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Il giorno dopo

Simone
Arrivo a lavoro. Vedo emma in sala prove con i ragazzi e una ragazza mora, non sapevo con chi fosse venuta. L'avevo lasciata ieri con la caviglia dolorante. Ancora non c'è nessuno in sala se non loro due.

«Simone vieni, lei è jennifer» si volta e sorride. Una bella ragazza niente confronto ad Emma.

«piacere mio» mi dice. Ci stringiamo le mani .

«ballerai con lei d’ora in poi, fin quando la mia caviglia non sarà sistemata sia chiaro!»  mi guarda e sorride. Annuisco e iniziamo a ballare qualche coreografia di latino. Emma ogni tanto ci corregge anche se non può ballare.
A fine delle prove i ragazzi sono a fare tutti la doccia, era una vera proprio struttura con spogliatoi e docce per permettere ai ragazzi di non uscire del tutto sudati, mentre jennifer è andata via sono solo in stanza con emma.

«sai che non mi ero mai accorta che fossi cosi bravo » si lascia andare a questa confessione che non mi aspettavo minimamente.

«tu sei brava emma! Nonostante il tuo piede hai lavorato anche oggi, in molte dovrebbero fare come te »

«porto avanti solo il mio lavoro io» sta in terra e mi siedo vicino a lei. So che potrei prendermi una menata o cose, ma non riesco a staccare gli occhi di dosso sembra qualcosa di impossibile da fare. Tre giorni Simone! La conosci da tre giorni! Tu sei messo non male di più!

«ti vedo strana c’è qualcosa che non va?» chiedo preoccupato. Anche durante la lezione era veramente assente.

«no, perchè? Sto bene io»

«ti vedo strana dopo queste prove» affermò ancora.

«vorrei ballare tutto qua, ma cerco di non dover peggiorare le cose» mi risponde sincera. C'era qualcosa che però la turbava. Non sapevo cosa.

«vuoi uno strappo a casa? » mi guarda non mi risponde poi l’aiuto ad alzarci siamo vicinissimi, continua a guardami. Cade un silenzio che sembrano passare non so quante ore. « c'è qualcuno che ti ha accompagnato?» non risponde.

«mi poteresti solamente a casa?» annuisco e sorrido. L’aiuto ad andare in ufficio. « non fare altre domande ti prego!»

« d'accordo. » rispondo. Ci vediamo è la porto a casa.

Emma

Non so perché gli ho chiesto di portarmi a casa. Sapevo che Michele era con Carlotta, e mia sorella Francesca non mi avrebbe potuto accompagnare di nuovo a casa perché era a lavoro. Ho una sorella più grande. C'è sempre stata anche oggi che mi ha portato a lavoro.
Parcheggia sotto casa, lo ringraziò .

«ciao Emma » mi saluta e io con la mano ricambio vedo che va via e salgo le scale. Mi fa male un po la caviglia, ma adesso come arrivò mi butto sul divano magari dormo anche un oretta. Sono distrutta anche senza aver lavorato come sempre. Vorrei essere più concentrata dentro il balletto,ma se sforzo poi succedere un casino.

.....

Simone

Sono appena tornato a casa. Lavorare con Jennifer non è per niente facile, Emma ha mille esigenze e se prima con lei risultava tutto più dolce e morbido, avere mille correzioni perché Jenny  non sistema braccia e controlla il corpo è pesante. Non so se riesco ad aspettare che si rimetta in sesto. Voglio ballar con lei. È leggera e fa risultare tutto più bello. Apro le finestre per far entrare aria, respiro, ho bisogno di una bella doccia, voglio staccare un po la spina.
Ne ho realmente bisogno. Sono un po' incontrasto su tutto.

Poco dopo mi arriva un messaggio di Emma con scritto:
“domani Jennifer non c"è ha un problema in famiglia. So che non dovrei caricare la caviglia ma dobbiamo portare a termine il lavoro. Ci vediamo domani. Siamo soli i ragazzi arrivano mezz'ora più tardi. Emma” questa è pazza vuole ballare con una caviglia messa male!
Non glielo permetterò!

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