Sento le lacrime volermi sgorgare sul viso. Celeste mi ha rammollito. E tutto ciò è dovuto al pensiero di poterla perdere.
Continuo a ripetermi quanto io sia stato stupido, come ho fatto a non accorgermi del suo malessere? Come ho potuto pensare solo a me stesso?
Cazzo, se continuo così impazzisco.
Mi ha perdonato. Mi ama.
Schiaccio l'acceleratore con tutta la forza che possiedo, come se questo bastasse per arrivare prima da lei. Ma perché è dovuta tornare a casa sua? Ah giusto, l'ho ferita io ed ha preferito starmi lontana piuttosto che rimanere al campus. Coglione.
Sento il trillo del telefono e per qualche secondo i pensieri contorti che sto formulando smettono di esistere.
Mi ha inviato l'indirizzo, menomale. Credevo non volesse vedermi davvero perché sua madre è in casa.
È un passo bello grosso quello di conoscerla...Tuttavia non mi sono mai sentito così pronto. Non avrei mai pensato di conoscere i genitori di Chloe ad esempio.
"Ma che cazzo di paragoni fai?" Giusto subconscio.
Celeste non ha nulla a che vedere con lei.
Mi sale il sapore del succo gastrico in gola al solo pensiero di essere stato a letto con così tante ragazze, senza aver provato mai nulla.
A saperlo prima, l'avrei conosciuta molto tempo fa.
Dopo circa mezz'ora sono nel vialetto di casa sua. O almeno credo...Il numero è giusto.
Scendo dalla macchina rimuginando ancora sui miei sbagli...Chissà se sua madre sa tutto. Farei proprio una bella presentazione.
Vedo le sue converse nere sullo zerbino davanti al portone. È casa loro.
Un po' titubante suono il campanello, e la stessa cosa sta facendo il mio cuore. Batte all'impazzata all'interno della cassa toracica.
Sento dei passi pesanti provenire verso di me e in un secondo la porta si spalanca mostrando i suoi grandi occhioni.
Il mio volto si piega in un sorriso. Sembra la prima volta in cui la vedo dopo così tanto tempo. In realtà sono passati due giorni...
<<Ciao>> scandisce le parole in un millisecondo. Quasi fatico a credere di aver udito la sua voce.
È così bella. Ha gli occhi lucidi.
"Devo farmi perdonare"
"Devo renderla felice"
"Devo farla piangere di gioia, non di dolore"Mi sto tormentando.
"SMETTILA"
<<Ciao>> ribatto.
Penso che la parola "ciao" sia nostra ormai.
<<Celeste? È il corriere, arrivo>> una voce femminile parla.
<<No mamma, lui si chiama Vinnie>> risponde senza mai distogliere lo sguardo dal mio volto.
Vedo una figura snella occuparmi il campo visivo.
<<Vinnie?>> ripete.
Quando la donna incontra il mio sguardo, un sorriso gioioso le distorce il viso in maniera quasi spaventosa.
<<Quel Vinnie? Il ragazzo di cui mi hai parlato?>> domanda emanando entusiasmo da tutti i pori.
Se non avesse la felicità dipinta in faccia mi sarei spaventato sentendola dire che Celeste le ha parlato di me. Forse ha tralasciato i dettagli brutti della situazione...
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little dark age//vinnie hacker
Fanfictionceleste è una normale diciottenne, con una vita ordinaria e a tratti noiosa, cosa mai potrà succederle, tanto da sconvolgere la sua intera esistenza, una volta arrivata al college?