Capitolo 13

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GAIA
Sono passati già quattro giorno dall'arrivo a Istambul e io comincio davvero a sentirmi a casa mia, non solo tra le pareti di casa ma anche nelle strade, nelle vie, sul set di Can, forse perché la mia casa e lui, ed ogni posto legato a lui sa di casa per me.
Suona la sveglia e Can sbuffa mentre  la spenge, mi sorride e mi bacia

< buongiorno askim>

sorrido anche io

< buongiorno a te askim, dobbiamo alzarci altrimenti facciamo tardi>

mi tira a lui

< altri 5 minuti e poi ci alziamo, ho bisogno di un po' di coccole>

si mette sopra di me e comincia a baciarmi il collo

< se continui a baciarmi il collo così, non bastano 5 minuti>

sorride

< lo so, ma so anche anche come recuperare tempo>

sorrido

< davvero?>

mi bacia, mi prende in braccio e così è tra nella doccia sorride

< così accomuniamo il dovere al piacere, al tanto piacere>.

Siamo arrivati sul set in perfetto orario, un assistente del set si avvicina

< signor Can, c'è una donna che ha chiesto di lei, ha insistito per aspettarla >

Can guarda i suoi manager che sembrano sorpresi quanto lui, poi guarda me

< vado a vedere chi è torno subito, intanto andate nel mio camerino>

lo guardo faccio come dice. Dopo 10 minuti torna sembra furioso anche se finge di sorridere

< tutto bene?>

annuisce con la testa poi in modo molto veloce, tanto da non riuscire a capire una parola, oltre ad un nome, Polen si rivolge hai suoi manager, questa cosa non mi piace, soprattutto che parli in modo che io non capisca, prendo la borsa per uscire, meglio prendere un po' d'aria, ma lui mi tira per un braccio

< Gaia è meglio se oggi non resti qui!>

sgranò gli occhi

< mi dici che cazzo é successo Can?>

sta per rispondere ma lo chiamano per raggiungere il set, io scuoto la testa e nel frattempo uno dei suoi manager è pronto per venire via con me, Can mi guarda

< Gaia puoi andare a visitare un po' la città, poi stasera a casa ti spiego tutto>

lo guardo furiosa, ma solo perché non mi stava dicendo la verità, avrei capito ogni cosa è l'avrei accettata con tranquillità, ma il fatto che mi stava nascondendo qualcosa non mi piaceva affatto

< non c'è bisogno che nessuno venga con me, non voglio visitare nulla, voglio andare a casa e posso farlo da sola con un taxi>

sto uscendo e mi ferma tenendomi per un braccio

< Gaia!>

guardo la sua mano sul mio braccio e lui molla immediatamente la presa

< Can!>

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