CAPITOLO 32

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Dopo essere passata per casa a prendere un leggings, un top sportivo, sneakers e l'occorrente per la doccia, sono corsa alla palestra di Trev.
Giunta lì, pago il bestione all'entrata per poter usare il sacco da boxe e vado negli spogliatoi per cambiarmi.
Quando esco trovo Trevor ad aspettarmi
<<Ciao>> mi bacia con dolcezza
<<Ciao. Dammi un paio di guantoni, preferisco colpire un sacco piuttosto che commettere un omicidio>> capendo il mio livello di nervosismo annuisce soltanto e fa come gli dico.
Arrivati davanti al sacco mi chiede se so come si fa.
<<Si, dopo Matt lo psicoterapeuta mi ha convinta a venire qui per sfogare la rabbia post depressione. Mi ha aiutata un pochino ma il nuoto è stata la mia cura>>
<<Allora perché non sei in piscina? Ti vedo piuttosto nervosa>>
<<C'è il corso dei ragazzini a quest'ora e credimi, mi servirebbe una vasca solo per me e per circa 4 ore per smaltire la rabbia>> annuisce e mantiene il sacco.
Immagino che esso sia la faccia di James con i suoi comportamenti irrazionali.
Più colpisco e più sento la rabbia fluire, ma non è abbastanza.
Non riesco a credere che mi abbia spinta a licenziarmi, senza neppure provare a spiegarsi.
Dopo un numero indefinito di pugni sento delle piccole scariche di dolore diramarsi dalle nocche al polso ma non mi fermo, anzi intensifico e involontariamente do voce ai miei pensieri
<<Vaffanculo! Irrispettoso del cazzo! Fottiti coglione! Stronzo. Pezzo di merda>>
Avrei continuato volentieri ma sono fuori controllo e Trevor ha chiamato un suo amico per fermarmi dato che lui manteneva il sacco.
Le braccia dello sconosciuto mi sollevano dalla vita.
<<Lasciami! Mettimi subito giù! Non ho finito, ho ancora una marea di insulti>> mi dimeno ma non ne vuole sapere
<<Krystal guardami>> obbedisco a Trevor e i suoi occhi mi trasmettono quiete e mi permettono di tornare in me.
Mi immobilizzo.
<<Ok, sono calma>> sussurro al tizio che ancora mi tiene ferma.
Ricevuto l'ok di Trevor mi mette giù <<Cazzo, piccola fuori ma una furia dentro>> nessuno dei due risponde e va via.
Mi siedo a terra e poggio la testa al muro lì vicino chiudendo gli occhi e cercando di recuperare fiato.
Sento Trevor sedersi accanto a me e restiamo in silenzio per una manciata di minuti.
<<Vuoi parlarne?>> continuo a tenere gli occhi chiusi
<<Mi sono licenziata>> ingoio il magone che ho in gola e reprimo la volontà di piangere.
<<Cosa!? Ti sei licenziata!? Ma.. perché?>> apro gli occhi guardandolo e gli racconto ciò che è successo e il modo in cui mi ha trattata infilando nel racconto qualche insulto.
<<Ci dev'essere una spiegazione. James non ti avrebbe lasciata andare se non ci fosse un motivo valido>>
<<Evidentemente non ero così lodevole come mi aveva fatto credere>>faccio spallucce
<<Non dire stronzate, hai tradotto in totale 600 pagine in 5 giorni. Nessuno ne sarebbe in grado>> una risata amara lascia le mie labbra e sposto lo sguardo su un punto indefinito senza dire altro.
<<Ora che farai?>>
<<Potrei accettare la proposta di Wang Cheng di seguirlo in alcuni sporadici incontri qui oppure quella di Popov che sarebbe un posto di lavoro vero e proprio considerando che ha una sede nel nostro Paese. Insomma di opzioni ne ho ed entrambe mi farebbero guadagnare di più>>
<<Popov? Uno dei russi dell'incontro?>> annuisco
<<E non hai pensato di accettare prima che succedesse questo casino con James?>>
<<Si, ci ho pensato. Ma faccio questo lavoro da poco e lasciare James per lavorare per dei pezzi grossi come loro sarebbe come saltare nel vuoto. La società di James è molto importante ma lavorare per loro è tutt'altra cosa. In tutta onestà non me la sento, con loro non avrei sicurezze, potrei risultare poco esperta perché sono troppo giovane e mi licenzierebbero all'istante senza pensarci due volte e dopo tutti i sacrifici che ho fatto non posso buttare tutto all'aria>> annuisce soltanto
<<Ma ora grazie a James non ho scelta>> sospiro afflitta
<<Quindi accetterai una delle due proposte?>>
<<Si, per forza. A meno che non voglia essere disoccupata e ti assicuro che non rientra nei miei piani. Ho.. ho solo bisogno di qualche giorno di pausa, sono davvero esausta>>
Detto questo un improvviso conato di vomito mi costringe a scappare nel bagno dello spogliatoio.
Rimetto tutta la mia frustrazione, lo stress, la stanchezza e soprattutto la delusione; la delusione di non essere abbastanza brava.
Schiaccio lo sciacquone, mi accascio a terra e sul pavimento di quel bagno mi lascio andare ad un pianto liberatorio.
Trevor mi raggiunge sotto le urla di alcune ragazze.
Si siede accanto a me e mi prende tra le sue braccia.
<<Non sono abbastanza Trev, è stato tutto inutile>> mi accarezza i capelli raccolti in una coda ormai disfatta
<<Non è vero, sei abbastanza per chiunque e se James non è riuscito a tenerti stretta, beh problemi suoi>> non rispondo e continuo a buttare fuori tutto quello che ho accumulato in questi giorni.
Mi prende il viso tra le sue grandi mani costringendomi a guardarlo
<<Tu sei eccezionale per cui 'fanculo James, non hai bisogno del suo lavoro per andare avanti. Meriti di più e le proposte che hai ricevuto ne sono l'esempio lampante. E poi ti ricordo che lavori ancora per me piccoletta>> fa un piccolo sorriso
<<Quindi adesso ti fai una doccia, torniamo a casa e io, tu, Jess ed Alex passiamo una serata sul divano a mangiare gelato davanti ad un bel film. Poi penseremo a fare il culo a James. Intesi?>> tiro su col naso e annuisco
<<Ho solo una domanda..il gelato a Dicembre?>> ridiamo insieme e poi viene letteralmente cacciato da una signora dagli spogliatoi.

E all'improvviso arrivi tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora