Macedonia

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Primo giorno di vacanza, primo risveglio tranquillo, prima colazione rilassante... macché rilassante, ero tesa come le corde del violino di Enrico la sera precedente.

Ancora avevo difficoltà a elaborare gli ultimi eventi, non potevo più tacere, sentivo il bisogno di un consulto al più presto. 

Afferrai il cellulare e aprii la chat con Benedetta, digitando velocemente: mi ha baciato.

La risposta arrivò subito dopo: Chi?!

Enrico.

Che cosa?!

E anche Edoardo.

Stai scherzando?!

Ma il primo è stato Elia.

Alt... sono da te tra quindici minuti.

E così fu, non appena la mia amica varcò la soglia dell'appartamento, mi innondò di domande, gesticolando per il grande open space.

"Quando è successo? Come? Cosa ti hanno detto? Perché me ne parli solo ora?"

"È successo tutto così velocemente..." risposi sentendomi un po' in colpa per aver taciuto quelle novità.

"Quanto in fretta?" replicò lei, prendendo posto sul divano, al mio fianco.

"Nel giro di pochi giorni. Sono stata baciata da tutti e tre!" esclamai, rimanendo ancora una volta sconvolta. Era assurdo!

Benedetta si portò una mano sotto al mento, facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli biondi e riflettendo attentamente: "Qualcosa nell'universo si è rotto"

Le rivolsi uno sguardo offeso e le tirai una pacca sulla spalla per rimproverarla, ma dovevo ammetterlo, non aveva tutti i torti!

"Quindi cosa stai aspettando?" continuò poi con entusiasmo "Raccontami"

Mi presi qualche minuto per rielaborare i ricordi e poi cominciai: "Allora, quello con Elia è stato un bacio dolce, un po' come una pesca. Con Edoardo invece aveva un gusto più deciso, come l'ananas, mentre con Enrico mi è parso più delicato, come il cocco."

Benedetta mi fissò, confusa da questa mia strana descrizione e infine ironizzò: "Cos'è, una macedonia?"

Feci una smorfia di disperazione e abbandonai la testa sullo schienale del divano, piagnucolando: "Benny, non so cosa fare!"

Lei sospirò e concluse: "Chi ti piace di più, Liv?"

Girai lo sguardo verso di lei e mi morsi il labbro inferiore, cercando di trovare una risposta, ma dovetti arrendermi: "Non ne sono sicura..."

Benedetta mi fissò con severità negli occhi per poi dire: "Liv, io non ti posso aiutare, solo tu puoi farlo. Devi capire il tuo cuore e comprendere quali sono i tuoi veri sentimenti e non quelli che credi di provare."

Le rivolsi un'espressione di sconforto e allora lei mi prese una mano tra le sue e continuò: "Prenditi tutto il tempo che ti serve, ma scava a fondo. Solo così potrai risolvere questa situazione"

Sapevo che aveva ragione, ma perché l'idea di aprire il mio cuore al mondo, mi spaventava tanto?

Ma ciò che mi spaventava ancora di più era dovermi recare a scuola, qualche giorno dopo, per leggere i tabelloni appesi all'ingresso con la valutazioni di tutti gli studenti. C'era scritto chi veniva ammesso al prossimo anno, chi veniva bocciato e chi aveva delle materie da recuperare a settembre.

Poi dovevamo recarci nell'ufficio del preside per ritirare i fogli con i voti delle singole materie e, per fortuna, quelle erano informazioni riservate.

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