CREDICI

CAPITOLO 7

"Ho sentito che oggi avresti fatto qualche controllo e sono venuta a trovarti."
A quanto pare le voci girano qui in ospedale.
Alice è davanti a me, ha il viso pallido come sempre e le borse sotto gli occhi. Ma giuro che è bellissima, nonostante il dolore che porta addosso. Anzi, la sua malattia la rende ancora più bella. È tanto forte, anche se non crede di esserlo.
"Grazie per essere venuta, non dovevi" le dico e poi la faccio sedere accanto a me.
"Luca" pronuncia Alice, come a voler iniziare un discorso di cui però si vergogna.
"Dimmi" la guardo negli occhi. Lei distoglie lo sguardo.
"Tu" poi sospira un attimo "Tu mi trovi carina?"
Cazzo, se la trovo carina. È stupenda.
"Bastava dirmi no" mi dice, notando il mio stupore davanti a quella domanda. Sono un coglione.
"Cosa, no, aspetta."
"Non devi dire niente, lo sapevo già."
"La verità è che tu sei bellissima, non carina. Stavo solo cercando di trovare le parole giuste per dirtelo. Lo penso da quando ti ho vista, ieri, mentre passavi dalla mi stanza. Quindi dal primo momento in cui ti ho vista."
La vedo arrossire e sono contento che per la prima volta le sue guance prendano un po' di colore.
"Non pensi che..."
"No. La tua malattia ti rende ancora più bella, ti rende speciale. Sei forte ma non sai di esserlo, Ali" questa volta la interrompo io.
"Nessuno mi aveva mai detto queste cose."
"Lo immaginavo. Lo percepivo dai tuoi occhi."
"Come sono i miei occhi?" mi chiede ingenuamente.
"Sono come i tramonti, nascondono tante cose. Non tutti possono capire i tramonti, è un'arte di pochi. Anche se i tuoi occhi non sono celesti ma neri, si intravede il panorama più bello che si potesse osservare. Se gli altri non ti capiscono, se ti senti sbagliata o diversa, ricordati che sei come un tramonto: bellissima, ma per pochi."