NEWT'S pov
Esco dalla mia stanza e scendo le scale <<Anche Stefan se n'è andato.>> dico per informare in fretta agli unici due compagni rimasti ancora in salotto. Mio fratello e la mora, quest'ultima con le lacrime agli occhi. Valery ha un po' esagerato, devo ammetterlo. Senza aspettare un risposta, che in ogni caso non credo avrei ricevuto, mi fiondo verso l'uscita e una volta afferrato il cappotto incomincio a camminare verso il bosco. Sono quasi sicuro che sia da qualche parte, immersa nella vegetazione. Ho notato che la foresta, con i suoi rumori e il vento che soffia impetuoso...in qualche modo le fanno avere un senso di pace. Continuo a camminare fino ad arrivare nel luogo dove ancora giacciono a terra le macerie della casa in cui ho trovato il Bundimun ed é qui che la trovo. Poco lontano da me, la ragazza giace seduta su un ceppo di un albero caduto, piegata su se stessa. Mi avvicino cautamente cercando di non farmi vedere, per un momento ascolto i suoni della natura intorno a noi. Sono calmi. Gli uccellini canticchiano felici, gli scoiattoli corro lungo la corteccia degli abeti per portare alla tana le ghiande per l'inverno. Sento anche un altro rumore però, diverso dagli altri, questo non é allegro e moderato. Capisco che é Val a dar voce a esso...sta piangendo.Resto fermo dove sono, non vorrei spaventarla uscendo all'improvviso alle sue spalle. Non l'ho mai vista cedere o almeno non così pesantemente e adesso mi si spezza il cuore nel vederla in questo stato. É una donna molto sensibile, ma non fragile. É una roccia nelle maggior parte delle volte, proprio come lo era Leta, ma a differenza di quest'ultima Valery quando addosso troppo peso esplode. E questo posso dirlo perché me ne ha parlato una volta l'amica a Hogwarts. Lo ricordo come fosse ieri. Eravamo appena tornati a scuola dopo le vacanze di Natale e Val non si é presentata a lezione e quando le ho chiesto di lei, Leta mi rispose dicendo che l'amica non era per niente in forma smagliante. Ho cercato di approfondire, ma la Lestrange mi zittii imponendomi di non fare più domande perché in fondo neanche lei sapeva cosa aveva dentro la compagna di stanza. Solo ora comprendo che forse il motivo della sua assenza era la perdita dei genitori. Mi dispiace così tanto per lei, se solo me lo avesse detto avrei potuto starle vicino...invece non l'ho fatto, come mi ha detto l'altra, quando é tornata a frequentare l'ho lasciata in pace e in questo momento me ne sto pentendo amaramente. Avrei dovuto chiederle come stava, come mai era mancata e invece me ne sono stato zitto. Ognuno ha le sue colpe, no?
Sto per andare a parlarle quando lei si alza e procede verso casa a grandi falciate, io le corre dietro e le afferro la mano per fermarla. Lei si gira verso di me, dopo un leggero spavento <<Newt, che ci fai qui?>> mi chiede mentre riprende fiato, le accarezzo il dorso della mano con il pollice <<Volevo sapere come stavi.>> mi giustifico guardandola negli occhi con fare innocente. Valery lascia la mia mano, si gira dandomi le spalle e si spinge una chiocca di capelli dietro all'orecchio. Poi si volta di nuovo <<Sto bene.>> risponde ma io non le credo per niente. Sono certo che non é così altrimenti due minuti fa non era immersa in un pianto silenzio e pieno di dolore. Perché mente? A me poi per giunta. Faccio un passo verso di lei <<Valery, non dirmi una cosa per un'altra. So che qualcosa di turba, ti ho vista mentre piangevi.>> dico facendola un po' sussultare <<Ti ho sentita prima finché gridavi a Tina, sapessi come c'è rimasta male. É sul sofà in lacrime.>> aggiungo in seguito per farle capire che non sono cieco, capisco quando lei sta male e anche quando alle volte mente. Ci conosciamo fin da quando eravamo solo dei ragazzini e direi che proprio per questo posso permettermi di dirle quando penso che stia sbagliando. Non può nascondersi con me, lo sa anche lei.
VALERY'S pov
Sono in uno stato di shock. Nella mia testa c'è solo l'immagine di Tina, china su se stessa con le lacrime agli occhi per colpa mia, non avrei mai creduto di poterla ferire così tanto. So che le parole a volte fanno male, l'ho provato sulla mia pelle e visto in diversi momenti, più delle ferite e le cicatrici che ci ritroviamo sul corpo. Questo pensiero, di averla demolita dicendo parole che adesso non hanno alcun significato, perché in fondo non erano neanche vere...mi distrugge. Le voleva solo sapere che fine avevo fatto e io per ringraziarla l'ho solo allontanata. Il senso di colpa mi assale, mi spezza l'anima in ancora più pezzi di quanto non lo sia già. Come ho potuto? Come ho potuto farle questo? Non mi rivolgerà più la parola dopo quello che le ho detto, ne sono certa. Tina è una ragazza determinata, ma fragile che si spezza facilmente se colpita nel profondo e poi non perdona facilmente le persone specialmente se l'hanno veramente delusa. Direi che è proprio il mio caso e se pertanto ora non mi parlasse più, le darei completamente ragione. Non potrebbe avere torto sotto nessun punto di vista mi sono comportata davvero in modo terribile E la cosa peggiore è che questo atteggiamento non è proprio da me. Riporto l'attenzione sul ragazzo di fronte a me <<Devo parlarle, almeno provarci. Sempre se vorrà ancora rivolgermi la parola dopo ci che le ho detto.>> affermo convinta alzando la testa e cominciando ad avviarmi verso casa. Decisa a provare di rimettere le cose com'erano. Niente però mi fermo un'altra volta ponendosi davanti a me <<Aspetta un attimo, prima mi dici cosa ti turba. Valery, tra noi non ci sono mai stati segreti quindi ora, se non é troppo da pretendere, ti chiederei di dirmi cosa c'è che non va.>> mi domanda in un tono che non ammette alcun tipo di replica. Io abbasso la testa, so che ha ragione solo che io non sono pronta a fare questo passo. Non posso. Lo sorpasso facendo finta di non averlo sentito anche se probabilmente questo peggiorerà solo le cose tra noi. Al momento però non mi interessa, ora voglio solo fare pace con la mia migliore amica, nulla più conta adesso. Spero solo che voglia parlarmi.
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Lost on You ||Newt Scamander||
FanficIn questa vicenda si narra di 2 ragazzi da sempre innamorati l'uno dell'altra che però non si sono mai dichiarati. Sia per le circostanze della vita non sempre ottimali, sia per il loro esser timidi e impacciati nell'esprimere quello che provano l'u...