A pranzo Edoardo ci spiegò che Clara era una ragazza del primo anno, aveva appena iniziato nella nostra scuola, ma loro due si erano conosciuti all'inizio di agosto quando lei si era trasferita nella casa di fianco alla sua.
Suo padre era amico della madre di Edoardo, perciò lei aveva chiesto al figlio di farle conoscere un po' il quartiere e Edoardo aveva voluto essere gentile e si era mostrato disponibile e un po' troppo espansivo con lei, com'era nello stile del ragazzo.
Tuttavia Edoardo non aveva superato nessun limite con lei, dichiarando che non cercava altro che amiche nel vero senso della parola, ma lei si era comunque innamorata di lui e aveva deciso di far valere i suoi sentimenti, con insistenza. Troppa insistenza.
Quel pomeriggio finite le lezioni, il professore di matematica mi chiese di andare in sala professori per palare dei corsi di recupero che avrei dovuto sostenere quel mese e quando il colloquio finì, mi resi conto con orrore che ero sola in quel corridoio, facile preda di una bestia feroce come Mara.
Mi avviai verso la mia aula per recuperare lo zaino, guardandomi intorno con apprensione e tendendo le orecchie al minimo rumore, tutti gli studenti erano già andati via, ma lei poteva essere nascosta in qualche angolo, pronta a saltare fuori alla prima occasione.
Affrettai il passo, rendendomi conto che stavo perdendo sempre più la minima parte razionale che restava nella mia testa, ma non potevo controllare con lucidità la paura che mi metteva quella ragazza.
Svoltai l'angolo senza prestare attenzione davanti a me e così andai a sbattere contro qualcuno, picchiando il naso sul suo petto muscoloso. Istintivamente mi irrigidii, ma appena realizzai che si trattava di un ragazzo, i miei nervi si rilassarono.
"Ecco dov'eri finita" disse Elia con la sua voce profonda, facendomi sollevare il viso verso di lui.
"Che ci fai ancora qua?" domandai confusa, notando che aveva già lo zaino in spalla.
"Ti stavo aspettando" rispose lui con tranquillità, studiando lo spazio circostante come stavo facendo io poco prima.
"Ah" mormorai sorpresa. Anche se stavamo insieme, il comportamento di Elia in pubblico non era cambiato per nulla, e sapevo che questo dipendeva anche dalla mia decisone di tenere la cosa segreta, anche se avevo il sospetto che in ogni caso non avrebbe agito in maniera tanto diversa.
Ma nonostante avesse una maniera criptica di dimostralo, certe volte compieva gesti come questo che mi riempivano il cuore di gioia. Poteva sembrare una cosa da nulla, ma lui era rimasto ad aspettarmi perché sapeva che ero preoccupata per Mara.
"Andiamo?" chiese poi, e io mi limitai ad annuire, così lui allungò una mano e la strinse intorno alla mia, con decisione ma delicatezza, avviandosi poi verso la nostra aula, con me al seguito.
Il calore di quel tocco si irradiò in tutto il mio corpo e fece spuntare un sorriso sulle mie labbra: non dovevo più avere paura di nulla, avevo Elia al mio fianco.
***
Una sera, prima di cena, ero a casa che cercavo di decidere cosa preparami da mangiare, quando sentii il campanello suonare. Abbandonai i pochi ingredienti dei quali disponevo per andare ad aprire e mi ritrovai Enrico di fronte con uno sguardo a metà tra il gioioso e il preoccupato.
Sembrava ansioso di parlarmi e la sua agitazione mise in ansia pure me, ma in realtà sapevo che un po' era dovuto al fatto che anch'io avevo qualcosa da dirgli.
"Ciao Liv" disse con voce leggermente tremante "possiamo parlare?"
Ero confusa ma anche curiosa, così mi spostai di lato per permettergli di entrare in casa e mi chiusi la porta alle spalle mentre gli domandavo: "Va tutto bene?"
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Tuo E.
RomanceOlivia, ragazza imbranata ma sognatrice, si è da poco trasferita in un nuovo liceo, quando comincia a ricevere anonimi biglietti d'amore, firmati Tuo E. Tre sono i possibili candidati nella testa di Liv: Elia, suo compagno di classe nonché rapprese...