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È passato a prendere a casa, Carlotta con la mia amica. Aveva appena staccato da lavoro, ma le piaceva stare con mia figlia, a mia madre non volevo scocciarla per tutte queste ore. Mi ha portato in un ristorante bellissimo qui a Roma.

“Carlotta come sta?” mi chiede così di botto. Lo guardo. 

“sta meglio la febbre è scesa stanotte sta con Valeria una mia amica ” rispondo dopo che ci portano il secondo. Avevano già mangiato il primo, buonissimo tral'altro.

“ è ballerina?” mi chiede mangiando un pezzo di carne. Scuoto la testa.

“no è una commessa in un negozio di abbigliamento per bambini”

“meglio di non lavorare” annuisco

“ovvio, tu come mai il trasferimento qui? Eri in Puglia?  Non stavi bene?” chiedo curiosa

“volevo cambiare aria. In Puglia mi trovavo bene, ma non era più come prima, quando ho sentito che qualcuno cercava un assistente a Roma ho chiesto subito di venire. Sono stato anche a Firenze e a Genova. Ma tornare a casa è sempre speciale”

« i tuoi?» chiedo.

“ non parlo con i miei da anni.»

« in che senso?»

« nel senso che non ho più rapporti ne con loro e ne con mia sorella. Non ci vediamo dal primo volo che ho preso per Firenze. Non sanno nemmeno che sono qui. » gli accarezzo una mano. Non pensavo che avesse un passato del genere. È sempre così solare.

« non hai provato nemmeno a vedere come stanno?»

« per me non esistono più. Mi hanno cacciato di casa come se avessi una malattia grande, solo perché volevo fare il ballerino. »

« sono i tuoi genitori però..»

« non più. Ti prego non parliamo più di questo argomento. Non mi piace e mi rende triste»

« perché ci stai male su questa cosa perciò ti rende triste. Non puoi vivere per tutta la vita fingendo che non ti interessa di loro. » gli dico.

« mia sorella ha sempre chiesto di vedermi. Ma quando loro hanno scelto di non guardarmi più in faccia, lei non ha detto niente allora ho chiuso anche con Sara»

« invece dovresti iniziare da lei. »

« non lo so. » gli accarezzo un guancia.

“sto bene con te” gli dico

“anche io Emma» risponde dolcemente. « in Puglia ho lasciato una ragazza che ad oggi continua a tartassarmi. Se non lo fa con me lo fa con il mio amico. »

“che dovrebbe importare a me? » chiedo fingendo di non capire dove voleva andare a parare.
“tu mi hai detto di Michele, io ti sto dicendo di lei”

“non hai figli vero?» scuoto la testa.

“no. Non ho figli. Ma un giorno trovando la persona giusta mi piacerebbe molto. »

“capisco» mi bacia la mano, va a pagare senza darmi modo  di replica, poi usciamo fuori dopo cena. Mi mette il suo cappotto sulle mie spalle.
Siamo nel giardino del ristorante mi appoggio a un muretto, prima di andare alla macchina. Mi guarda contro luce della luna.

“sai che sei bellissima ” mi dice sorridendo.

“certo. È perché non mi hai vista bene!»

“si, invece, sei tu che non riesci a capire che ti guardo molto spesso. Per me sei bellissima. Questa luna ti rende ancora di più straordinaria. »

“oh si! Il vino che hai bevuto ti ha fatto male!» gli dico quando lo vedo avvicinarsi più a me. « Simone»

“che c'è?» sussurra. E poi... In un attimo annulla le distanze scatta un bacio passionale. Le mie braccia finiscono intorno al suo collo e non vorrei staccarmi da questo bacio.

La voglia di rincomiciare. 🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora