Sono passate circa due ore da quando Vinnie è uscito dalla mia stanza. Non ho nemmeno provato ad inseguirlo, sapevo non mi avrebbe dato ascolto. Ho pianto ancora ed ancora, tanto dal non riuscire più a tenere gli occhi aperti.
Sono stesa sul letto nel tentativo di addormentarmi, ma qualcuno ha iniziato a bussare alla porta.
So che è lui, ma non ho proprio voglia di aprire. Forse se resisto per un'altra manciata di secondi si rassegnerà ed andrà via.
<<Celeste!>> grida prima di tirare ulteriori pugni al fragile legno.
<<Non stai dormendo!>> continua.
<<O mio Dio>> sussurro esasperata.
Non ho le forze per discutere con lui nonostante io sia incazzata nera. Doveva restare con me, consolarmi, non andare chissà dove allo scopo di pestare Troy.
<<Celeste>> ripete all'infinito.
<<Stai zitto!>> grido alzandomi.
Se non la finisce sono sicura che qualcuno arriverà per accertarsi che io stia bene, e quest'idea proprio non mi va a genio.
<<Aprimi per favore>>
Scendo dal letto sfinita ed appoggio la mano sul pomello della porta, preparandomi psicologicamente al delirio più totale.
<<Perché cazzo non aprivi?>> grida non appena i nostri occhi si incontrano.
<<Entra>> parlo a bassa voce.
Noto immediatamente le nocche rotte e sanguinanti che sporcano i suoi pantaloni chiari.
Lo vedo avvicinarsi velocemente nel tentativo di afferrarmi il viso fra le sue mani, cosparse del liquido rossastro.
<<Non ti azzardare>> mi scanso.
Appare davvero confuso a causa del mio gesto, ma entra in camera senza indugio andando a sedersi sul mio letto.
Pianto i miei piedi davanti a lui, restando al centro della camera. Non potrei essere più nervosa, lo giuro.
<<Parlo io o parli tu?>> chiedo retorica.
<<Cosa c'è?>> domanda a sua volta.
<<Dio Vinnie sei odioso>> dico più a me stessa.
<<Cos'ho fatto ora?>>
<<Ma che cazzo di problema hai?>> sbotto. <<Ti ho detto che Troy mi ha baciata, contro la mia volontà! E cosa pensi di fare? Di lasciarmi sola qui senza consolarmi nemmeno per un attimo? Cos'hai fatto eh? Gli hai spaccato la faccia?! Almeno vai a pulirti le mani prima di presentarti qui. Sei un cazzo di bambino!>> tiro fuori tutto ciò che ho da dire.
Deve sentirsi in colpa, punto. Lo odio per aver preferito il "rivendicarmi" picchiandolo, piuttosto che darmi un abbraccio o semplicemente farmi sentire al sicuro.
<<L'ho fatto, stavo per farlo!>> si giustifica.
Mi guarda con quei suoi occhi da cane bastonato, non posso crederci. È convinto di aver fatto la cosa giusta.
<<Non hai fatto un bel niente! Hai pensato solo a lui, non è vero?>>
Sembra rifletterci, forse sta iniziando a capire che si trova nella parte del torto.
<<Mi dispiace, sì, l'ho conciato per le feste...>> ammette.
Sto per aprire bocca ma mi ferma ancor prima di pronunciare sillaba.
<<Sai cosa? Non me ne frega un cazzo, se lo meritava, ti ha praticamente violata, non doveva permettersi di baciare la mia ragazza!>> sbraita.
Non do peso al fatto che abbia utilizzato la parola "ragazza". Voglio dire, mi ama, ma non l'aveva mai detta. Non ce n'è mai stato bisogno...
<<È proprio questo il punto! Mi ha violata e non hai pensato minimamente a me, a come mi sono sentita! Non ho fatto altro che piangere da questa mattina, aspettavo solamente un tuo abbraccio e le tue parole di conforto. Non capisci...>> ribatto esausta.
Non ne posso veramente più, ogni volta in cui tutto sta andando per il verso giusto, qualcosa sbuca fuori dal nulla e mi fa perdere le speranze in lui.
Sono solo delusa, ferita.
Si strattona i capelli freneticamente e non posso far a meno di essere in pena per lui, non sa come gestire le emozioni, la rabbia ad esempio.
Cazzo, sono io quella che sta male e mi sento in colpa per lui? Ci sono rimasta, devo riprendermi assolutamente.
<<Celeste...>> annuncia alzandosi.
So già cosa vuole fare, ciò che fa sempre.
<<No, no, no>> ripeto mentre si alza e mi raggiunge.
<<Ti amo>> scandisce ogni lettera.
Menomale che mi ama. Se non mi amasse cosa farebbe allora? Non so, lascerebbe che qualcuno mi malmeni? Scaccio subito il pensiero assurdo dalla testa, non lo farebbe mai.
<<Non basta>> ammetto più a me stessa che a lui.
Non appena pronuncio le ultime due parole, una scintilla di tristezza mista a rabbia viene dipinta sul suo volto, nei suoi occhi in particolare.
Ecco, sta per arrivare la furia che c'è in lui.
<<Cosa vuol dire? Come non basta?! Ti amo. Ti amo e non ho mai amato nessun'altra. Quindi che cazzo vuol dire? Vuoi chiuderla qui per caso?!>> mi uccide con una raffica di domande.
Una sensazione orribile si propaga nel mio stomaco al solo pensiero di troncare i nostri rapporti.<<Illuminami, stiamo insieme per caso?!>> domando.
Lo so, non dovevo dirlo. L'ho fatto solo per scaturire una sua reazione, voglio sentire la risposta...
<<Sei fuori di testa?! Lo capisci che sei mia? È ovvio che stiamo insieme>> urla in preda al panico.
Sembra pazzo a giudicare dall'espressione che ha assunto.
<<Evidentemente è così solo per me>> aggiunge.
Ovvio, è sempre lui la vittima e sono io che non lo apprezzo al meglio giusto?
<<Vaffanculo>> sussurro fissandolo negli occhi.
Sta girando la frittata a suo piacimento e di certo non mi farò manipolare in questo modo.
<<Me ne vado>> annuncia.
<<Già, vattene!>> esce come uno strillo.
Così fa, interrompendo il contatto visivo che fino a pochi attimi fa esisteva, mentre ci gridavamo in faccia le peggiori cose.
Il tonfo sordo dovuto allo sbattere prepotentemente della porta mi manda in tilt, costringendomi a rannicchiarmi nuovamente nel letto in fretta.
Lo odio.
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little dark age//vinnie hacker
Fanfictionceleste è una normale diciottenne, con una vita ordinaria e a tratti noiosa, cosa mai potrà succederle, tanto da sconvolgere la sua intera esistenza, una volta arrivata al college?