Leave me breathless

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Seduta a un tavolo fuori da un piccolo ristorante, sfogliavo il menù cercando di decidere quale piatto ordinare e provando a calmare l'agitazione che occupava tutto il mio corpo e la mia mente. Trovarmi a pranzo con tre ragazzi che mi avevano da poco baciato senza una comprensibile ragione, sicuramente non aiutava.

Non ne avevo più parlato con nessuno dei tre e loro si erano comportati tutti allo stesso modo, ovvero facendo finta che nulla fosse successo. Elia aveva pure deciso di ignorare il favore che gli avevo chiesto e che mi doveva, ma la cosa non mi dispiaceva particolarmente, mi ero reso anche troppo ridicola con quella stupida domanda.

Quest'ultimo aveva preso posto di fianco a me, Benedetta era dall'altro lato, a capotavola, mentre di fronte avevo Enrico, alla sua destra c'era Edoardo, faccia a faccia con il suo nemico giurato. Non era stata una grande trovata.

"Io prendo la pizza maxi e scommetto che riesco a finirla prima di Elia" ricominciò Edoardo, sfidando con lo sguardo il suo compare, oltre il menu che teneva sollevato davanti a lui.

"Io non ordino la pizza" tagliò corto Elia, continuando a tenere gli occhi fissi sull'elenco di pietanze.

"Io ho voglia di una quattro formaggi" intervenne Enrico, senza prestare troppa attenzione al battibecco tra i due.

"Allora mi sa che opterò per un insalata di riso" cambiò idea Edoardo non trovando nessuno stimolo.

"Anch'io l'insalata di riso" concordò Benedetta chiudendo con uno scatto il menu che reggeva tra le mani.

"Credo che una pizza maxi sia la scelta migliore" constatò Elia con una finta espressione seria sul volto, guardando di traverso Edoardo che quasi si strozzò con l'acqua che stava bevendo.

"Anch'io allora!" esclamò quando smise di tossire, puntando un dito verso Elia e fulminandolo con gli occhi.

"Possiamo parlare della vacanza ora?" cercò di porre fine a quella lotta Enrico, sospirando per mantenere la pazienza.

Edoardo lasciò perdere la sua competitività e si girò verso di noi, cominciando a spiegare: "Partiamo la prima settimana di luglio, ho già guardato i voli dell'aereo e i prezzi sono abbastanza bassi. In settimana prenoto"

"Sono così emozionata" esclamò raggiante Benedetta che aveva sempre amato il mare, il sole e il caldo.

"La casa del mio patrigno è abbastanza grande, perciò ognuno avrà la sua stanza e non ci serve nessuna macchina per spostarci perché possiamo raggiungere tutti i posti a piedi. Dobbiamo solo prendere il taxi dall'aeroporto alla casa."

"Non sappiamo come ringraziarti" intervenni, rivolgendomi a Edoardo e ammirando la sua generosità.

Lui inizialmente fece un timido sorriso, poi tornò alla sua solita espressione beffarda e concluse: "Potete sempre aiutarmi a superare gli esami di settembre"

"Conta su di noi" esclamai stringendo un pugno per enfatizzare quella promessa, ma Elia mi guardò scettico e puntualizzò: "Sei l'ultima persona a questo tavolo che può aiutarlo"

Automaticamente gli sferrai una sberla sulla spalla per rimproverarlo di quel commento mentre Enrico rideva di nascosto, condividendo probabilmente il pensiero di Elia.

Non riuscivo a spiegarmi come, ma le cose erano tornate normali, avevamo ripreso a scherzare tra di noi senza imbarazzo o disagio, e mi stupii del fatto che fosse tutto così semplice e naturale.

Ma nascondere la polvere sotto al tappeto non significava aver pulito la stanza. Lei se ne stava celata agli occhi di tutti, ma era sempre lì, pronta a rispuntare non appena qualcuno avesse deciso di sollevarlo.

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