CAPITOLO 14

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KRYSTAL'S POV

Guardo la TV da più o meno un'ora; guardo quello schermo senza però capire ciò che mi mostra; guardo le immagini che si susseguono senza prestare attenzione poiché essa è rivolta ad un paio di occhi neri come la pece. Non riesco a non pensare a quanto sia arrogante, sicuro di se e imbecille.
Quella frase su una cosa a tre poi poteva risparmiarsela, davvero poco gradevole. E pensare che ero convinta che gli avrebbe fatto piacere vedermi lì, pronta a lavorare.
Sarà dura collaborare con lui, prevedo crisi di nervi per un bel po'!
Sbuffo annoiata spegnendo la TV.
Non so che fare.
Jess lavora, così come Alex, mia madre è venuta prima che andassi da quell'idiota e adesso non so che fare.
Ho un'idea!
Prendo il telefono
<<Krystal va tutto bene? Stai male?>> <<Tranquillo James sto bene>>
<<Dio ti ringrazio. Ok, dimmi tutto>> ridacchio e mi preparo ad un mio fallimento
<<Mi chiedevo s-se..>> prendo un respiro e dico tutto d'un fiato
<<se potessi chiedere a Melanie di mandarmi via mail la scannerizzazione di alcuni documenti da tradurre >> silenzio
<<Krystal..>>
<<Ti prego mi annoio non so che fare>> sospira
<<Lo so Kry, però il dottore ha detto che ti serve un po' di tranquillità e non è il caso che tu lavori. Perché non esci a fare una passeggiata? Sempre se ti senti bene>>
<<James sto benissimo. E' quello che ripeto a tutti, persino a quel coglione di Cooper..>> mi tappo la bocca con una mano.
Oh no, questo proprio non dovevo dirlo
<<Cooper? Krystal sei andata da Trevor?>> non rispondo
<<Ma perché sei così, così testarda! Che ti costa stare un po' tranquilla per solo 4 giorni!>>
Si è proprio arrabbiato.
<<Scusa Jam, hai ragione>>
<<Krystal, io lo dico per te, non voglio vederti stare male di nuovo così come Jess, Cameron, Logan e la tua famiglia. Devi prenderti cura di te stessa capisci?>> 
<<Si, hai ragione>> la mia voce si affievolisce e spero che mi abbia sentita
<<Facciamo così, alle 16:00 ti passo a prendere e andiamo a fare una passeggiata. Così ti distrai senza stressarti troppo. Che ne dici?>> sorrido alla sua dolcezza.
E' davvero una persona d'oro.
<<Ok, ci sto!>>
<<Perfetto, ci vediamo tra due ore. Non combinare guai nel frattempo>> ridacchio
<<Non lo farò. A dopo Jam>>
Attacco e mi butto sul divano con la musica ad alto volume.

Due ore più tardi sono in cucina ad aspettare che James mi venga a prendere.
Finalmente il telefono squilla e scendo.
<<Scusa sono in ritardo. Ho avuto un imprevisto a lavoro per un affare>>  <<Tranquillo, spero niente di grave>>
<<Tutto risolto. Allora, dove vuoi andare?>> 
<<Dove vuoi tu. Anzi no, ti porto io in un posto>> 
<<Ok capo>>   
<<Capo.. mi piace!>> ridacchio
<<Si ma non ti ci abituare, sono sempre io il vero capo>> alzo le mani ridacchiando
<<Certo signor Parker>>.
James segue le mie indicazioni e dopo dieci minuti arriviamo a destinazione. <<Che posto è?>> mi domanda scendendo dall'auto
<<Quand'ero piccola ci venivo spesso con i miei genitori ed Alex. Non è niente di che, ma è tranquillo>>
Ci troviamo in un piccolo parchetto pieno di alberi, fiori e giochi per bambini; ci sono delle panchine ed una stradina di ciottoli per passeggiare tra gli alberi.
<<Wow, è davvero bello. Non lo conoscevo. Mi chiedo come mai l'abbiano costruito così distante dalla città>> 
<<Già, me lo chiedo anch'io>>.
Lo prendo per il braccio
<<Vieni, camminiamo>>.
Essendo pomeriggio ci sono molti bambini che giocano e si divertono.
In loro rivedo la piccola me che come loro giocava in questo parchetto con Alex e gli altri bambini; rivedo la me felice e spensierata, la me dagli occhi brillanti e dal sorriso smagliante; rivedo la me che purtroppo oggi non c'è più.
<<A cosa pensi?>> James mi riporta alla realtà
<<Nulla, mi sono ricordata di quando da piccola venivo qui. Era da un po' che non ci venivo, mi è mancato. Sai non ero una bimba molto tranquilla>> ridacchio
<<Ma guarda un po', non l'avrei mai detto!>> dice ridendo con ironia.
Gli do un buffetto scherzoso sul braccio <<Cosa vorresti dire? Sentiamo>> 
<<Oh niente solo che anche oggi non sei proprio la persona più tranquilla del mondo>> gli faccio la linguaccia e scoppiamo a ridere.
E' incredibile quanto sia cambiato il nostro rapporto da un giorno all'altro.
Sto bene con Jam, è gentile, dolce, premuroso e mi fa ridere.
Sono contenta che al di fuori del lavoro sia anche mio amico.
<<E tu invece? Com'eri da piccolo?>>
Mi racconta che anche lui era una piccola peste, faceva un sacco di guai facendo impazzire i suoi genitori, specialmente sua madre.
Mi racconta di una volta in cui con i pennarelli fece tanti disegni sulle preti del salotto.
I suoi genitori per punizione gli sequestrarono i pastelli e i pennarelli per due settimane impedendogli di fare la sua cosa preferita ossia disegnare.
<<Eri davvero tremendo>> rido quando termina il racconto
<<Si, lo ero>>.
Mentre camminiamo mi ricordo che più avanti c'è un piccolo chiosco dove fanno delle ciambelle buonissime.
<<Jam>>
<<Dimmi>> mi imbarazza chiedergli di mangiare, però oggi ho dimenticato di pranzare nonostante mia madre mi avesse chiamata più volte per ricordarmelo e ho promesso che avrei ripreso con regolarità quindi qualcosa devo mangiarlo.
<<Più avanti c'è un chiosco. Fa delle ciambelle buonissime. Ne prendiamo una?>> divento paonazza e lui mi sorride divertito
<<Certo,tutte quelle che vuoi. A proposito,cos'hai mangiato di buono a pranzo?>>
Velocemente penso ad una risposta da dargli.
<<Spaghetti al pomodoro>> mento evitando di guardarlo negli occhi.
Dio odio le bugie.
<<Sicura?>> mi si piazza davanti costringendomi a guardarlo negli occhi
<<S-si>> chiude gli occhi.
Ha capito.
<<Kry..>> 
<<Me ne sono dimenticata, non l'ho fatto apposta lo giuro. Me ne sono ricordata ora perciò ti ho chiesto la ciambella così mangio qualcosa>> abbasso lo sguardo come una bambina che è stata appena sgridata.
<<Krystal guardami>> obbedisco
<<Ci hai promesso che avresti ripreso a mangiare e le promesse si mantengono>> rispondo con un filo di voce
<<Lo so, scusa. I-io ci provo, solo che non ho fame e me ne dimentico. Non è intenzionale lo giuro. V-ve l'ho promesso e voglio impegnarmi a rispettare la parola data solo che..>> sento gli occhi pizzicare e li chiudo per evitare di piangere.
Prima di quel giorno avevo sempre appetito, non che mangiassi tanto, più che altro mangiavo spesso ma poco.
Da quel giorno il mio stomaco si è come chiuso e l'appetito si è volatilizzato. Prima mi piacevo davvero tanto.
Ora ho perso molto peso e.. non che non mi piaccia anche ora anzi ricevo ugualmente molti complimenti, ma prima mi sentivo più bella.
Magari agli occhi degli altri lo sono anche ora, ma io non mi apprezzo più come prima.
Curare il mio abbigliamento e in generale il mio aspetto mi è sempre piaciuto anche se in realtà non ho mai esagerato né con il trucco né ho mai indossato cose troppo vistose, e questa mia caratteristica mi aiuta a non far trapelare quanto poco mi apprezzi in realtà.
<<Hey, non piangere. Ti aiuteremo va bene? Io ti aiuterò. Ti chiamerò ogni giorno per ricordarti di mangiare così potrai rispettare la promessa che ci hai fatto. D'accordo piccola Kry?>> poggia una mano sulla guancia con fare dolce ed io annuisco
<<Bene, ora andiamo a prendere questa ciambella!>> sorrido e ci avviamo verso il chiosco.

<<Avevi ragione, era davvero buona questa ciambella!>> dice cercando di togliersi dello zucchero dalla bocca. <<Mh..te l'avevo detto>> sto ancora finendo di gustare la mia deliziosa ciambella
<<Comunque è più grande della tua faccia>> ridacchia
<<Lo so! Infatti sto scoppiando e sono appena a metà!>> mi guarda in segno di rimprovero
<<Improvvisamente ho di nuovo fame>> dico addentando la delizia che ho tra le mani.

Dopo aver finito la ciambella decidiamo di avviarci all'auto.
Il tragitto di ritorno lo passiamo parlando del più e del meno e senza nemmeno accorgermene siamo già arrivati.
<<Mi ha fatto piacere trascorrere il pomeriggio con te Jam. Grazie, mi ci voleva proprio>> gli sorrido dolce e davvero gliene sono grata
<<Quando vuoi Kry. Gli amici servono a questo>> mi sorride anche lui e dopo averlo salutato scendo dall'auto.
Appena entro in casa ad accogliermi è la faccia imbronciata di Jess con le braccia incrociate.
<<Cazzo Jess, mi hai spaventata>> dico portandomi una mano sul petto
<<E' il minimo cara. Dove sei stata? Non sarai andata a lavoro spero! Perché non hai risposto al telefono? Hai idea di quanto mi sia preoccupata?>> dice gesticolando energicamente
<<Jess calmati. Ero con James, abbiamo passato il pomeriggio insieme e non ho sentito il telefono. Scusa>> sospira e fa ricadere le braccia lungo i fianchi
<<Mi farai impazzire. Mi dispiace non averti fatto compagnia, ho avuto davvero tanto lavoro da fare. Ultimamente quella stronza del capo mi da sempre molte cose da fare>>.
Jess lavora come graphic designer per una rivista di New York.
<<Forse ti da molto lavoro perché sei brava e sa che puoi farcela>> le sorrido e lei ricambia
<<Hai ragione!>>
<<Come sempre biondina!>> ridacchio
<<Questa biondina, ha portato la cena! Indovina?>> fa su e giù con le sopracciglia
<<No, non mi dire!>> ride
<<Oh si! So che dovresti mangiare salutare, ma un po' di pollo fritto non ha mai fatto male a nessuno!>> le getto le braccia al collo
<<Grazie grazie grazie!>>
Il pollo fritto è il mio cibo preferito, credo che ne mangerei a quintali.
<<Ok ok adesso staccati>> <<Antipatica>>.
Il resto della serata lo passiamo a guardare serie tv e poi ci addormentiamo sul divano l'una a fianco all'altra come quando eravamo ragazzine. 

E all'improvviso arrivi tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora