Tre settimane dopo
Simone
Siamo a lezione. Oggi ci siamo scaldati è abbiamo iniziato la nuova coreografia. I ragazzi non ci stanno perché sono impegnati con l'insegnante di moderno. Domani faremo vedere anche questo. Premo play alla musica e ci muoviamo. Oggi balliamo un tango.
«e uno, due, tre, quattro»conta mentre balla. Mi pesta in piede mai successo. Che le prende adesso? La fermo.
“ Emma pronto ci sei?” le chiedo guardandola. Si sposta i capelli dal viso.
« si scusa ho perso il filo del passo. Non so perché» mi dice sincera. Riprendo il telecomando per rimettere play.
«me ne sono accorto mi hai ucciso un piede» confesso ridacchiando. Dal momento in casa sua sono passi ventuno giorni. Impressionante come siamo diventati complici e uniti all'interno del lavoro. Conoscerla mi ha dato modo di legarmi di più a lei anche all'interno semplicemente della sala
“scusa, scusa ” mi abbraccia, mentre sorrido. Rifaccio riprendere dall'inizio. Balliamo di nuovo tutto in sincronia. Ci troviamo faccia a faccia.
“esci con me? ” le chiedo. Forse, troppo affrettato. Forse non avrei dovuto. Forse per lei è troppo. Ha già avuto questa esperienza perché dovrebbe accettare!
“che stai dicendo?” mi domanda impaurita.
“ti ho solo chiesto se ti andava di uscire con me. Puoi anche con accettare capirei. »
« eh! eh! Tu ci stai provando con me vero?» il suo tono è spiritoso quindi mi viene quasi da ridere
“ma che dici!» rido.
“ahahahahah sei punte scemo che neghi.» mi dice ridendo sotto i baffi. Decido di fare la mia mossa, la tiro verso di me e la guardo. Siamo troppo vicini quasi c'è la voglia di entrambi di lasciarsi andare. Non voglio assolutamente correre.
“anche se fosse? Ci sono dei problemi?” chiedo guardandola. Non risponde. Appoggia solo le mani sul mio petto.
« Baldasseroni lei deve stare molto attento a come si comporta!» dice tra il serio e l'ironia. Questa donna aveva così tanti lati sconosciuti che mi verrebbe voglia di conoscerli uno ad uno. Passarci più tempo possibile sarebbe l'ideale.
« io starò attento. È una semplice cena, niente di che, ci vieni?» adesso ho un tono più dolce. Mi sorride.
“ok,va bene. Solo se impariamo questo ballo oggi stesso. Altrimenti ti agganci al tram” inizio a ridere forte mentre va verso il telecomando per controllare la traccia di prima che ci sarebbe servita per provare di nuovo. Aveva questa ironia che mi faceva morire dalle risate.
« sono certo di non dovermi agganciare da nessuna parte!»
« non t'allarga!» esclama guardandomi con una risata sotto i baffi.
« ok! Mi impegnerò!»
“bravo” ridiamo insieme adesso. Spero questa serata possa andare per il meglio. Per una volta mi aspetto che sia tutto perfetto, che non succeda niente, che possa farla stare tranquilla senza dover pensare troppo. Si era già sciolta abbastanza nei giorni scorsi, faceva le battute, rideva con me e scherzava persino. Un giorno mi ha fatto trovare della farina nell'ufficio che mi ha spaccato in testa facendomi diventare tutto completamente bianco. Non smetteva di ridere per come era riuscita a farmi lo scherzo in piena giornata lavorativa. È nemmeno avevamo finito di sistemare alcune prese in una coreografia. Respiro ridendo a quel momento dopo aver finito di ballare con lei. Uscirò pazzo me lo sento.
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La voglia di rincomiciare. 🤍
FanfictionEmma insegnante di danza, ha dietro di lei un passato che si porta anche nel presente. Simone in cerca di un posto di lavoro all'interno di una sala di ballo verrà preso come assistente nella stessa scuola dove lavora Emma. Cosa succederà? I due...