CREDICI

CAPITOLO 29

Mi accorgo dell'ambulanza che si sta avvicinando a noi. Qualcuno deve averla chiamata. In sostanza io sto bene, ho solo dolore al collo. Credo che anche i due ragazzi con cui mi sono scontrato stiano più o meno bene.
Quando Alice stava male, io ci sono stato per lei. Adesso che io sto male e che probabilmente dovrò tornare in ospedale per fare degli accertamenti, lei non c'è. Forse mi sono innamorato della persona sbagliata. Le ho dato tutto, il mio cuore in primis. Le ho concesso me stesso, in tutti i sensi. E cosa ho avuto in cambio? Un tradimento.
"Come stai? Tutto bene?" i miei pensieri vengono interrotti dalla voce di una dei soccorritori del 118.
Annuisco.
"Non ci torno in ospedale."
"Dobbiamo solo fare dei controlli."
Sbuffo.
"Sto bene, possiamo evitare."
"Vieni con noi" mi prende le braccia con forza e mi porta nell'ambulanza.

Dopo mezz'ora arriviamo in ospedale e inizio a fare gli accertamenti. I dottori si accorgono che si tratta del "colpo di frusta", il classico trauma subito dal collo a seguito degli incidenti stradali, e mi informano che dovrò portare il collare per 3 giorni.
Esco dall'ospedale e mi sento a disagio con questo stupido collare. Che cazzo.
Sono le 2 di notte e dovrei tornare a casa, ma appena raggiungo la macchina mi accorgo della presenza dei miei genitori.
"Luca, come stai?"
"Bene, che ci fate qui?"
"Siamo stati avvisati dell'incidente. Grazie al cielo stai bene. Avevamo ragione a non volere che portassi la macchina."
Alzo gli occhi al cielo.
"Può succedere a chiunque" rispondo.
"Dai, sali in macchina."
Durante il tragitto, i miei genitori non fanno altro che ripetermi di fare attenzione e di non superare il limite massimo di velocità. Appena arriviamo a casa, sono così stanco che mi addormento sul letto ancora con i vestiti addosso.