Capitolo 30

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CAN
Oggi è esattamente passato un anno dall'incidente di Gaia e dalla nascita di Sanem, dovrebbe essere un giorno di festa, il suo primo anno di vita, io farò modo tale da renderlo speciale e felice, anche se dentro di me sto morendo ogni giorno di più, non ho mai perso la speranza che Gaia possa svegliarsi, non la perderò finché avrò vita.
Ovviamente è diventato tutto diverso, Sanem aveva cominciato a camminare da pochi giorni, quindi dovevo avere mille occhi, i suoi primi due dentini
sono spuntati, l'ho svezzata, mi sono letteralmente dedicato a lei,  all'inizio parlava in un modo incomprensibile l'unica cosa pronunciata bene era papà, ricordo quando un mesetto fa, dopo essere tornato a casa distrutto dall'ospedale dopo l'ennesima risonanza fatta a Gaia dove il risultato era lo stesso, era ancora lì chiusa nel suo mondo, sdraiato nel letto con la mia piccola Sanem mi ha chiamato papà, da quel giorno lo ripete continuamente come fosse una cantilena. Ora parla molto bene, non sembra nemmeno una bambina, come avevamo deciso io e Gaia, Sanem parla e capisce, sia l'italiano che il turco.
Ho ricominciato a lavorare, o meglio mi sto preparando per girare una serie, devo allenarmi costantemente in palestra, mangiare in un certo modo, riprendere alcuni kg che in questo devastante anno ho perso, diciamo che il cibo era diventato un lusso, mi bastava assumere caffè, per tenermi sveglio e attivo, mangiavo giusto qualcosa velocemente solo per non crollare definitivamente. Ho cominciato ad usare la cucina, quando ho cominciato a preparare le prime pappette per Sanem.

Ho organizzato un piccolo rinfresco dove parteciperà solo la famiglia nella stanza di Gaia, non le avrei mai permesso di perdersi il primo compleanno, di nostra figlia.
Quindi dopo essere andato in palestra, dopo essermi allenato, ovviamente portando con me Sanem che ormai, era la mascotte di tutti, faccio una doccia e raggiungo l'ospedale.
Tutti i medici, infermieri mentre ci incontrano, fanno gli auguri a Sanem che sorride a prescindere,, il suo sorriso mi fa mancare l'aria, è esattamente come quello di Gaia, anche lei quando lo fa, le si firmano quelle sue splendide fossette sulle guance .

Entriamo nella stanza, faccio scendere Sanem dal passeggino, mi sorride

< Sanem adesso diamo un bacio alla mamma>

mi sorride, la prendo in braccio e l'avvicino a Gaia la invito a dare un bacio sulla guancia e lo fa, subito dopo mi sorride e inevitabilmente io lo ricambio, questo piccolo esserino ha stravolto la mia vita. Mi avvicino alle labbra di Gaia e le lascio un bacio, ormai sono abituato a non ricevere risposta dalle sue labbra, ma nonostante ciò ci spero ancora.

Comincio a gonfiare alcuni palloncini rosa, e Sanem nel mentre si diverte a tirare i miei capelli, che ormai sono diventati di nuovo lunghi, inizialmente lo erano perché non ho sicuramente pensato a curare il mio aspetto, troppo impegnato mentalmente a pensare a sopravvivere, nell'attesa del risveglio di Gaia, l'unica cosa che ho costantemente tagliato è stata la barba, ma non per volontà, ma solo perché rimproverato da Emma nel vedere costantemente il piccolo viso di Sanem arrossato dalla barba.

Dopo aver preparato e appeso i palloncini, dopo aver sistemato il piccolo rinfresco e la torta, mi siedo, entra il dottor Rossi, medico di Gaia e mio primo sostenitore, nel non perdere la speranza nel suo risveglio

<ciao Can, piccola Sanem, oggi è il tuo
compleanno?>

Sanem lo guarda e sorride io alzo la mano per salutarlo

< Can io e gli altri colleghi del reparto, abbiamo un piccolo pensiero per Sanem vorremmo darglielo prima dell'inizio della festa>

sorrido commosso

< grazie dottore, ma non c'era davvero bisogno, voi avete già fate molto per me, per lei e per Gaia>

il dottore mi mette la mano sulla spalla

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