CAPITOLO 21

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"Cosa?" mi chiede.
Prendo gli auricolari dalla tasca del jeans e li condivido con lei.
Faccio partire la canzone e ad ogni frase ci guardiamo intensamente. È evidente che sia scritta per lei.
Ad un certo punto mi prende la mano e me la stringe forte, come a volermi far capire che si sente toccata da quelle parole. Mi sorride e io ricambio, siamo vicinissimi, le nostre labbra quasi si sfiorano. Sembra la scena di un film e il mare dietro rende il tutto ancora più scenico.
Finisce la canzone e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensa.
"Ti piace?"
"È bellissima."
"L'ho scritta per te."
Si porta le mani alla bocca, incredula, e sorride sgranando gli occhi.
"Davvero?"
Annuisco.
Mi abbraccia forte e io ricambio.
"Grazie di tutto, cupido."
"Hey, non sono cupido."
"Ma puoi darmi amore" ribatte, citando il ritornello della canzone.
"Allora..." inizio a tremare. "Posso considerarti ufficialmente mia?"
Sorride.
"Sono tua dal primo giorno che i nostri occhi si sono incontrati."
Le prendo il viso e la bacio, accarezzo i suoi capelli, poi il suo collo. Le mie mani scendono sui suoi fianchi e la sento tremare al contatto con la mia pelle.
"Ti amo, Ali" le sussurro nell'orecchio, provocandole un brivido.
"Ti amo, Luca" mi risponde.
Ci sorridiamo e guardiamo il mare per qualche altro minuto. Lei è ovviamente coricata tra le mie gambe e le mie braccia la avvolgono come farebbe un leone con la sua leonessa.
Questa era la vita che sognavo, in parte.
Aver trovato una ragazza con cui sto davvero bene è un sollievo e una gratificazione, ma l'ultimo tassello che mi manca per completare il puzzle della felicità è diventare un cantante. È vero, scrivo canzoni e le pubblico sul mio canale, ma non riscontrano successo. Spero che un giorno qualcuno si accorga della mia musica.
Le onde del mare portano via i miei pensieri.
"Andiamo?" propongo.
Ali annuisce e rientriamo.
"Scusi, posso avere il conto?" chiedo al cameriere.
Risponde di sì e attendiamo.
"Possiamo pagare entrambi."
"Non se ne parla."
"Non sono una che se ne approfitta."
"Non l'ho mai pensato, ma ti ho portata io qui e sono un gentiluomo. Conserva quei soldi, per favore."
"E va bene" alza gli occhi al cielo.
Pago e andiamo via.
Ci dirigiamo in macchina e le apro lo sportello, come ho fatto prima.
"Cosa vorresti fare nella vita?" le chiedo, non l'ho mai saputo.
"Aspiro a scrivere una saga e a diventare famosa per questo."
"È fantastico."
"Già, ma è molto difficile."
"Se hai le capacità, non è complicatissimo."
"Non è facile che un libro diventi famoso e che riscontri tanto successo."
"Se non ci provi, non lo saprai mai."

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