10. Una Missione Pericolosa

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VALERY' S pov
A un certo punto Tina mi prende per il braccio «Hey dove mi stai portando?!» le chiedo presa alla sprovvista «Andiamo all'albergo no? A mettere giù i bagagli e riposarci che domani andiamo a fare il nostro giro turistico e poi...Inizio ricerche.» spiega, non mi oppongo così la seguo. Poco dopo siamo ancora per strada «Val ti senti un po' meglio? Ricorda, non devi pensarci!» mi dice lasciandomi il braccio e il mio volto si incupisce pensando a ciò che è accaduto e per qualche minuto affondo nei miei pensieri. è così difficile non pensare a lui quando tutto intorno a me in qualche modo me lo ricorda «Ah si...mi sono scordata di dirtelo. Per un periodo lavoreremo al Ministero della Magia di Parigi.» mi informa poi «Fantastico direi.» affermo tornando a sorridere, forse riuscirò a distrarmi. Arriviamo all'hotel attraverso varie vie semi deserte della metropoli. Meno male che Tina ha una cartina altrimenti ci saremo di sicuro già perse, la città è enorme. Una volta in stanza ci sistemiamo e poi andiamo a dormire, siamo esauste dopo tutte quelle ore di viaggio. Il mattino seguente ci alziamo presto e cominciamo il nostro tour della città in cerca delle meraviglie che racchiude. Andiamo in un parco dove fiori variopinti la fanno da padroni. Al centro vi è una maestosa fontana ornata d'oro, dove secondo una leggenda si dice che lanciando una moneta il tuo più grande desiderio si avverrà. Vorrei provarci anch'io, desiderando che quello che è successo sia tutto solo un grande equivoco, ma purtroppo non è cosi. Se l'hanno scritto sulla Gazzetta del Profeta di sicuro non se lo sono inventato, quindi ci rinuncio limitandomi ad ammirarla mentre la mia amica ci prova.

Non potendo resistere quando torna verso di me «Tina, scusa se te lo chiedo, ma cosa hai desiderato?» le chiedo curiosa con un sorriso innocente «Ma se te lo dico non si avvererà mai.» dice fintamente arrabbiata mettendo le mani incrociate al petto «Oh e dai sono tua amica, a me lo puoi dire sono sicura che accadrà lo stesso.» la scongiuro con le mani giunte come per pregare «Eh va bene te lo dico, ma tu stai zitta.» chiudo la bocca per farle capire che non dirò niente «Ok...ho desiderato di trovare Credence per portarlo in salvo.» confessa e io mi giro a guardarla «Ovviamente non posso garantirti niente però spero che il tuo desiderio si avvererà.» le dico dolcemente posando le mani sulle sue spalle. Lei mi abbraccia «Sono felice che tu sia qui come me, Val.» mi sussurra all'orecchio «Tina, stai bene?» le chiedo, non l'ho mai vista così. Cosa le succede? Fino a un secondo fa era contenta. Lei mi risponde sintetica: «Si si, tutto bene. Volevo solo dirtelo.» le sorriso commessa «Anch'io sono contenta di esserci.» rispondo sciogliendo l'abbraccio.
«Andiamo dai!» mi invita a seguila. Le vado dietro verso la Cattedrale di Notre Dame e poi verso la Torre Eiffel. Dopo qualche ora finiamo il giro, torniamo all'albergo per andare a riposare in vista di domani quando inizieremo a lavorare «Mandiamo una cartolina a Queenie?» chiedo mentre mi sciolgo i capelli per poi mettermi la vestaglia «Si, buona idea. Domani gliene mando una.» conferma contenta e poi ci addormentiamo.

NEWT'S pov
Mi materializzo e cammino lungo una delle vie secondarie di Londra a passo svelto sotto un cielo sempre più cupo. Passano pochi secondo quando Stebbins, un Auror si materializza poco distante da me. È da un ora che mi insegue. Per seminarlo svolto in un vicolo buio e mi guardo alle spalle da dietro l'angolo e punto la bacchetta con l'Auror «Ventus.» sussurro e solo su di lui si scatena un'uragano. Con grande confusione e sbalordimento i Babbani di passaggio, il suo cappello vola via. Lui cade a terra e non riesce a proseguire. Mi nascondo nel vicolo appoggiandomi al muro. Poco dopo mi volto e vedo un guanto nero fluttuare a mezz'aria davanti a me, lo guardo impassibile. L'accessorio mi saluta e indica un punto in lontananza dove il punto gli occhi un secondo dopo. In cima alla cupola di San Paul, una minuscola figura umana alza il braccio, forse so chi. Torno ad osservare l'oggetto che fa per stringermi la mano, io lo prendo. Ci smaterializziamo. Arriviamo accanto a un mago dall'aria di un dandy con capelli e barba fulvi che cominciano a ingrigire, gli restituisco il guanto «Silente, tetti che davano meno nell'occhio non c'erano?» dico divertito al mio vecchio professore, me lo ero immaginato che fosse lui «Mmm...quanto mi piacciono i panorami. Nebulus!» sentenzia lui scrutando la città mentre una nebbia scende turbinando su Londra. Ci smaterializziamo un'altra volta e riappariamo a Trafalgar Square.

Lost on You ||Newt Scamander||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora