Capitolo 33

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GAIA
Can e Sanem sono andati via da po, mi sento stanca, scombussolata, non faccio che pensare a come conquistare la fiducia di mia figlia, i miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio telefono, è Can rispondo immediatamente

< ask>

<askim ti ho svegliata?>

< no, non dormivo, io....>

Mi interrompe immediatamente

< amore, non devi avere paura, ora stai bene, hai bisogno di dormire, di riposare>

Sorrido appena, anche se lui non può vedermi

< non riesco ancora a capire come fai, anche se non parlo, tu sai ciò che pensò>

Lo sento ridere appena

< perché ti amo, il mio e il tuo cuore sono collegati, ogni tua gioia, ogni tuo dolore io lo sento amore mio>

Mi asciugo una lacrima

< non piangere >

< Can! >

Sorrido perché anche di una lacrima silenziosa lui si era accorto. Cerco di cambiare discorso

< Sanem che fa?>

< si è addormentata, era veramente affamata, ha mangiato tutto, l'ho lavata e appena messo il pigiama e sdraiata sul letto si è subito
addormentata >

< dorme nel letto con te immagino >

Ride

< immagini bene amore, la sua cameretta è pronta, ma non ci dorme, siamo abituati così, non riuscirei a dormire nemmeno o io senza di lei>

annuisco con la testa, è rimango in silenzio, lui cerca di farmi sentire importante

< da domani però anche con te al mio fianco, finalmente riuscirò anche io davvero a dormire e non solo a riposare amore mio>

< grazie Can>

< perché dici grazie, è la verità amore mio >

Mi viene da piangere, ma non voglio farlo capire a lui, non voglio farlo preoccupare

< ask, ora è meglio se provo a dormire, sono molto stanca>

Lo sento sospirare

< ok, askim, ricordati che ti amo da morire, domani mattina vengo da te e spero di portarti a casa, ho bisogno di te>

Con il magone in gola, per la fatica che sto facendo a trattenere le lacrime cerco di rispondere

< ok, askim ci vediamo domani, ti amo tanto anche io, dai un bacio per me a Sanem >

Senza dargli modo di rispondere chiudo la chiamata.
Mi lascio andare in un pianto liberatorio, sento che mi manca l'aria, cerco di calmarmi come posso, non voglio chiedere aiuto, potrebbe compromettere le mie dimissioni di domani.

Sono le 6:00 di mattina, non ho chiuso occhio, l'agitazione, l'ansia e la paura di addormentarmi e non svegliarmi per chissà quanto altro tempo mi hanno impedito di dormire, mi sento stanca, debole, ma oggi dovrò dimostrare a tutti di stare bene, altrimenti sono sicura che non mi faranno uscire.
La porta si apre leggermente è un infermiera

< Gaia buongiorno, devo farti il prelievo del sangue>

sorrido lei mi chiama per nome come se ci conosciamo per me è una perfetta estranea, ma apprezzo la sua gentilezza e la sua dolcezza.
In silenzio mi fa il prelievo, e prima di uscire mi sorride

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