Capitolo 39

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CAN
Sono sdraiato nel letto, faccio finta di dormire, quando invece non ci riesco, mi sento in colpa per quello che le ho detto, so di averla ferita, ma il mio scopo non era sicuramente quello di incolparla dell'incidente, ma volevo farle capire, che a volte una scelta sbagliata ci può cambiare la vita.
In questi 18 mesi non ho mai pensato che fosse colpa sua, ma piuttosto la mia, perché non ero riuscito a trovare le parole, il modo giusto per farle capire che era meglio riposarsi almeno negli ultimi mesi di gravidanza, invece io con il mio modo, forse mandavo un messaggio sbagliato e lei testarda, voleva dimostrarmi che era in grado di fare.
Il passato è passato non si può tornare indietro, però possiamo imparare da esso è non commettere i stessi errori.
Domani mattina cercherò di parlarci e spiegarle bene, la sua risposta mi ha ghiacciato e sentirle pronunciare, che non avevo detto nulla di sbagliato, mi ha spezzato ancora più il cuore, perché l'ultima cosa che voglio è che pensò che io la reputo responsabile di ciò che è successo, ma ancor di più, a che lei stessa crede di esserne responsabile.

GAIA
Sono sdraiata, non riesco a dormire, nella mia testa come un eco sento le parole di Can, sono in quel momento mi sono resa conto di quanto avesse ragione, di quanto una mia scelta sbagliata, dettata dalla mia testardaggine e dalla mia voglia di dimostrare, ha cambiato la nostra vita, io sono stata in coma, ho perso 18 mesi di vita, 18 mesi d'amore con lui e 18 mesi, i primi 18 mesi di mia figlia, ma a lui l'ho distrutto, per 18 mesi ho annullato la sua vita, per tutto questo tempo lui si è dedicato unicamente a nostra figlia, e lo ha fatto in un modo impeccabile, gli ho fatto provare dolore, sofferenza, non mi ha lasciata sola un giorno, non mi ha fatto mancare nulla e non mi ha fatto perdere nulla di mia figlia, anche se io purtroppo non ricordo, mi basta sapere che lo ha fatto, poteva essere arrabbiato con me, poteva continuare la sua vita senza di me, invece no.
Oggi ho davvero la consapevolezza che tutto è successo perché sono stata egoista, perché ho pensato a quello che volevo io e non a quello che era giusto per mia figlia è per lui, in più dalle sue parole ho capito che nonostante mi ama, nonostante tutto, dentro si se c'è una parte che mi ritiene responsabile di ogni sua sofferenza, della sofferenza di nostra figlia, di crescere senza la mamma e trascorrere quasi ogni giorno chiusa in una stanza di ospedale, ed aveva ragione a credermi responsabile, perché è vero ed è giusto che sia così.
Forse devo dimostrargli che ho imparato la lezione e che non farò più nulla per causargli dolore.
Domani chiamerò il mio studio legale, ho promesso di aiutare Anil e lo farò, ma non mi occuperò io delle sue pratiche, ma gli metterò a disposizione uno dei miei migliori avvocati, così tranquillizzerò Can, ma al tempo stesso potrò mantenere la mia promessa ad Anil nel volerlo aiutare.

< mamma, papà sveglia!>

< mamma mamma>

< papà svegliati io ho fame>

Apro gli occhi, non capivo se sognavo o tutto è reale, vedo Sanem seduta tra noi, che involontariamente abbiamo le gambe intrecciate tra loro. Sanem mi sorride vedendomi sveglia

< buongiorno amore>

sorride ma poi guarda Can che si sta muovendo e gli tira la barba, lui senza nemmeno aprire gli occhi le parla

< buongiorno Sanem, ho capito il messaggio hai fame, ora mi alzo amore>

conosceva ogni suo piccolo gesto, lui allunga un braccio per abbracciarla, ma tocca un mio fianco e immediatamente alte gli occhi, come se il tocco del mio corpo lo avesse portato alla realtà, mi guarda fisso negli occhi accenna un sorriso

< buongiorno >

ricambio il suo stesso sorrido

<buongiorno a te>

mi siedo sul letto, vedo lui stiracchiarsi mentre Sanem gli salta sulla pancia.

< dai Sanem basta saltare, svendiamo per la colazione >

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