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Stamattina ho chiesto a Sara se potevo avvicinarmi a casa per vedere la mamma. Mi ha risposto di sì. Sono sotto da mezz'ora, non ho il coraggio ne di suonare ne di muovermi da dentro abitacolo. Riaccendo la macchina per andarmene, proprio in quello stesso istante mia sorella esce dal cancello. Mi vede.

“Simone”

“Sara io...”

“ la mamma ti sta aspettando. Ma dove eri tutto questo tempo? Soprattutto dove te ne stai andando?”

“ a casa. Non ci riesco. ”

“ perché? Guarda che non ti mangiamo”

“ho una sensazione strana allo stomaco” sale in macchina chiudendo la portiera. Si sistema il vestito coprendo le gambe. Guarda davanti.

“ mi dispiace che tu ti senta così. Posso capire: i rapporti non c'erano più da un pezzo e potresti avere paura di qualsiasi cosa. So anche che la mamma aveva appoggiato il papà, ma anche tu sai che a volte si sceglie di non dire niente per tante cose”

“avrebbe potuto solamente difendermi. Non sarebbe cambiato niente. Papà mi avrebbe cacciato comunque, ma io sarei stato più sereno che lei non la pensava allo stesso modo. ”

“ papà era sempre uno possessivo. Non voleva mai essere contraddetto. Se la mamma avrebbe preso una posizione diversa sarebbe finita che...”

“ l'avrebbe cacciata? Non credo. Alla fine i cazzi suoi li ha fatti comunque”

“ la mamma lo ha messo lei alla porta. ”

“ hai detto che era andato via di casa con la nuova compagna?”

“ si era una sua decisione. Ma mamma gli aveva detto che anche se lui non avesse deciso quel giorno lo avrebbe buttato fuori a prescindere. Che era colpa sua se tu non eri più con noi e che non sapeva più niente di te. Lui ti attaccava che dovevi portare rispetto ed essere uno che avrebbe seguito ciò che faceva lui. La mamma urlava che non era più come una volta, i tempi erano cambiati e che molto probabilmente aveva sbagliato a non fermarti. ” confessa guardandomi adesso.

“ entriamo?” le chiedo. Annuisce. Scendiamo entrambi, entrando in casa, salutiamo la governante che mi abbraccia. Sorrido. Un po' di odore di famiglia.

“Simo, sei tu?” mi chiede mia madre guardandomi negli occhi. D'istinto poco dopo mi abbraccia senza farmi rispondere. “ non ci posso credere che tu sia tornato. Che ti posso abbracciare”

“ come stai?”

“ io sto bene. Tu? Dimmi come stai tu? È troppo tempo che non ti vedo. Io.. mi dispiace Simone. Non avrei dovuto comportarmi in quel modo. Avrei dovuto fermare tuo padre quel giorno. Ti chiedo scusa. ”

“ mamma respira per favore. Sara mi ha spiegato tante cose, non ero certo di venire qui fin dall'inizio, quando ho saputo tutto il mondo mi è crollato. Non pensavo fossero cambiate così tante cose. ”

“ avrei dovuto cercarti prima figliolo” mi abbraccia ancora.

“ non importa adesso!”

“ ho sentito quello che mi hai detto: comprendo che ti sei spaventato in quel momento. Non so con quale forza tu mi abbia dato per svegliarmi,sono felice di essere qui adesso” le sorrido.

“ sono felice anche io.”

“ mangi qui? "

“ ehm...” mi gratto la testa “ in realtà ho una fidanzata a casa incinta e una bambina che mi aspettano per pranzo. Ero passato per sapere come stavi e per parlare un po' con te”

“ oddio! Quante cose mi sono persa! Senti perché non le chiami? È dici a loro che voglio conoscerle, se dobbiamo rincomiciare voglio farlo per bene”

“sei sicura?”

“ certo. Dai! Non perdere tempo. Ne abbiamo già perso troppo” mi accarezza una guancia e ritorno a sentirmi come quando ero piccolo. Con le sue dolce mani riusciva a farmi passare tutti i cattivi umori che avevo.

“ ok va bene” sorride e le lascio un bacio sulla guancia. Un nuovo inizio.

La voglia di rincomiciare. 🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora