CAPITOLO 4

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Dopo qualche minuto, la bella ragazza scompare dalla mia vista. Non so nemmeno come si chiama eppure so che la riconoscerei. La carnagione chiara, i capelli neri (non ne ho mai visti così scuri in giro), un po' di lentiggini sulle guance che solo un cannocchiale permetterebbe di vedere (anche se io le ho viste eccome). Era molto bella, ma molto stanca. Quale battaglia starà combattendo? Mi piacerebbe scoprirlo. E lo scoprirò.
Ho sempre detto e pensato di essere un pazzo e adesso ne avrò la dimostrazione.
Mi sollevo dal letto, prendo il macchinario della flebo ed esco silenziosamente dalla stanza. Mi sa che la mia playlist dovrà aspettare. "Sono sicuro che sia andata di lì" penso, cercando di fare pace con i criceti che stanno mettendo in funzione i neuroni del mio cervello. Dai, scherzo. Mi affretto per non far passare troppo tempo e inizio a cercarla.
Dopo circa 10 minuti, la trovo.
È in una stanza infondo al corridoio, nel reparto oncologico.
Merda. Questa ragazza ha un tumore.
Prendo coraggio ed entro nella sua stanza.
"Ciao, scusami non volevo disturbarti è che io..."
"Tranquillo" mi interrompe.
"Siediti pure" pronuncia, tossendo.
"Ti ho vista prima e ho pensato che tu non stessi molto bene. Hai bisogno di qualcosa?"
Scuote la testa. Bene, ora come vado avanti?
"Come ti chiami?" chiedo, sperando di non sembrare invadente.
"Alice" mi risponde. Poi aggiunge "E tu?"
"Luca, piacere... anche tu di Napoli?"
"No, io sono di Milano. Vivo qui da soli 2 anni."
"Ah, capisco. Posso chiederti, se vuoi dirmelo..."
"Che malattia ho?" mi interrompe per la seconda volta.
"Sì, proprio quello" confermo.
"Ho la leucemia, anche chiamata tumore alle cellule del sangue."
"Mi dispiace, davvero."
"Non preoccuparti, non è necessario. Tu come mai sei qui, invece?"
"Ho avuto un encefalite, sono stato in coma per 7 giorni e mi sono risvegliato soltanto per miracolo."
"Oh, allora c'è qualcuno a cui una volta ogni tanto succede qualcosa di positivo."
Le prendo la mano, la guardo negli occhi e le dico "Succederà anche a te. Devi soltanto crederci."

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