"Dove sono Jimin e Jungkook? Il direttore li sta aspettando!" esclamò arrabbiato il professore.
Taehyung lo guardò confuso. "è dall'inizio della festa che non li vedo, non so."
"Fanculo!" sbuffò. "Namjoon, fai tu il discorso al posto di Jimin. Se la vedranno con me appena li trovo. Sono finiti."
Intanto, loro due, si erano completamente allontanati dalla festa. Erano seduti in riva al mare, più precisamente in una conca, lontani da tutto e tutti, nel silenzio più totale. In sottofondo si sentiva solo il mare esser trascinato con la forza dal venticello leggero.
I due ragazzi non parlarono per niente.
Entrambi contemplavano la bellezza del mare.Jimin non riusciva a spiegarsi come era riuscita a crearsi tra loro due una empatia tale da riuscire a raccontargli tutto tramite un solo sguardo.
Guardò il corvino con la coda dell'occhio.
Doveva ringraziarlo per avergli teso la mano in un momento del genere, proprio quando si stava sgretolando.
Poggiò la testa sulla sua spalla mentre l'altro gli circondò le spalle con il suo braccio."Non sentirti in colpa se non sei perfetto. Accetta tutti i tuoi momenti dolore, non pensi che anche loro hanno il diritto di esistere?" iniziò Jungkook. Quasi sussurrò. Erano delle parole così intime che neanche il mare poteva ascoltare, avrebbe fatto la figura del terzo incomodo. "Nonostante i momenti no, tu vali. Concediti una tregua. Prenditi tempo, vivi al tuo ritmo, al tuo tempo. Va bene non eccellere, va bene piangere, va bene il dolore, la sofferenza. I sentimenti, qualsiasi essi siano, vanno bene sempre. E penso che il segreto del successo sta nell'imparare ad usare il dolore e il piacere invece di lasciare che il dolore e il piacere usino te. Se non lo fai tu, sarà la vita a controllarti."
"Col passare del tempo parleremo sempre meno del dolore e delle brutte esperienze che abbiamo vissuto." prese parola Jimin. "Torneremo a parlare di cose buffe, delle cose che fanno sorridere il cuore e delle cose assurde che fanno ridere."
"Cosa è stata l'ultima cosa che ti ha fatto battere il cuore, che ti ha fatto sentire vivo?"
"Sinceramente? Tu, mi hai fatto battere il cuore."
Jungkook sentì il suo di cuore, battere velocemente dopo quella confessione.
"è che ero troppo impegnato a controllare quello che non potevo, ero impegnato a pensare a cosa la gente pensasse di me, che non ho potuto dimostrarti quanto tu sia diventato importante per me. Quanto il solo fatto di pronunciare il tuo nome mi fa sentire a casa. Quanto quel modo di arricciare il naso quando sorridi e di serrare la mascella quanto di arrabbi mi piaccia. Mi piace il tuo modo di essere riservato e con i tuoi occhi grandi e pieni di sogni, guardi il mondo, guardi le situazioni. Il modo in cui hai sempre cercato di proteggermi, ti sei preoccupato per me anche quando io non c'ero con me. E in questo momento, nuovamente, conto su di te." Il biondo alzò la testa dalla sua spalla e lo guardò dritto negli occhi. "Mi piace di te quando mi tocchi dolcemente mentre balliamo e quando hai un tocco più duro quando siamo più intimi. Le stesse mani sul mio corpo mi fanno provare cose diverse. Io non posso far più a meno di te." il suo labbro inferiore tremava leggermente. Era la prima volta che riusciva a dire cose del genere. La prima volta che riusciva ad aprire il suo cuore così. Era stanco di nascondere i suoi sentimenti. Adesso l'amore doveva dimostrarlo.
"Neanche io, piccolo. Non riesco più a far a meno di te." gli rispose per poi baciarlo. Quasi come non riuscisse più a resistere alle sue labbra.
Jimin ricambiò il bacio incrociando le braccia dietro al collo dell'altro, mentre si sdraiava, portandolo con sé.
Jungkook si mise a cavalcioni sul suo corpo mentre continuavano a tener le loro labbra unite. Le sue mani vagarono prima sul suo petto per metà scoperto e poi verso i suoi fianchi.
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Black Swan. (Jikook)
أدب الهواةIl lago dei cigni è una storia d'amore, tradimento e trionfo del bene sul male, pieno di romanticismo e bellezza. Il balletto del XIX secolo è anche un confronto tra purezza del cigno bianco e oscurità del cigno nero. L'accademia di Seoul, che nasco...