24. Una piccola Traccia

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Nel frattempo...

VALERY'S pov
Prima, uscendo di casa mi sono sentita come se fosse la prima volta che respiravo sul serio. Ho deciso di venire insieme alla mia amica e al giovane appena entrato nella nostra squadra stamattina perché dopo la notte che ho passato in balia degli incubi più profondi non volevo rischiare che Newt mi facesse mille domande alle quali non avrei saputo rispondere, poi da un lato anche perché così gli ho dato la possibilità di passare un po' di tempo con il suo migliore amico, il quale mi sembrava felice che per una volta stessa con lui invece che con me e posso capirlo benissimo. Penso sia cosa buona e giusta bilanciare tra l'amore e l'amicizia altrimenti si finisce con il perdere i propri cari da entrambe le parti. Anche se mi rendo conto che forse in questo ultimo periodo sto trascurando un po' tutte e due non dicendo la bomba nucleare che custodisce sul fondo della mia coscienza. Io, Tina e Stefan stiamo camminando su un marciapiede che costeggia il fiume che attraversa la città di Berlino, la Sprea. In essa si specchiano le facciate degli edifici intorno, dalle immagini sfuocate e incolori se li si guarda attraverso l'acqua, la quale è di un azzurro limpido e puro senza la benché minima traccia di spazzatura all'interno. Le foglie verdi degli albero dagli alberi Stefan marcia con passo svelto e quasi irrequieto <<Alles gut?>> gli chiedo, mi fa un po' venire l'ansia questo suo atteggiamento anche se probabilmente è solo il suo solito modo di fare <<Ja, kein Problem.>> risponde con tono disinvolto scrollando le spalle, mettendo le mani in tasca e fissando lo sguardo sul fiume che scorre spento dalla leggera breva estiva.

Per un po' di tempo proseguiamo insieme senza che nessuno proferisca parola. Il berlinese intento a osservare i palazzi della sua città, la mora a guardare da una parte all'altra della strada speranzosa di captare qualcosa che possa rendersi utile e io che...beh, penso . Deciso di rompere il silenzio <<Stefan, aus Neugier, welche Zauberschule hast du besucht?>> gli chiedo, così da interrompere il silenzio intorno a noi tre <<Ich habe die Schule von Durmstrang in Bulgarien besucht.>> mi risponde con un sorriso amaro come se non gradisse parlare di questo <<Tut mir leid, ich wollte nicht unhöflich sein.>> mi scuso con espressione triste e abbassando lo sguardo <<Ruhe. Es ist nur so, dass ich habe mich da drin nie daran gewöhnt.>> dice per poi fare una piccola pausa, nella quale lo becco a fissare per un secondo Tina che dalla sua espressione direi proprio che non sta capendo nulla di quello che stiamo dicendo <<Deshald rede ich nicht gerne über die Schule.>> conclude riportando in fretta l'attenzione su di me. La mora si ferma di colpo <<Vi faccio notare che ci sono anche io qui e che di tutto quello che avete detto ho capito solo Durmstrang e "Schule" che significa scuola, giusto?>> dice leggermente indignata e Stefan annuisce <<Quindi per piacere. Traduzione, grazie.>> Aggiungere per poi aspettare una nostra reazione. Io mi avvicino un po' al ragazzo <<Wie reizbar!>> gli sussurro con una risatina riferendomi alla mora per prenderla inviare, dandole della irritante. Lui si unisce a me mentre l'altra resta confusa e sbuffa esasperata <<Che c'è di tanto divertente?>> domanda portandosi le mani ai fianchi <<Niente di importante, tranquilla. Comunque gli ho chiesto che scuola frequentato.>> ribatto smettendo di ridere <<E io ho risposto dicendo che non mi piace molto parlare di questi argomenti perché spesso e volentieri mi escludevano.>> dice continuando il discorso Stefan per poi fiondarsi in un punto alle spalle di Tina. Io e quest'ultima lo fissiamo incredule, lo raggiungiamo.

Si è chinato per raccogliere una cosa da terra. Si gira verso di noi e ce la mostra <<Tina, sbaglio o questa é la spilla di tua sorella?>> chiedo per avere la conferma che quella che tiene nel palmo della mano il giovane é proprio una cosa si Queenie. Chissà che ci fa qui una cosa di sua appartenenza. <<Si, é sua. Ne sono certa. Se la metteva sempre, ovunque andasse. Penso gliela abbia regalata Jacob.>> risponde restando a guardare il piccolo gioiello dorato a forma di libellula incastonato da qualche gemma rosa e bianca che spende quando incontra la luce del sole che regna sulla metropoli. Stefan gliela porge <<Credo che sia giusto se la tieni tu, allora.>> afferma mentendogli l'oggetto nel palmo della sua piccola mano, per poi chiudergliela delicatamente. Un vero gentiluomo questo ragazzo, questo é certo, non glielo si può certo negare. La mia amica assume un lieve rossore sulle guance che però scompare subito quando alza la testa. Si rimettete in marcia, verso la periferia di Berlino da cui veniamo. Io e Stefan la seguiamo a ruota <<Andiamo, dobbiamo subito farla vedere agli altri.>> annuncia avanzando il passo per arrivare alla base, se così si può chiamare, più in fretta. Proseguiamo e per tutto il tempo nessuno di noi tre dice più una sola sillaba, finché non arriviamo davanti all'abitazione al limitare della foresta dove ci siamo stabiliti per il tempo che staremo qui nella capitale Germanica.

Lost on You ||Newt Scamander||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora