Capitolo 28

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CAN
Sono seduto con la mia piccola Sanem tra le braccia, sento bussare alla porta e la vedo piano piano aprirsi, Emma si affaccia leggermente e mi chiede il permesso per entrare, ovviamente l'invito a farlo, vedo i suoi occhi rossi e gonfi proprio come lo sono i miei, si avvicina lentamente a me

< posso vederla?>

indica la bambina e io accenno un sorriso, scopro leggermente il suo piccolo viso, Emma sorride e piange insieme

< zia Emma, io sono Sanem e somiglio molto a mamma>

Emma mi sorride, nessuno sapeva i nomi che avevamo scelto. Accarezza il viso di Sanem e mi guarda

< Can tu come stai? Scusami se prima io...>

scuoto la testa

< Emma non devi scusarti di nulla>

mi avvicino e l'abbraccio e insieme piangiamo.
Sanem comincia a piangere, io guardo Emma cercando aiuto, lei mi tranquillizza

< Can avrà sicuramente fame, aspetta chiamo l'infermiera >

continuo a cullare la mia piccolina e dopo poco, Emma mi dice che devo riportare Sanem al nido, così la faranno mangiare, la cambieranno e poi il pediatra la visiterà, esco dalla stanza seguito da Emma e in pochi secondi mi ritrovo davanti decine di fotografi, pronti a scattare foto, sono assalito dalla rabbia, vorrei distruggere ogni macchina fotografica, ma l'unica cosa che faccio e coprire mia figlia, proteggerla da questo schifo, perché non avere rispetto di questo momento, era davvero uno schifo.
Raggiungo il nido e rimango per un po' a guardare Sanem, insieme ad Emma, mi arriva un messaggio lo leggo è Manuel, mi avvisa che possiamo entrare da Gaia, lo faccio leggere ad Emma e dopo aver dato un bacio sulla fronte di mia figlia, vado dritto come un treno verso la stanza di Gaia.

Sono tutti fuori, vedo Manuel seduto sorreggersi la testa con le mani, mi fermo e metto la mia mano sulla sua spalla, alza la testa, mi vede, si alza e mi abbraccia, ci stringiamo forte, io crollo, piango disperato

< Can, dobbiamo essere forti anche per lei, tu devi essere forte, devi esserlo anche per tua figlia>

appena dice tua figlia, mi torna subito in mente il suo dolce viso

< Manuel devi vederla, somiglia molto a tua sorella, è perfetta proprio come lei>

mi sorride

< ok, allora facciamo così, tu vai da Gaia, io vado a vedere mia nipote ok? Porto con me i tuoi genitori, sono i nonni ed e giusto che la vedano ok?>

annuisco con la testa, mi asciugo le lacrime e prima di entrare in camera da Gaia, abbraccio i miei genitori.

Entro piano nella stanza, la vedo lì, stesa su quel letto, ha una fascia intorno alla testa, su entrambe le braccia ha le flebo, nel naso il tubicibo per l'ossigeno, ha una gamba ingessata è un polso fasciato.
Non riesco ad avvicinarmi, non riesco a vederla in queste condizioni, rimango in piedi vicino la porta, faccio fatica a trattenere le lacrime, ma se è vero che mi sente, non voglio fargli capire che sto morendo vedendola così.
Entra un medico per controllare i monitor, mi faccio coraggio e chiedo più informazioni, mi spiega che visto i vari interventi a cui è stata sottoposta, compreso il parto, la stanno monitorando con tutti i macchinari, mi dice che se supera la notte bene, da domani potrebbero già staccarne alcuni, lo guardo confuso

< che significa se supera la notte bene?>

il dottore mi guarda

< le prime 24 ore sono sempre un rischio, ma la sua compagna, ha dimostrato di avere un cuore forte, ha lottato come una guerriera in sala operatoria, spero davvero di darle buone notizie al più presto>

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