Capitolo 35

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GAIA
Guardo il mio quartiere, ma il mio cuore si ferma appena vedo il cancello di casa aprirsi, mi sembra un sogno, finalmente sono a casa.
Can parcheggia, io slaccio la cintura, vorrei scendere subito ma appena apro lo sportello e cerco di farlo, la mia testa gira velocemente, Can se ne accorge

< Gaia ferma, aspettami ti aiuto io>

fa il giro velocemente e stringe la mia mano

< con calma amore>

annuisco e con il suo aiuto scendo, mi tiene stretta per un fianco e io come una bambina sognante, mi guardò intorno, tutto è come sempre, anche se un po' trascurato, ma in fondo credo che questo periodo, sia stato molto pesante per tutti loro, suppongo che non avevano la voglia e lo spirito per pensare alla cura accurata del giardino, Sanem richiama l'attenzione di Can

< papà>

ci voltiamo entrambi e la vediamo che con le mani, fa segno di essere presa in braccio

< Can, prendi Sanem, non lasciarla lì>

mi guarda un po' ansioso, credo che non sapeva come fare, c'ero io che non mi reggevo bene in piedi sola e lei che lo richiamava. Appoggio la mano sulla macchina per sostenermi

< ask io mi tengo qui, tu prendi lei, pensa prima a lei>

sembra in imbarazzo, ma fa come le dico, la prende in braccio, lei le sorride e accarezza la sua barba, erano così dolci insieme. Can la mette a terra e lei corre verso la porta di casa e comincia a battere con le mani su di essa, lui mi abbraccia

< andiamo askim, prima che tua figlia butti giù la porta>

sorrido e abbracciata a lui arrivo alla porta che apre immediatamente, prima di entrare faccio un respiro profondo, lui lo nota

< se vuoi aspettare ad entrare, rimaniamo un po' qui fuori>

lo tranquillizzo

< no, vorrei entrare subito>

mi bacia e piano piano entriamo. Chiudo gli occhi e respiro il profumo di casa, quel profumo che era unico e inconfondibile, sento due dolci mani sulle mie gambe

< mamma>

apro gli occhi vedo Sanem che alza le braccia per essere presa da me, il mio cuore batte forte, allungo le mani verso di lei per prenderla, ma la mia testa gira forte, Can si avvicina e mi afferra

< ask ma che fai? Vieni qui siediti>

mi sento in colpa, la mia piccola Sanem voleva essere presa da me e io non ne ero stata capace, è rimasta ferma con le braccia alzate, chissà che delusione per lei.
Can mi fa sedere sul divano e chiama Sanem

< Sanem vieni qui>

lei mette il broncio e comincia a piangere, Can la va a prendere, la coccola in braccio e la porta sul divano tenendola stretta a lui, con un dito sposta il suo viso per obbligarla a guardarlo

< amore ascolta, la mamma ancora non si sente molto bene, non può prenderti in braccio, però ora che è seduta, puoi andare in braccio a lei ok?>

fa no con la testa e si accoccola di nuovo a lui. Io mi sento così da schifo, povera piccola, come poteva capire certe cose, era ovvio, per lei io non l'avevo presa punto, poi il motivo non era importante. Can dopo averla tranquillizzata la fa sedere al centro tra me e lui, inaspettatamente lei si mette in piedi sul divano e comincia a toccare i miei capelli, le sorrido e lascio fare.
Suonano alla porta e Can va ad aprire, sono i miei suoceri e i miei fratelli con le rispettive famiglie, avevano portato la cena per tutti.
Mentre sistemano l'occorrente per la cena io e Sanem rimaniamo insieme sul divano, stiamo giocando con la sua bambola, mi sembra tutto così surreale l'ultima volta in questa casa, ero uscita con il pancione e oggi sono qui, con mia figlia che gioca con le bambole.
Emma ci raggiunge

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