavi per baciare.
Beh, grazie tante non ci ero arrivato!
E allora cosa vuoi?
Sapere perché stavo per baciarla e perché lei non mi ha fermato. Che lo volesse anche lei?
Quindi ammetti che la volevi baciare? Mentirei a me stesso se dicessi che non l'ho desiderato, che non desidero risentire ancora quel piccolo ma intenso contatto tra le nostre labbra, ma ahimè non sono un abile bugiardo.
<<Trev?>> riapro gli occhi trovando quelli di mio padre e Jason.
<<Mh?>> non capisco chi dei due ha parlato, forse Jason; non so ero troppo preso dai miei pensieri per poter esserne certo.
<<Stai bene figliolo?>>
<<Si>> sospiro
<<E.. con Krystal? Tutto bene?>> sbuffo
<<Papà, ti prego non girarci intorno e chiedimi quello che vuoi realmente sapere>>
<<Ok, tu e Krystal..>>
<<Papà non eravamo venuti qui per parlare di altro?>> ringrazio Jason con lo sguardo anche se so benissimo che dopo vorrà sapere tutto.
<<Va bene, ho capito non vuoi dirmi niente. Sappi che non sono stupido e che ho capito benissimo cos..>>
<<Papà>> Jason lo riprende ed io lo ringrazio per la seconda volta
<<Ok, la smetto>> sospira e riprende a parlare
<<Come sai lunedì c'è il meeting con Wang Cheng>> annuisco
<<E' tutto pronto, ho dato a Krystal il discorso di presentazione e sarà pronto entro lunedì ma conoscendola, è più che probabile che domani sarà già pronto>> sorrido perché sono sicuro che è così.
<<Ma tu guarda.. sorride>> fulmino mi padre con lo sguardo
<<Certo, sono emozionato per il meeting>> sento Jason borbottare qualcosa ma non riesco a capire bene così mi limito a guardarlo male.
<<Si, il meeting. Comunque, Wang Cheng si tratterrà qui in America per qualche giorno e siamo stati invitati a cena. Il suo interprete ha specificato che sarà una semplice cena, per cui non si parlerà di lavoro>>
<<Ok, quando ci sarà la cena?>> <<Mercoledì>> due giorni dopo la riunione, perfetto almeno non sarò teso.
<<Ok, prenoto un tavolo da Le Bernardin>> annuisce
<<Lo dici tu a Krystal?>> lo guardo interrogativo
<<Perché dovrebbe venire ad una cena che sarà sicuramente noiosa?>>
<<Forse perché tu non parli cinese e lei si idiota?>> fulmino Jason anche se stavolta ha ragione
<<Cazzo, è vero. Ma scusate non può esserci il suo interprete? Perché devo portare Krystal?>>
<<Non sappiamo se ci sarà e non possiamo rischiare. La domanda è.. perché non vuoi portare Krystal?>> sbuffo spazientito
<<Oddio papà piantala. Semplicemente non voglio inchiodarla con una cena noiosa durante la quale dovrà lavorare per tutto il tempo. Ha una vita lo sai? >> sento Jason sghignazzare e prego che questa conversazione finisca presto. <<Quanto sei antipatico figliolo. Beh, le daremo un extra, anzi tu le darai un extra>>
<<Io avrei in mente un extra che potresti darle che..>> rivolgo uno sguardo torvo a mio fratello
<<Non. Continuare.>> scandisco e poi continuo
<<Non è per i soldi, verrebbe anche se fosse gratis solo.. niente, non importa. Avvisala tu della cena>>
Cosa!? Sei per caso impazzito? Che figura ci faresti?
Non è il momento, devo già gestire mio padre.
<<Sei così timido? Avanti Trevor, fai l'uomo!>> mi porto entrambe le mani sulla faccia strofinando gli occhi
<<Dio mio..>> sussurro
<<Esattamente per cosa invochi Dio? Per farti crescere le palle grandi almeno quanto quelle che ha lei, o per farle accettare l'invito?>> sorride sghembo e io vorrei solo buttarmi giù.
<<Di preciso lo prego per farti smettere di blaterare! La chiamo io per la cena, anzi no! Passo da lei in ufficio così glielo chiederò faccia a faccia>> sorrido irritato e lui ride insieme a Jason
<<Sapevo che sarebbe stato divertente. Bene, figliolo ti saluto>>
<<Grazie a Dio. Ciao papà>> ride ancora e poi esce lasciandomi solo con un Jason che sembra sul punto di esplodere per quante cose vorrebbe sapere
<<Ti prego dammi tregua. Giuro che a pranzo ti racconto tutto>> butto di nuovo la testa indietro
<<Stanne certo fratello, voglio sapere tutto nei minimi dettagli>> chiudo gli occhi e cerco di fare ordine nella mia testa che al momento è in preda al caos a causa di una piccola donna dai capelli color rame e gli occhi color smeraldo.

E all'improvviso arrivi tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora