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“Simo sei sicuro?” è mia sorella a chiedermelo mentre siamo davanti alla stanza dove dovrebbe esserci mia madre. Emma mi ha convinto a venire, stavo cambiando idea, le gambe mi tremavano e non mi sentivo pronto a tutto questo. È un passo troppo importante. Un passo verso qualcuno che mi aveva fatto mia madre. Un passo troppo lungo per me.

“ si " rispondo.

“ ok. Entro io, poi tu, insieme non possiamo entrare. ” annuisco. La vedo entrare, inizia a salirmi l'ansia. Non so proprio cosa potrei dirle. Non so più cosa pensare adesso. Mi siedo su una di queste sedie fredde, le odio, gli ospedali non mi sono mai piaciuti. Vedo infermiere camminare con estrema calma mentre fanno il loro lavoro. Mentre io in questo momento vorrei essere a casa, con la mia fidanzata e mia figlia. Carlotta era diventata un pezzo collante della mia vita. “Simo puoi andare” mi dice una volta che esce. Mi passa un camice sterile,copri scarpe e una cuffia.  “ non aver paura. Non succederà niente. È stabile adesso. ”

“ ok!” dico. Appoggio la mano sulla maniglia e poi spingo la porta, una volta dentro la chiudo alle mie spalle. Mi avvicino lentamente. Non era cambiata per niente. Era uguale a come l'avevo lasciata. Forse, con qualche ruga in più niente altro. Respiro sentendo il mio corpo farsi fragile.
“ ciao mamma” dico. “ io non lo so se mi senti. Sara mi ha cercato, è riuscita a dirmi tutto. Mi dispiace per quello che ha fatto papà, non avrebbe dovuto lasciarti da sola. Non so se sarei tornato a casa. Mi sono sentito ferito quando mi è stato detto che non avrei fatto più parte della famiglia. So che mia sorella non c'entrava niente, che la decisione era vostra. Ma non avrei potuto vederla mi ricordava troppo quel giorno.
Tu.. tu non hai detto niente. Ho pensato di essere un peso anche per te. Ho pensato che anche per te valeva il fatto che ero solo un ragazzino di poche speranze. ” sento gli occhi bruciarmi. “ stavo per non venire questa mattina, ma Emma la mia ragazza mi ha convinto che mi sarebbe servito. Lei mi diceva sempre che prima o poi sarei dovuto almeno tornare a vedere come stavate perché avrei vissuto il rimpianto. Ero arrabbiato; ancora lo sono adesso, non mi è passata la rabbia, vorrei che tu non te ne andassi per poter rimediare o meglio chiarire” mi asciugo le lacrime. Succede un secondo tutto. Mi volto verso il suo viso, i suoi occhi sono aperti e cerca la mia mano. Spaventato mi allontano. Esco, Sara mi guarda sconvolta.

“ che succede?”

“lei... Lei è sveglia! Sara mi guardava. Cercava la mia mano. Lei è sveglia" dico. Arriva un infermiera e con Sara entrano dentro. Mi manca l'aria. Non ci posso credere!
Come poteva essere sveglia se era in fin di vita?
Mia sorella esce per abbracciarmi.

“ Simo, siediti" mi dice. Faccio come mi ha detto. “ la mamma è sveglia. L'infermiera mi ha detto che è solo un miracolo questo. Potranno operarla di nuovo per l'ematoma e aiutarla a stare meglio. Sei riuscito a cambiare le cose con un solo discorso. Io.. non so cosa dire. ”

“ Sara, io devo andare! Non posso stare qui!” annuisce.

“ comprendo come ti senti. Puoi andare. Ti aspettiamo quando vuoi. La mamma ha detto che ti vuole bene” prendo aria da mettere dentro i polmoni, è corro via per le scale dell'ospedale. Emma mi serviva parlare con lei.

La voglia di rincomiciare. 🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora