12.

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Suono al campanello, nonostante fossi combattuto ho deciso di accettare, così le ho scritto oggi mattina che sarei passato a casa sua. Sono molto agitato. Non so cosa aspettarmi. Pensavo di trovarla fuori visto che sono arrivato nell'orario che mi aveva detto. 

«chi è?» chiede al citofono.

«Simone» apre il cancello, cammino verso il vialetto arrivo davanti alla porta e la saluto.

« ciao» dice sorridendomi.

«ciao» sorrido ed entro in casa, mi guardo intorno, mentre lei è alle mie spalle.

«accomodati vado a fare un caffè e torno subito» sparisce verso il piano cottura e io cammino verso il divano mi accorgo di alcune foto che la ritraggono con una bambina bionda occhi marroni, gli assomiglia un sacco. Ma chi è?

«Simone» mi ero incantanto a guardare quelle foto meravigliose. Poi mi giro verso di lei chiedendole una cosa che forse è affrettata.

« è tua figlia?»

« si» mi risponde abbassando la testa. Perché si vergognava, era una cosa bella infondo.

“ è bellissima.» le dico sincero. «ha il tuo naso i tuoi occhi e bionda, e poi ha quasi la tua stessa bocca» credo che questa bambina sia figlia sua e del fidanzato. Quindi ho poche ciance per prendermela.

“tutti mi dicono che uguale al padre” confessa appoggiando il caffè sul tavolino in vetro davanti al divano. Mi accomodò vicino a lei.

“non ti hanno vista bene Emma” beviamo questo caffè. Mi guarda ed inizia a parlare.

“Si chiama carlotta ha 4 anni e va all’asilo, Michele era il mio insegnante di ballo che poi è diventato il mio assistente” sbarrò gli occhi. È perché adesso ci sono io al suo posto? I ruoli soprattutto si sono invertiti successivamente.

“quando si dice l’allievo supera il maestro” ridiamo.

“esatto, e da li ci siamo innamorati, siamo stati 5 anni insieme e sono rimasta incinta quasi subito. La nostra storia è fatta di alto e bassi. Molti bassi che alti. ” mi guarda negli occhi “ ci sono dei cose che non ti posso spiegare Simo. Sono difficili da dire.  Soprattutto ti farei entrare in un mondo che non è tuo, non ti appartiene. Carlotta una volta che ti ha conosciuto non ti molla un secondo. Ed è particolarmente spiegare la situazione ad una bambina. »

“ non vedo il problema. Non stiamo insieme. Ma siamo conoscenti. Non devi per forza presentarmi come un possibile fidanzato anche perché credo che tu e Michele siete fidanzati è questo basta. No?» le dico. Scuote la testa.

« ti ho mentito quel giorno in sala. Io e Michele non stiamo più insieme. Ci siamo per l'una e l'altra ma non c'è niente tra di noi. L'amore è finito ma anche a causa di altro. Te lo detto, anche perché non volevo che conoscessi Carlotta nessuno sa niente a scuola e non voglio che nessuno la sappia, la mia vita privata non deve stare la dentro.” è quasi impaurita di dirmi queste cose. Cosa c'è dietro a tutto questo stato d'animo. Le prendo la mano che trema.

“quindi quando sei rimasta incinta che hai fatto?» chiedo.

«mi sono fatta mettere in ferie per un sacco di me. La scuola è mia in ogni caso Michele alla fine è rimasto qui. Io.. sono stata con mia madre a Malta. ” le accarezzo una guancia dove era sfuggita una lacrima. “ ho nascosto per mesi interi la gravidanza. Facevo finta di stare male perché gli allievi chiedevano fortemente di me. Ma non potevo dirlo. Ad oggi le cose vanno così: lui vede sua figlia nei giorni prestabiliti dal giudice e io sto sempre con lei. ”

“ che gran casino! » esclamò velocemente. Si tira su portandomi  al piano di sotto nella  sua saletta, mette la musica e proviamo diverse coreografie. Noto che si sente informa, nonostante, ogni tanto il piede ceda e noto che le faccia male.  Respiro e dopo aver provato diverse coreografie, Ci abbracciamo. Sorridiamo insieme. Per qualche secondo o forse minuti non saprei ci incastriamo con gli occhi. Se la bacio scappa. Se continuo a guardarla però non resisto. Si allontana lei poco dopo.

« promettimi che tutto ciò che ti ho detto oggi non uscirà da queste quattro mura. È importante Simo!»

« te lo prometto Emma! Nessuno saprà di Carlotta è tutta la vicenda. So che è un passo importante quello che hai fatto. » annuisce. Le bacio una guancia è torniamo in casa. « grazie per la giornata sono stato bene» le confesso mettendomi la giacca per non prendere freddo.

«anche io»

La voglia di rincomiciare. 🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora