Missione annullata

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"Perché non mi hai parlato di Edoardo?" domandai infervorata a Benedetta il mattino seguente, mentre ci incamminavamo lungo il marciapiede, verso al scuola

"Come scusa?" chiese lei sorpresa, girando la testa verso di me per cogliere qualche indizio in più.

"Edoardo" ripetei come se fosse lei quella scema e non io "il ragazzo dell'altra sezione che fa ginnastica con noi"

"Ah" esclamò la mia amica portandosi una dito davanti alle labbra "Lo sciupafemmine. Perché avrei dovuto parlartene?"

"Come perché" cominciai a dire io, presa dai miei ragionamenti "ieri a lezione mi ha cantato una canzone e ha detto che mi ama. Potrebbe anche essere lui il mio E..." improvvisamente il mio cervello elaborò l'altra parte della frase che Benedetta aveva pronunciato e senza volerlo quasi gridai: "Come sciupafemmine?!"

"Ha detto che ti ama?!" disse Benedetta quasi insieme a me, strabuzzando gli occhi.

"Non l'ha detto, l'ha cantato" specificai, senza riuscire a trattenere il sorrisetto che mi stava spuntando sulle labbra.

"Cantato?"

"Oh, I love you, I love you, I love, I love, I love Olivia" canticchiai cercando di imitare Edoardo e ricevendo uno sguardo divertito da parte di Benedetta.

"Credo sia semplicemente una canzone dei One Direction"

"E tu che ne sai?" domandai guardandola scettica.

Le guance di Benedetta si colorarono leggermente di rosso e notai dai suoi movimenti che era a disagio, perciò non mi stupii quando cambiò argomento dicendo: "Quindi ti sei già dimenticata di Elia?"

Probabilmente non voleva scalfire la sua fama di ragazza tosta, ma sapevo già che andava matta per le canzoni pop. Nonostante questo decisi di non punzecchiarla oltre e spiegai: "Ho semplicemente ampliato le mie possibilità. Lui è ancora in lista"

"C'è pure una lista?" chiese Benedetta lasciandosi sfuggire una risatina.

"Hai poco da prendere in giro, almeno io ho degli spasimanti"

"Più immaginari che altro. Io non metterei Edoardo in lista, lui si comporta così con tutte le ragazze della scuola"

"Cosa?!"

"È popolare almeno quanto Elia, ma mentre il nostro compagno di classe ignora le sue pretendenti, Edoardo le corteggia tutte, ma si stanca facilmente. Per questo non dovresti mai prenderlo sul serio."

Ammutolii delusa e sospirai: "Quindi non dedica canzoni solo a me?"

"Liv, dovresti smetterla di essere tanto ingenua, rischi di farti spezzare il cuore"

Percorsi gli ultimi metri che ci separavano dall'ingresso della scuola con le parole di Benedetta nella testa. Era davvero tanto facile abbindolarmi? Forse avrei dovuto prestare più attenzione e avrei anche dovuto impedire alla mia testa di partire per strade immaginare e pericolose. Ma sarei riuscita a tenere sotto controllo anche il mio cuore?

***

Le lezioni del mattino passarono in fretta, perché non seguii neanche mezza parola dei professori, troppo presa com'ero dai miei pensieri. 

Forse tutti i miei buoni proposti di qualche ora prima erano già spariti? Forse sì.

Forse non ero una persona molto coerente? Forse no. Anzi, sicuramente non lo ero.

Quando raggiunsi la mensa, studiai bene la situazione tavoli e presi posto in quello che mi permetteva una visione migliore dei miei due possibili ammiratori segreti.

"Che stai facendo?" mi domandò la mia amica, seduta di fronte a me con uno sguardo perplesso.

"Cerco di raccogliere indizi" risposi io, assottigliando gli occhi mentre puntavo la mia attenzione a destra, oltre le spalle di Benedetta, osservando Elia che mangiava con calma insieme all'unico amico che aveva in questa scuola. O almeno l'unico ragazzo che non era stato mandato via da lui stesso.

"Lo sai che sembri una pazza, Liv?" riprese a dire Benedetta portandosi una forchetta di riso alla bocca.

"Dovresti aiutarmi, anziché insultarmi" ribattei, spostando gli occhi alla mia sinistra, sempre oltre le spalle della mia interlocutrice, questa volta guardando Edoardo che scherzava con un gruppetto di ragazze.

"Ti sto aiutando a non perdere la ragione. Sembri sempre nel mondo fatato di Olivia"

Distolsi qualche secondo la mia concentrazione dai due ragazzi per rifilare alla mia amica un'occhiata di sufficienza e poi tornai su Elia, quasi senza pensarci, ma il mio fiato si fece corto, quando notai che anche lui mi stava fissando, e non sembrava per niente felice.

Oh cavolo, mi aveva beccata ancora una volta!

Mi affrettai a cambiare direzione con lo sguardo e mi ritrovai su Edoardo, ma qualche secondo dopo anche lui spostò i suoi occhi su di me, rivolgendomi subito dopo un sorriso che mi fece iperventilare maggiormente.

"Liv?" mi chiamò Benedetta notando la mia improvvisa agitazione.

Abbassai lo sguardo sul tavolo, ma con la coda dell'occhio mi resi conto che Elia si stava alzando e si stava incamminando verso di me.

"Missione annullata, compagna. Ripeto, missione annullata" sussurrai sottovoce a Benedetta, alzandomi nel contempo dalla sedia e cercando una via di fuga dalla furia di Elia.

Benedetta rimase a bocca aperta, non sapevo dire se per la mia reazione esagerata o le mie parole senza senso, ma io mi sentivo confusa e imbarazzata. Dovevo andarmene da quella mensa all'istante.

Percorsi la distanza che mi separava dalla porta d'uscita senza correre, per mantenere un certo contegno, ma camminando veloce, mentre controllavo furtivamente la situazione alle mie spalle.

Elia si era fermato a pochi passi dal mio tavolo, ma continuava a fissarmi, forse ancora più infastidito di prima. Girai la testa davanti a me per evitare di sbattere contro ad qualcosa, ma questa intuizione si materializzò troppo tardi nella mia testa.

Urtai contro qualcuno e la mia bocca si andò a stampare su una maglietta bianca, lasciando il segno del rossetto rosa che quella maledetta mattina avevo deciso di applicare.

Fissai inorridita quella macchia, non osando alzare gli occhi sulla persona che la stava indossando, finché una voce gentile mi giunse all'orecchio: "Tutto bene?"

Un momento...

Alzai la testa di scatto e mi ritrovai davanti il mio vicino di casa, che mi guardava confuso, ma per nulla ostile anzi, sembrava quasi preoccupato.

"Io..." balbettai a disagio "Mi dispiace..." riuscii a dire, puntando il dito sulla sua maglietta.

Lui abbassò lo sguardo e solo allora si rese conto delle mie labbra stampate sul suo petto.

"Ah" disse in un primo momento sorpreso, poi la sue espressione si addolcì e continuò: "Non ti preoccupare, è una vecchia maglietta"

"Se te la togli posso lavarte..." mi resi conto troppo tardi del significato della parole che stavo pronunciando e quando mi bloccai, la figuraccia era già fatta. Abbassai le palpebre e sentii nella mia testa la voce di Benedetta che mi dava della scema. Solo che stavolta ero d'accordo con lei.

Sicuramente stava seguendo tutta la scena e stava cercando di trattenere le risate, perciò decisi di non voltarmi per controllare la situazione, mi scusai sbrigativamente e mi volatilizzai oltre la porta, rintanandomi nei bagni delle ragazze, dove finalmente ripresi a respirare.

Ma perché non potevo avere almeno una reazione normale? 

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