Dopo un'ora circa, vedo Alice venire verso di me.
Prende la rincorsa desiderando che la prenda in braccio e non deludo le sue aspettative.
La stringo talmente forte a me da toglierle il fiato, vorrei non staccarmi più da lei.
"Ce l'hai fatta" le dico, mentre le bacio le guance.
"Ce l'abbiamo fatta insieme" mi corregge.
In effetti, siamo guariti entrambi dalle nostre malattie. Forse, insieme è stato più semplice. Diceva mia nonna che i dolori portati in due fanno meno male e ad oggi lo confermo.
Le bacio le labbra con delicatezza e saluto anche i suoi genitori.
"Abbiamo troppe cose da fare" esclamo.
"Iniziamo subito, allora."
Mi schiarisco la voce.
"Se stasera mi concedete di portarla a cena" chiedo ai suoi genitori.
Annuiscono sorridenti.
"Alice ha già perso troppi anni. È arrivato il momento di godersi la vita" puntualizza la madre.
"Bene, allora è perfetto. Dove abitate?"
Mi spiegano per bene il luogo. Ci metterei più o meno quindici minuti da casa mia, potrei prendere la macchina. Ho sempre preferito viaggiare in treno o in metro perché mi sono ripreso da poco e avevo paura di fare danni. Ma è passato un mese dal mio risveglio dal coma e penso di dover riprendere a guidare.
"Passo a prenderti alle 20:00?" le chiedo.
Annuisce, ci abbracciamo un'altra volta e ci salutiamo.
Sono così contento, per lei in primis, per i suoi genitori, ma anche per me stesso e per la relazione che potremmo avere.
Torno a casa e mi accorgo solo ora delle dieci chiamate perse dal mio manager.
Ha tutte le ragioni del mondo, l'ho bidonato senza nemmeno un preavviso. Lo richiamo subito e gli spiego tutta la situazione. Mi sento sollevato quando mi dice che mi comprende e che non mi devo preoccupare.
Annuncio la notizia di Alice ai miei genitori e sono più contenti del previsto.
Vado a pranzare e faccio una doccia.
Si fanno le 16:00 e ho ancora a disposizione quattro ore prima di vederla.
Decido di ripassare la canzone che ho scritto per lei perché ho intenzione di fargliela ascoltare stasera.
Sono le 18:00 e inizio a vestirmi.
Scelgo un jeans nero e una camicia bianca, anche se non è da me vestirmi elegante. Spruzzo almeno un quintale di profumo da tutte le parti, prendo il portafoglio e le chiavi ed esco di casa.
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CREDICI
Fanfiction"Il miglior segreto del successo?" chiese una fan a Luca, in arte Aka7even. "Crederci. Crederci sempre." rispose. Poi aggiunse: "Non sarebbe una vita se non avessimo sogni e sarebbe una vita sprecata se li avessimo ma non facessimo niente per realiz...