3. Dentro alla Valigia

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NEWT'S pov
Ormai la notte è giunta, la luna splende alta in cielo e non appena la mia adorata Valery -che non ho avuto nemmeno il coraggio di guardare negli occhi quando le ho posto la domanda a cena- se ne va dopo aver lasciato la tazza fumante di cioccolata calda per me sul tavolino, gesto che apprezzo molto però in questo momento non ne ho molta voglia senza contare che ho una cosa più importante da fare. Nel momento stesso che esce dalla stanza lasciandosi alle spalle la porta, scatto in piedi e poso a terra la mia valigia di cuoio, la apro e ci entro scomparendo alla vista del signor Kowalski dopo un po' faccio sbucare la mia mano e lo chiamo con un cenno. Ma  sento che non viene così agito la mano più in fretta «Andiamo!» esclamo così da incitarlo. Dopo un po' il rumore dei suoi passi arrivava alle mie orecchie e capisco che ha deciso di seguirmi. Passano pochi minuti ed eccolo atterrare accanto a me ruzzolando e urtando vari oggetti, strumenti e bottiglie. Siamo in un casetta di legno che ho arredato con una branding, equipaggiamento tropicale, vari attrezzi appesi alle pareti e dei mobili rustici dove all'interno ho riposto corde, reti e vasetti di conserve. Mentre sulla mia scrivania si trovano una vecchissima macchina da scrivere, una pila di manoscritti e un bestiario medioevale. Inoltre ci sono anche piante in vaso che occupano uno scaffale e file di pillole e compresse, siringhe e fiale compongono la mia casetta dei medicinali e infine attaccati alle pareti ci sono biglietti, mappe, disegni e qualche foto animata di creature magiche e in un angolo c'è una foto di Valery, gliel'ho scattata al nostro ultimo anno ad Hogwarts. In questa foto sorride, al contrario del suo umore stasera...sembrava turbata, forse era a disagio per la mia presenza? Mi dispiacerebbe se fosse così.

Vedendo che lo ignoro Jacob mi richiama con un colpo di tosse «Oh, si accomodi.» dico riprendendo la lucidità, mi avvicino e do una rapida occhiata al morso sul collo «Si è decisamente un Purvincolo. Dev'essere ipersensibile, lei è un Babbano. Le nostre fisiologie sono un po' diverse.» affermo e mi metto all'opera utilizzando piante e il contenuto di varie bottiglie per creare un impasto che appena pronto applico velocemente al mister sul collo «Stia fermo. Questo bloccherà il sudore...» prendo una delle pillole «...è una di queste per il tremore.» ed ecco fatto...apposto, dovrebbe guarire più in fretta. Per stare più comodo finché lavoro tolgo il gilè, sciolgo il farfallino e abbasso le bretelle poi prendo un coltello e taglio una grande carcassa per poi gettare i pezzi di carne in un secchio e lo porgo a Jacob «Tenga qui.» gli ordino tranquillo e mi concentro un bozzolo spinoso, pian piano lo strizzo ed esso alla compressione emette un veleno lucente che raccolga in una fila di vetro. «Andiamo.» dico rivolgendomi al bozzolo «Lì cosa c'è?» mi chiede il signor Kowalski «Beh questo...dai locali è chiamato...Velenottero. Non è il più amichevole dei nomi, però è un tipetto agile.» spiego e do un colpetto al bozzolo e questo si srotola restando appeso al mio dito «È da un po' che lo studio e sono sicuro che il suo veleno può essere utile, se ben diluito. Per rimuovere brutti....ricordi capisce?» lancio il Velenottero contro il signor Kowalski e l'animale esce, è molto simile a un pipistrello ma spinoso e colorato di verde e blu fa un gridò contro Jacob per poi richiamarlo a me.

Jacob si ritrae spaventato, ma io volevo solo fargli un piccolo scherzetto divertente e sorridendo fra me dico: «Forse però non dovrei liberarlo qui.» apro la porta e varco la soglia, lo invito a seguirmi. Fuori si indovina il perimetro della valigia, ma lo spazio grazie all'incantesimo di espansione si è ampliato assumendo le dimensioni di un piccolo capannone, ciascun mio animale ha il suo habitat ideale realizzato con la magia. Jacob, con gli occhi meravigliati entra in questo piccolo mondo. Sono nell'habitat più vicino, una striscia di deserto dell'Arizona. All'interno c'è un magnifico Tuono Alato simile a un grande Albatros, ha delle splendide ali che luccicano come il sole tra le nubi, le sbatte e l'ambiente si riempie di precipitazioni torrenziali, lampi e tuoni. Per proteggermi dalla pioggia con la bacchetta creo un ombrello magico, guardo l'animale «Andiamo, andiamo. Vieni giù.» gli dico e poco a poco lui si calma e scende per posarsi sul masso danti a me intanto la pioggia si placa e scorge il sole, forte e caldo così metto via la bacchetta e dalla tasca gli porgo una manciata di mangime «Oh grazie a Paracelso. Se tu fossi uscito...sarebbe stato si catastrofico.» dico rivolto alla creatura poi mi volto verso il signor Kowalski «È la vera ragione per cui sono in America. Portare Frank a casa.» gli dico e lo vedo tentare di avvicinarsi e l'animale si agita «No scusi, stia là. È un filo sensibile agli estranei.» lo informo e mi rigiro verso Frank «Sei qua, sei qua.» gli dico per calmarlo poi appena si tranquillizza «Li trafficano, sa? L'ho trovato in Egitto tutto incatenato. Non ho resistito...l'ho liberato. E adesso ti riporto dove devi stare eh Frank? Nella terre selvagge dell'Arizona.» spiego rivolgendomi un'altra volta a Jacob poi guardo di nuovo la creatura con sguardo pieno di speranza e aspettativa, stringendo fra le braccia la sua testa -non potrei mai odiare questi esseri, ho sempre preferito la loro compagna a quella dei miei simili, a parte la presenza di Valery. Ovvio, la sua vicinanza era la mia preferita. Prima nel vederla ho avuto una fitta al cuore perché non posso neanche permettermi un abbraccio con lei ora. Nessun tipo di contatto- dopo di che con un gran sorriso lancio in aria il mangime e lui si alza maestosamente in volo per prenderlo con la luce del sole che irrompe dalle ali e io resto a osservarlo con orgoglio.

Lost on You ||Newt Scamander||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora