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Roma

Emma.

Molte persone dovrebbero venire a visitare la capitale con un sole che spacca le pietre, ha una luce particolare, mi innamoro ogni giorno di più di essa. Vivo a Roma da un sacco di anni. Questa mattina mi sono svegliata presto come ogni giorno che si rispecchi, mi sono preparata e ho preparato anche mia figlia Carlotta che ho avuto dalla mia precedente relazione. Io e il suo papà stiamo stati fidanzati x ben 5 anni, dopo la nascita della bambina ci siamo sempre più allontanati e alla fine, è finito tutto.
Io sono un insegnante di danza, principalmente di classico ma ho studiato tanto stili, ho una scuola dove preparo un sacco di ragazzi per le gare. 
Il papà di Carlotta l'ho conosciuto li, si chiama Michele, ed era il mio assistente.

«ciao mami ci vediamo oggi pomeriggio » mi dice Carlotta mentre siamo davanti alla porta dell'asilo,  le bacio la guanciotta e poi la guardo entrare verso l'entrata. Cosi salgo in macchina e vado a lavoro.  Ad oggi sono alla ricerca di un altro assistente -  che a detta di Denise dovrebbe arrivare oggi -  anche se da sola non si lavora male. I passi a due però devo montarli con un ragazzo che la mia amica in un altra sala e non riesce mai niente. Speriamo bene.
Apro la porta della scuola, saluto ragazze che non appena entrano in sala iniziano a riscaldarsi.
Vaso nel mio ufficio, trovò uno sdraiato sul divano.

«scusi, ma chi si crede di essere! È entrato qui  senza permesso. Si è sdraiato sul divano del mio ufficio e si fa pure i cazzi suoi» gli dico incazzata alza lo sguardo. I suoi occhi neri mi perforano quasi la pelle. Mai visto uno del genere. Persino biondo in testa. Sono un attimo incantata.

«ma lei è sempre così nervosa di prima mattina. » mi domanda.

«si, cioè no, mi spiega che ci fa qua? » dico. Iniziando ad innervosirmi seriamente.

« Simone Baldassaroni, il suo nuovo assistente di ballo» mi dice subito senza troppi peli sulla lingua.

«eh??»  sono incredula adesso!  Lui come mio assistente? Ma chi lo ha mandato un bello così? No scusate! Emma smettila adesso non è arrivato nemmeno da venti quattro ore. Siediti.

«tu hai chiesto uno x aiutarti dalla direzione. Sapevano che cercavano lavoro ed eccomi qui. Sono di Roma. Credo si senta ma prima di tornare qui ero a Genova, poi sono stato spostato a Firenze e infine a Bari. Mi hanno mandato x darti una mano»

«accidenti direttamente da Bari si sono scomodati!»  dico ironica. Non potevo credere di vedere un ragazzo così giovane qui davanti a me. Sono un po' scioccata.

«quanto sei simpatica guarda!»

« facci l'abitudine Baldasseroni perché io so così! » gli rispondo appoggiando la borsa per prendere poi ciò che ci sarebbe servito in sala.

« già mi immagino!»

« si, il lavoro duro che ti metterò a fare. Abbiamo delle gare da fare tra pochi mesi è se non siamo al cento per cento non potremmo ne esibirci noi ne i nostri ragazzi. Quindi vedi cosa devi fare! Sono severa. Poche chiacchiere in sala!»  Gli dico velocemente. « vatti a cambiare ti aspetto in sala» lo liquido in questo modo. Chiudo la porta alle mie spalle. Tengo l'aria dentro ai miei polmoni e poi butto fuori tutto. Possibile che tutte a me capitano?

La voglia di rincomiciare. 🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora