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Parcheggio la macchina, scendo e arrivo all'asilo e ci trovo Michele. Che diamine ci fa qui? Non dovrebbe minimamente essere qui! Non oggi! Non è il suo giorno!
Sto andando letteralmente nel panico. Potrebbe succedere di tutto, da un momento all'altro, senza che ce ne accorgiamo. Non capisco perché non comprenda questa cosa. Non è poi così difficile ricordarsi di avere dei giorni stabiliti. Dovevo venire io a prendere Carlotta.

«Michele che ci fai qua?» gli dico incazzata appena mi avvicinò. Tirandolo via dall'entrata.

«volevo vedere la bambina. Non posso?» mi domanda. No, non puoi è questo il punto.

«potevi avvisarmi»

«Emma è mia figlia, perché ti dovrei avvisare?» perché sei un coglione! Non è così poco comprensibile quello che gli aveva ordinato il giudice. Siamo in questa situazione per colpa sua diamine! Perché per una volta non si prende le responsabilità??

«Ti ricordo che Carlotta è sotto la mia tutela.  Tu hai solo due settimane al giorno, come stabilito il giudice. Io non c'entro in tutto questo è tu lo sai molto bene!» gli ricordo.

«se per te non è un problema, resto, non farti problemi.» gli tiro il braccio di nuovo come prima e lo avvicinò al mio viso

«michele per la legge hai già visto tua figlia non dovresti stare qua» non voglio allontanarlo da lei ma questo particolare non ci permette di essere qui insieme, specialmente se ci sono degli ordini da seguire. Ha combinato un casino anni fa è ora non avendolo rimediato siamo in questa situazione.

«Emma non ammazzo nessuno se la vedo» mi risponde innervosito. Lui? Lui che incazza anche? 

«michi ti prego, sai il perché non farmi parlare » siamo davanti a tante persone. Non voglio che nessuno sappia di questa cosa. Figuriamoci se lo vengono a sapere persone che lo riportano a scuola di danza.

« per quanto ancora mi dovete condannare, ho sbagliato è quindi? » mi chiede esasperato alzando la voce.

« non urlare! Quindi puoi ricascarci. Michele non fare il finto tonto, quella gente non scherza e io non voglio che nostra figlia soffra, e adesso basta c'é troppa gente per discutere di queste cose» gli dico arrabbiata tantissimo. Quando stavamo ancora insieme non so come cazzo ha fatto ad entrare in un brutto giro, poi è successo il disastro. Ancora deve scontare tutto quello che ha da dare. Io non ci posso credere di essermi fidanzata con uno a cui piace spendere e scommettere soldi in quel modo. Chi persino fatto una figlia. Proprio quando Michele sta per parlare, Carlotta esce dall'asilo.
«mamma. Papà » ci dice

«ciao cucciola» Michele la prende in braccio.

«mamma posso andare al parco con papà ?» mi chiede innocentemente. Come posso farlo? È se succede qualcosa? Ho troppa paura. La guardo.

«va bene ma alle 18 a casa. Miché te prego! » quasi lo imploro.

«Emma stai tranquilla » saluto mia figlia e la vedo andare via con il suo papà. Tanto felice di essere con lui. Salgo in macchina è do un pugno allo sterzo. Con tutte le croci possibili mi doveva succedere questo. Fare una bambina con un quasi delinquente. Io..  lo amato troppo quell'uomo, gli ho voluto bene fino all'ultimo giorno che ho scoperto tutto. Ero ignara di ogni cosa possibile. Se ne sta uscendo è solo grazie a me. Ad oggi niente è finito. Spero solo che Carlotta stia bene realmente con lui e sia serena tutto qui.

La voglia di rincomiciare. 🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora