CAPITOLO 11

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Tiro un pizzicotto sul braccio per accertarmi che non stia sognando. Alice si è svegliata. Non ci credo.
"Ali, ma..." non finisco nemmeno la frase che subito corro ad abbracciarla.
"Cos'è successo?" mi chiede.
"Sei forte, sei fortissima. I medici dicevano che non c'erano molte speranze, pensavano che non ti saresti salvata. Invece, il miracolo è arrivato anche per te. Te lo avevo detto, devi soltanto crederci."
Sono così felice. Vado a chiamare i suoi genitori, sicuramente saranno in ansia.
"Hey, Alice ha aperto gli occhi" esclamo.
"Cosa!" pronuncia la madre, incredula.
Si avvicina e rivede sua figlia. Scoppia a piangere per l'emozione.
"Amore mio, ero tanto preoccupata per te."
"Ciao, mamma."
"Amore, sei forte, sei una guerriera" aggiunge suo padre.
Alice sorride imbarazzata e io aggiungo qualche complimento perché so che le fa piacere. Chiamiamo i medici e ci informano che si è trattato di un vero e proprio miracolo.
Anche questa volta, ringrazio chi mi guarda dall'alto perché ha guardato anche lei e non poteva farmi un regalo migliore. Sono accaduti due miracoli nel giro di qualche giorno, questo è un sogno. Non ci credo ancora, non me lo sarei mai aspettato.
"Ora ti resta da fare ancora qualche seduta di chemio e poi vediamo se la situazione migliora. Se così fosse, tra massimo un mese potrai tornare a casa" afferma il medico.
Alice annuisce e sembra molto contenta.
Dopo svariati minuti di baci, abbracci, lacrime di gioia e incoraggiamenti, i genitori di Ali sono costretti ad andarsene. L'orario di visita è finito.
Vedo arrivare anche i miei genitori e deduco che dovrei andare anch'io. Avevo promesso a mamma che sarei uscito di qui alle 20:00 e adesso sono le 20:30.
"Luca, siamo davvero tanto contenti per Alice. Adesso, però, dobbiamo andare, lo sai. Verrai a trovarla spesso."
Mi rattristo al pensiero di doverla lasciare qui da sola, ma sono obbligato.
Annuisco e chiedo a mamma altri cinque minuti per salutarla come si deve.
"Hey, Ali"
"Luca... so già cosa devi dirmi."
"Mi dispiace molto lasciarti qui da sola."
Nei suoi occhi traspare la tristezza, come biasimarla.
"Tornerò, verrò a trovarti, te lo prometto."
La guardo negli occhi e le prendo le mani.
"Devi promettermi che combatterai."
"Non posso promettertelo."
"Per favore, Ali. Appena uscirai di qui ti farò ascoltare le mie canzoni."
"Canzoni?"
"Non te ne ho mai parlato perché pensavo che non sarei mai tornato a cantare. Ma adesso posso. Appena uscirai di qui, potrò fartele sentire."
"Non vedo l'ora."
"Quindi, me lo prometti?"
"Te lo prometto. Non è un addio, vero?"
"Assolutamente, come puoi pensarlo. Ci rivedremo prestissimo."
"Lo spero."
Ci guardiamo ancora per qualche secondo, poi mi avvicino a lei e la bacio.

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